Una guida

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Capitolo 43

Adam sparì oltre gli alberi, volteggiando con le sue ali luminescenti, che fendevano l'oscurità sottostante con bagliori biancastri.                                                                                                
Chris, Jason e Alex rimasero in piedi a guardarlo, finchè la sua figura divenne invisibile.                      

Chris girò la testa e guardò Jason, che stava al suo fianco, gli occhi blu che brillavano come pietre lunari. Lei le era grata per quello che aveva fatto. Realizzò che quella era già la terza volta che la salvava da una situazione di estremo pericolo: la prima volta, fuori scuola lui la difese da Justin che voleva attaccare lei ed Alex; la seconda, nel parcheggiò uccise quel demone che gli era saltato addosso; e la terza, proprio quel giorno, l'aveva salvata da un altro demone nel bel mezzo di una foresta morta, piena di oscure creature.                                                                                                           Chris era felice che lui fosse lì, con loro, per aiutarli, ma un inspiegabile senso d'ansia iniziava a crescere in lei. Non riusciva a controllarsi. Un'immagine prese vita nella sua mente: Jason che la baciava, mentre erano in macchina, lei che si scostava e correva dentro casa sua e che scivolava sulla porta d'ingresso, piangendo disperatamente.                                                                  
Quando le loro labbra si toccarono, Chris provò una sensazione stranissima, che allora definì come qualcosa di profondamente sbagliato. Si era detta, tra le lacrime, che era stato sbagliato e che lei amava Darren. Ne era quasi sicura. Però vederlo lì, davanti a lei, non poteva negare di provare qualcosa per lui. Non amore, ma comunque sia, sentiva che era qualcosa di intenso e profondo.      

Chris toccò il braccio di Jason, che si girò a guardarla in viso. - Come sapevi che eravamo qui? - chiese. Non era quella la cosa che avrebbe voluto chiedergli, ma quella domanda era d'obbligo.      

Jason lanciò un'occhiata ad Alex, poi tornò a guardarla. Sorrise. - Alex mi ha mandato un messaggio, dicendomi che tua nonna era stata rapita e che tu e i tuoi amici sareste partiti per la Città Magica. Non ha specificato il perchè, però sono venuto lo stesso. Mi sono trasformato in lupo e ho seguito le vostre tracce fino a qui. - Sorrise maliziosamente. - Sai, il tuo odore non è una cosa che si dimentica facilmente.                                                                                                      
Le guance di Chris si colorarono di un forte rossore, che la costrinse ad abbassare lo sguardo. Quello era un'aspetto di se stessa che aveva sempre voluto, se non perdere, controllare.                    

Un colpo di tosse ruppe quel silenzio imbarazzante. Alex si era portato la mano alla bocca e si tratteneva a malapena dal sorridere. - Ehm, in ogni caso - iniziò, cercando di tornare serio - ti ringraziamo. A quest'ora saremmo diventati ossa per cani, se non fossi arrivato tu.

-

Darren era rimasto sorpreso dalla dichiarazione di Jacob. Non se l'aspettava, però, non ci vedeva nulla di male. E in qualche modo non riusciva a trovare le parole giuste da dire in quella situazione, il che era strano, dato che lui sapeva sempre cosa dire in qualsiasi momento e in ogni situazione.    

- Adesso penserai che sono una specie di "cosa indefinita" e mi odierai per questo - sbottò Jacob, con la voce roca e gli occhi lucidi. - Sono diverso e forse l'ho sempre saputo, ma non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo. Forse per paura o per...ah, lascia stare. - Si girò e si portò una mano sulla fronte. Era evidente che non stesse bene.                                                                
Darren cercò di parlare con il tono pacato e deciso, che usava sempre per calmare le crisi isteriche di Paige o le ansie e le paure di Chris. - Jacob, non è così - disse. Non riusciva a trovare le parole adatte. Forse perchè non c'era mai stato bisogno di tranquillizzare Jacob. Darren era abituato al carattere irruente di Paige, ma Jacob non aveva mai dato segni di cedimento. Era sempre calmo e si divertiva in ogni occasione, trovando sempre la battuta giusta da piazzare in un discorso.              

Christina Collin e il libro delle ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora