Capitolo 30

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《Pronto Surry》dico felice preparato a dargli la buona notizia quando risponde alla mia telefonata.

《Sascha! Ho bisogno di te sbrigati! Sai scassinare una porta vero?》chiede visibilmente in panico.

《Si la so scassinare... ma perchè?》chiedo confuso e in leggero imbarazzo nel rivelare il mio passato poco legale.

Ho imparato a scassinare le porte da ragazzino, era il tipico gioco stupido che capita che i ragazzini di un piccolo paese si inventino per passare il tempo.

《Non c'è tempo per le spiegazioni corri a casa di Giuseppe io sono qua! Sbrigati!》sbraita sempre più in panico.

Preoccupato mi fiondo giù dalle scale dell'ospedale, mentre scrivo a Stefano che tornerò appena potró e in 5 minuti raggiungo a per di fiato casa di Giuseppe.

Salvatore non mi chiamerebbe con tutta questa fretta se non ci fosse un motivo più che valido.

Trovo Surry accasciato contro la sua porta che presenta un evidente ammaccatura, deve aver provato a sfondarla senza riuscirci.

《Sascha! Sei qua!》si risolleva asciugandosi una lacrima velocemente.

Non avevo mai visto Surry piangere.

《Perchè non hai chiamato i pompieri?》chiedo prendendo una clips che avevo prontamente preso all'ospedale e una carta magnetica di qualche negozio iniziando a forzare la porta.

《Perchè è domenica, è estate e la stazione dei vigili del fuoco più vicina è a 40 minuti da qua. Non sarebbero arrivati in tempo》risponde farfugliando.

《Cosa è successo?》chiedo curioso e preoccupato.

《Ho dovuto raccontare a Giuseppe tutto... dopo tutte queste situazioni scomode non potevo più mentirgli, gli ho raccontato della mia storia di Stefano... della mia prima volta, di cosa Stefano ha fatto con Sabrina e cosa ha fatto a te e che io gli ho dato una mano》sospira mentre cerca di aiutarmi con la torcia del cellulare.

《Sono stato a casa sua per questo periodo prima dell' incidente con Stefano perchè sapevo che dovevamo chiarirci. Io non ho visto il suo amore per me per tutti questi anni e l'ho amato anch'io in silenzio nell'ultimo periodo credendo che sicuramente non mi avrebbe accettato. Quando poi però finalmente abbiamo capito i nostri sentimenti reciproci avevamo bisogno del nostro tempo per capire fino a che punto avremmo funzionato e diciamo che la nostra relazione è iniziata con una bugia.
Gli ho sempre mentito su Stefano e quando ho per forza di cose dovuto dirglielo lui ha afferrato il telefono dal tavolino del bar dove stavamo ed è corso via. Non sono riuscito a fermarlo troppo scioccato dalla sua reazione. Io credevo di sistemare finalmente le cose, ma penso che lui abbia interpretato le mie bugie come un possibile amore che provo ancora per Stefano e si è richiuso nel suo dolore》 fa una pausa mordendosi il labbro per evitare di piangere.

Conosco fin troppo bene quel gesto.

Vedere Surry in questo stato mi fa più effetto di quanto credessi...

l'altro giorno sembrava così forte e guardalo ora...

A pezzi davanti a una porta sperando che l'uomo che ama non abbia fatto stronzate.

Rivedo in lui così tanto di me in questo momento e temo per Giuseppe.

《Ho capito che fosse a casa sua perchè lui non lascerebbe mai le luci accese in casa se non ci fosse lui dentro e quando sono corso qui per controllare quelle del salotto da fuori si vedevano accese. Ho provato a bussare, a urlare, a sfondare la porta, ma niente》conclude poi lasciandomi fare i ragionamenti nella mia testa.

Giuseppe è disperato, chiuso da solo in questa casa, con non si sa quante cose stupide possibili da fare.

Mi costringo a ricordare a me stesso che Giuseppe non è Stefano.

Giuseppe è troppo forte per cedere.

Mentre rimugino la serratura finalmente scatta e si apre.

Surry si fionda subito nel salotto chiamando Giuseppe a gran voce.

Io richiudo la porta alle mie spalle tremando, non so se sarei pronto a vedere ciò che la vicina di casa ha visto quando Stefano ha tentato il suicidio.

Non voglio rivedere anche in Giuseppe il mio passato che ho tanto cercato di celare.

Sento un tonfo provenire dal salotto.

《Grazie a Dio! Oh per fortuna, per fortuna》 sento sussurrare tra un singhiozzo e l'altro.

Quando varco l'entrata del salotto Giuseppe è seduto sul divano le lacrime agli occhi, le cuffie nella orecchie piantate a massimo volume.

Volume così alto che riesco a sentire anche dal mio posto cosa stia ascoltando.

Questo spiegherebbe perchè non ha sentito le urla e i tentativi di Surry di sfondare la porta, o meglio non ha voluto sentirli.

Nelle mani stringe un ciondolo molto fine con inciso al centro una S.

Probabilmente lo stava poco prima stringendo pensando a Salvatore.

Dev'essere una cosa che hanno in comune, infatti sul collo di Surry vedo penzolare un identico ciondolo con però una G incisa.

Non mi era mai capitato di farci caso prima.

Surry appena deve aver visto Giuseppe si è fiondato su di lui stringendolo forte.

Ora sono qui abbracciati.

Surry per la prima volta da quando lo conosco lascia andare le lacrime davvero, bagnando la maglia di Giuseppe.

Il più grande lo stringe fissando il vuoto davanti a se, probabilmente è incredulo del fatto che Surry sia davvero effettivamente innamorato di lui tanto da mostrarsi in lacrime.

L'unica cosa che posso fare è sorridere per questa dolce scena e sperare nel mio cuore di avere lo stesso magico rapporto con Stefano chiuso ora in quell'ospedale.

Tiro un sospiro di sollievo, le cose sono andate per il verso giusto, Giuseppe ha imparato ad amare troppo la vita per buttarla via.

Credo che dovremmo imparare tutti molto da lui.

Saluto i due ragazzi con un cenno imbarazzato, credo abbiano molto da dirsi.

Decido di tornare all'ospedale.

Rimugino nel frattempo su quanto successo.

In queste ultime settimane la mia vita l'ho vissuta così vicina alla morte che quasi mi sembra assurdo esserne usciti tutti vivi e salvi.

Una volta arrivato mi avvicino alla porta di Stefano, ma una figura femminile, snella e alta mi ferma.

Sabrina...


~Kaminari

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