Magia nascosta

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Capitolo 1

New York era tra le città più belle dell’intero pianeta, pensò la sedicenne Christina Collins, mentre apriva la tenda color verde speranza che impediva alla luce del mattino di passare attraverso la finestra e inondare completamente la sua stanza. Non solo considerava la sua città tra le più belle in assoluto, ma era anche rapita, letteralmente, dai suoi luoghi di interesse. In particolare, amava Central Park, in cui trascorreva la maggior parte della giornata insieme al suo migliore amico Alexander Smith.       Dei colpetti alla porta la distolsero dai suoi pensieri. – Chris, sei sveglia? – Era nonna Emily, che come al solito veniva a svegliarla tutte le mattine alle 06.00, quando doveva andare a scuola.                       

– Sì, nonna, arrivo! – aprì la finestra per far entrare aria pulita nella stanza; si avvicinò al letto completamente in disordine per infilarsi le sue pantofole verdi,dopodiché uscì dalla camera e si avviò nel corridoio verso la scala che portava in cucina, al piano sottostante.

Quando arrivò in cucina, Christina sentì subito l’odore invitante dei pancake che preparava spesso sua nonna a colazione. La stanza non era molto grande, ma abbastanza da accogliere, oltre alla cucina, anche un tavolo da pranzo circondato da sei sedie. Le pareti erano interamente dipinte di rosso mentre la cucina, il tavolo e le sedie, erano in legno scuro, che richiamava il colore della quercia. Sulla parete est c’era una finestra,dalla quale Christina vide la signora Fisher – che abitava nella casa di fronte – uscire, probabilmente per andare al lavoro. Era la dirigente di una grande azienda farmaceutica. Inoltre, era zitella e quindi abitava da sola. A volte veniva a chiacchierare con sua nonna quando rientrava dal lavoro. Sua nonna le diceva sempre che le faceva tenerezza perché era una donna sola e nessuno meritava di essere solo,perché la solitudine era una condizione, nonché un sentimento umano in cui nessuno ci si sarebbe mai dovuto trovare.          

– Buongiorno, tesoro – disse nonna Emily, dando le spalle alla cucina e sfoderando un enorme sorriso. Indossava una maglietta bianca e un pantalone nero. – Hai dormito bene? – chiese, corrugando le sopracciglia folte e marroni e sistemando un piatto con circa 3-4 pancake, al posto in cui era solita sedersi sua nipote.   

– Abbastanza – rispose Chris, accomodandosi sulla sedia di fronte alla finestra. Da lì, poteva vedere il cielo completamente coperto di nuvole: alcune erano bianche, altre, invece, bianche con alcune sfumature grigio scuro. Ma riusciva comunque a scorgere alcuni sprazzi di cielo azzurro che illuminavano la città attraverso le nuvole. Pensò – e sperò – che magari fossero soltanto nuvole di passaggio. Odiava la pioggia, la neve, e tutto ciò che fosse freddo. Il cielo azzurro, al contrario,la metteva così di buon umore da sperare che non scendesse mai la notte.                                          

– Viene a prenderti Alexander? – domandò sua nonna.                          

– Credo di sì, ci siamo sentiti ieri al telefono. – Chris alzò lo sguardo dal piatto per fissarlo sul viso di sua nonna. Quest’ultima aveva dei lineamenti così duri e scolpiti che la facevano sembrare, a prima vista, una donna acida e scostante. Invece, era tutt’altro. Una donna buona e gentile come poche altre, nonché molto avvenente, nonostante avesse poco meno di sessant’anni. Chris somigliava così poco alla nonna che a volte dubitava di essere sua nipote. Avevano veramente poco in comune, fisicamente parlando. Sua nonna aveva i capelli corti, ricci, scuri e sempre in disordine, mentre lei aveva i capelli color oro, lunghi e lisci che le arrivavano sulla schiena. Tuttavia, avevano gli stessi occhi verde chiaro, con alcune tonalità castano chiaro che le toglievano ogni dubbio sulla veridicità del loro legame di sangue. Sua nonna le diceva sempre che era il ritratto di sua madre da giovane. I suoi genitori erano morti durante un incendio. Non li aveva mai conosciuti. Aveva un anno quando accadde la tragedia e quindi era troppo piccola per ricordare anche un solo, piccolo, gesto affettuoso di sua madre o un semplice sorriso di suo padre. Lei era stata tratta in salvo dai vigili del fuoco, mentre la casa in cui abitavano e i suoi genitori vennero divorati dalle fiamme. Chris provava un’enorme fitta al cuore ogni volta che ci pensava. Ma almeno aveva sua nonna, la madre del suo papà. Fu sua nonna a prendersi cura di lei dal giorno dell’incendio. Viveva con lei da quindici anni, ormai. Era tutta la sua famiglia. E tutto ciò che le restava di un passato sventurato, erano tre fotografie dategli dalla nonna quando lei iniziò a crescere e a domandarsi perché non avesse la mamma e il papà come tutti gli altri bambini. In una foto vi era suo padre insieme a sua nonna. Il braccio sinistro muscoloso di lui circondava le spalle esili di lei. Erano entrambi vestiti allo stesso modo. Sua nonna indossava una maglia a maniche lunghe, pantalone di pelle aderente e stivali, tutto rigorosamente nero. Suo padre era vestivo uguale, con la sola eccezione di una giacca a vento altrettanto nera. Sembrava che dovessero andare a un concerto rock. Erano felici, però. Nonna Emily era molto più giovane, ma aveva comunque i lineamenti spigolosi e i capelli in disordine. Il padre aveva i suoi stessi occhi color verde-castano chiari ed era alto e bello, con spalle larghe e possenti. Nell’altra foto, invece c’era soltanto suo padre che sorrideva, in piedi, davanti a una…villa, pensò Christina, la prima volta che vide la foto. Sua nonna le disse che era la tenuta di un caro amico di suo padre. Ma quando Chris le chiese se poteva andare a fargli visita per farsi raccontare qualche aneddoto su suo padre, sua nonna impallidì e si affrettò a dire che, purtroppo, quell'uomo aveva abbandonato la tenuta ed era sparito. Chris però, notò che il tono di voce della nonna era vacillante, quasi come se si stesse sforzando di non piangere. Infine, nell’ultima fotografia – la più bella secondo lei – vi erano raffigurati entrambi i suoi genitori,  abbracciati, che si sorridevano l’un l’altro e si guardavano con occhi pieni di gioia, amore…speranza.  Anche in quella foto suo padre era vestito di nero,come lo era anche sua madre. Effettivamente, Chris constatò con i suoi occhi la prima volta che vide quella foto, che sua nonna aveva ragione sull’impressionante somiglianza tra lei e sua madre. Avevano la stessa tonalità di colore dei capelli, lo stesso naso piccolo e le medesime labbra sottili. L’unica eccezione era il taglio e il colore degli occhi che,  invece aveva preso dal suo papà. Sua madre, invece aveva degli intensi occhi azzurri. Chris teneva le foto incorniciate dei suoi genitori, sul comodino, accanto al suo letto, mentre quella che illustrava sua nonna e il suo papà l’aveva incorniciata e inchiodata alla parete di fronte alla scrivania  in camera sua.

Christina Collin e il libro delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora