5 (Nayla)

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«Il prossimo» strilla con voce acuta la signora. Abbasso lo sguardo: adesso tocca a me, non capisco come abbia fatto a sbrigarsi così in fretta avendo visto la sua flemma. Sono ancora infreddolita: il cappotto fa poco contro l'aria umida che consente al freddo di penetrare nelle ossa. Mi avvicino al banco, la signora mi guarda scocciata da dietro il vetro mentre prendo i documenti necessari dalla tasca, sbattendoli con poca grazia sul piano di metallo davanti a me. Grugnisce, li prende uno per uno, controllando intestazione e scadenza.

«C'è una multa da pagare per questa nave».

«Di quanto?» chiedo senza farmi troppe domande. Sarà almeno la decima che Axel si prende, ha accumulato almeno dieci foglietti rosa sul tavolo in cucina sotto un improbabile fermacarte a forma di elefante.

«Centocinquanta chronocrediti. Eccesso di velocità in area urbana...». Mi lascio sfuggire uno sbuffo. Imparerà mai a rispettare i limiti di velocità quell'idiota? Gliel'abbiamo detto tutti che sull'Atlantis non è sulla Starfall. «Come al solito, no?» aggiunge la donna abbozzando un sorriso dopo aver controllato il mio documento di identità. I nostri nomi, le nostre facce, le nostre azioni sono conosciute. Non sono pochi quelli che sento parlottare sotto voce sul nostro conto: di Erix ne parlano, è pur sempre il capo politico, Axel fa parlare di sé senza metterci sforzo, la memoria del tradimento di Aesta, almeno per coloro che facevano parte della Federazione è sempre viva, Davith... lei ha vinto la guerra, lei è la condannata diventata conquistatrice. Io, invece, non sono più nessuno. Tutto ciò che faccio è per il bene del pianeta, hanno trovato il modo di rinchiudermi in una gabbia dalle sbarre d'oro.

«Allora?» mi riprende la voce della signora. Già la odio. Mugugno qualche insulto diretto alla Starfall e al suo primo ufficiale, tirando fuori il denaro richiesto. Non mi è rimasta nemmeno una banconota nel portafoglio. Ora sì che me la paga quell'idiota. A questo punto spero che il gatto, da solo a casa, rovesci qualcosa di suo. La signora mette in una cassettina metallica il denaro, passandomi una ricevuta. Controllo l'orologio: se ci mette così tanto, su Kalea le cose potrebbero degenerare. Io so chi c'è su quel pianeta, anche se dopo... dopo tutti questi anni... sembra strano che loro possano esistere ancora, ma non vedo altra spiegazione razione. Non credo nei fantasmi, non mi sono mai avvicinata alla religione: non vedo il perché del pregare quando la scienza e la logica mi danno le risposte che cerco. Sbatto il piede in terra mentre la signora firma dei fogli con una lentezza che non ha nemmeno Axel la mattina presto. Si lecca il dito, divide due fogli e me ne passa uno. «Finalmente» sibilo fra i denti mentre lo afferro con un gesto rapido.

Ritirato il permesso di volo – ma tutti questi controlli serviranno a qualcosa? – mi dirigo a passo svelto verso la pista: lancio un'occhiata al foglio già stropicciato nella mano.

Scendo le scalette metalliche al gate numero nove, l'unico che porta alla pista tre. La nave di Axel è poco distante da qui, intravedo già l'ala azzurra. Sembra di essere una formica a confronto di alcune navi: i ricchi ostentano così il loro status, comprando navi private delle massime dimensioni consentite dalla legge. Mi copro il volto con la mano quando una di quelle decolla all'improvviso. Rimango ferma a osservarla mentre imbocca una delle tante rotte che partono dall'Atlantis. Scuoto la testa, correndo verso la nave. Sto perdendo tempo e loro su Kalea potrebbero essere in pericolo: nessuno sa effettivamente cosa ci sia, nessuno sa cosa gli Altri siano diventati.

Ma tornare su Kalea... non l'avrei mai detto.

Lancio il giubbotto sul posto del copilota, sedendomi ai comandi.

Faccio un profondo respiro prima di allacciare la cintura e accendere i motori. È questione di secondi prima che il rombo degli stessi sovrasti ogni cosa, che mi entri nelle orecchie, dando quasi la sensazione di farmi spaccare i timpani. Sistemo l'auricolare, sposto una ciocca di capelli, sfuggita dalla crocchia, dietro l'orecchio.

Ai confini del vuoto 2 - Operatio MortisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora