Capitolo 24

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Appena chiusa la chiamata scatto in piedi cominciando a prepararmi il più velocemente possibile una valigia.

Probabilmente dovró restare in ospedale per giorni se è gravo come spero che non sia.

Nonostante l'odio che provo, il bene che gli voglio resterà più forte e non l'abbandonerò da solo su quel letto di ospedale.

Nessuno di noi mates verrà mai lasciato solo.

Chiamo un taxi e al suo arrivo gli chiedo di schiacciare a tavoletta verso la destinazione.

Nel frattempo cerco di chiamare Surry.

《Pronto?》sento bofonchiare dall'altra parte.

《Ciao Surry sono Sascha》rispondo cercando di affrettare il discorso.

《Che cazzo vuoi Sascha? Sono le quattro di notte. Se è uno dei tuoi scherzi di merda puoi anche andare a farti fottere》risponde lui.

È sempre stato molto irascibile con la mancanza del sonno.

《Non è uno scherzo... Stefano é all'ospedale, devi tornare a Milano e devo chiamare anche Giuseppe. Io sto correndo lì proprio ora》dico pronto ad affrontare il vortice di domande che arrivano.

《In ospedale? Che cazzo è successo? Sta male? Si è ubriacato e ha fatto una cazzata? Avete litigato e ha fatto una cazzata? Si è messo nei guai? E perchè non stavi con lui? Perchè non sei salito in ambulanza? Perchè è in ospedale senza di te?》sbraita in preda al panico.

Si vede che ci tiene a lui, ma non riesco ad essere geloso.

《Sì... diciamo che un po' ci hai azzeccato. Era ubriaco, abbiamo litigato, io ho infranto la promessa che ti ho fatto e l'ho lasciato solo e lui ha fatto una cazzata》dico rammaricandomi per non aver pensato che era chiaro che avrebbe fatto qualcosa di stupido.

《Che cosa ha fatto?》chiede con la voce tremante.

Dietro di lui per un attimo mi pare di sentire un'altra voce che gli chiede qualcosa, una voce familiare.

《Surry, ma non sei solo?》chiedo.

《Em.. diciamo che è complicato, sono con Giuseppe, quindi puoi anche evitare di chiamarlo che ha sentito tutto》dice con evidente imbarazzo.

《Poi ti spiego, io sono a Milano...sto arrivando. Ma intanto dimmi cos'ha fatto Stefano》dice.

《Lui... ha tentato il suicidio con le pasticche che Giuse lascia a casa nostra per le evenienze ingoiandole con l'alcol, è stata una vicina a vederlo dalla finestra e a chiamare i soccorsi》dico vedendo le luci dell'ospedale avvicinarsi.

《Perchè cazzo l'hai lasciato solo? Solo per una litigata da ubriaco?》sbraita lasciandomi spiazzato.

《Surry... mi ha raccontato tutto...tutto..》mormoro sentendo per un attimo il dolore che ancora non ho elaborato bruciarmi nel petto.

Dall'altra parte sento Giuseppe chiedere spiegazioni su di cosa stiamo parlando, ma Surry non risponde.

Lo immagino a fissare il vuoto e le palpitazioni al massimo.

Forse è troppo preoccupato che io possa prendermela con lui in qualche modo, magari prendendolo in giro, ma non lo farei mai.

《Dacci un attimo e ti raggiungiamo lì..》conclude chiudendo la chiamata senza voler aggiungere un commento alla mia affermazione.

Nel frattempo io sono sceso pagando il taxi e ho iniziato a cercare disperatamente il suo reparto.

Ricovero d'urgenza e riabilitazione.

Trovo finalemente la camera dove si trova, ma vengo fermato prima da quello che si presenta come il Dottore con cui ho parlato al telefono.

《Sono spiacente, ma al momento stiamo facendo un ulteriore terapia di sonno profondo per via di un rischio di collasso di alcune sinapsi celebrali, non posso farla entrare》dice con freddezza che però i suoi occhi non dimostrano.

《Posso però darle questo intanto》dice porgendomi la lettera che é stata trovata in mano a Stefano, ancora chiusa, di cui mi aveva parlato.

《Grazie》 rispondo preoccupato andando a sedermi in sala d'attesa...


~Kaminari

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