Extra 2: Missing moment

67 6 0
                                    

Dunque, non so se lo sapete ma oggi è la giornata mondiale del gatto nero. Ho mandato volentieri a quel paese elettrotecnica pur di scrivere questa cosa. Si può capire anche senza essere aver concluso progetto Minerva o essere al pari di questa. Diciamo che si ambienta poco dopo la nascita di Sayth, ma la metto qui visto che Jacob sarà molto più presente in questa storia che in quell'altra. Godetevi l'aesthetic su Nayla e il suo gatto prima di passare al missing moment.

 Godetevi l'aesthetic su Nayla e il suo gatto prima di passare al missing moment

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Nayla

Vedere Sayth così piccola, quasi scomparire tra le braccia di Erix, non fa altro che ricordarmi il giorno in cui trovai Jacob. 

Allora non era affatto la palla di lardo viziata come un re che adesso sta annusando la bambina sotto lo sguardo omicida di Vivi.

Era troppo piccolo, troppo indifeso. Eppure, ebbe la forza di avvicinarsi, strisciando sul terreno umido, incapace di reggersi sulle zampette. Anche lui, quel giorno, scompariva dentro il fazzoletto di stoffa ricamato con le mie iniziali come Sayth sta facendo adesso nella copertina rosa.

Doveva avere pochi giorni quando sbucò da sotto un cespuglio, cercando aiuto.

Fu l'unico essere che riuscì a impietosirmi.

Fu l'unico che si fidò ciecamente di me.

Rimasi immobile a fissare quell'esserino muoversi, inerme contro il freddo.

Se l'avessi lasciato lì, adesso non sarebbe a godersi le coccole di Axel e la ciotola sempre piena.

Avevo solo un fazzoletto in tasca, non avevo portato altro. Volevo solo dimenticarmi per un po' della guerra, della Starfall e di Erix. Ero stata sorpresa dal temporale e l'albero sotto cui mi ero rifugiata offriva un potenziale pericolo piuttosto che un riparo. Ma se non mi fossi messa lì, Jacob non sarebbe sopravvissuto. Nessuno avrebbe ascoltato i suoi miagolii disperati, più simili a un cinguettio che ad altro.

Venivano dal cespuglio accanto a me, all'inizio credevo che quei rumori fossero solo un prodotto della pioggia, poi, quando il temporale finì, capii che c'era qualcosa.

Poi lo vidi trascinarsi verso di me. Non avevo capito fosse un gattino, non lo capii finché non mi abbassai per prenderlo e stringerlo nel fazzoletto. Non era molto, ma era l'unica cosa che potessi fare. Senza saperlo, avevo già preso la decisione di portarlo a casa.

Guardai intorno, ma di una gatta o di altri gattini non c'era l'ombra. Nemmeno impronte. Forse era il più debole della cucciolata, forse era stato abbandonato.

Non ci misi molto a tornare nelle mie stanze, a cercare informazioni su come prendersi cura di un gattino. Si era appisolato nel fazzoletto, respirava appena. Forse tremava, non ricordo con certezza.

Ricordo solo le notti in bianco, passate a nutrirlo, a mettere da parte il sonno pur di farlo sopravvivere. Si metteva sempre sulle coperte, aspettando con impazienza che lo nutrissi con la siringa. Fin da piccolo, dimostrò un notevole appetito. Avrei fatto qualsiasi cosa per quell'esserino dagli occhioni gialli e dal pelo nero come la notte, come la Perseus. Forse era destino che diventasse la mascotte della nave: avevamo conosciuto entrambi la sofferenza, l'abbandono. Entrambi eravamo stati trovati in un giorno umido e freddo. Non l'avrei mai lasciato, glielo promisi una notte, quando lo sentii accucciarsi per la prima volta accanto alla mia faccia. Lo accarezzai, mi scese anche una lacrima. Fece le fusa, strusciandosi contro i miei capelli.

L'unico che aveva avuto la mia pietà, l'unico che mi aspettava sull'Atlantis.

Non so come fece a sopravvivere da solo: la fuga improvvisata con Aesta mi aveva fatto passare di mente Jacob. Quando mi accorsi che non era a bordo, non potevamo tornare indietro. Ingoiai la delusione, il dispiacere di non avere più quella piccola pantera accanto. Non ci pensai, tornando a essere la Nayla spietata che tutti conoscevano.

È solo un gatto, aveva detto Erix.

Per me Jacob non era solo un gatto: era un compagno, un fratello.

Era diventato estremamente schizzinoso nei confronti delle persone: con me sembrava il perfetto gatto da compagnia, con gli altri diventava una belva.

Come me, non sopporta Vivi. Con Erix va d'accordo, ma dipende dai momenti. Con Aesta non c'è pace da quando lei gli ha prestato la cosa sul tappeto del bagno. Anche lui, nero, a dormire su un tappeto nero, non è che sia molto intelligente.

Credevo di aver perso tutto con la sconfitta su Minerva. Quel processo mi aveva lasciato l'amaro in bocca: la Federazione aveva vinto, ma con il mio restare in vita mi sentivo quasi la causa di una loro vittoria non completa.

Rischiavo di perdere Aesta, la cui vita era affidata a una decisione su cui non potevo mettere bocca.

Ero certa di aver perso Jacob, ogni tanto lo sognavo, ma ogni volta mi svegliavo con la consapevolezza che quel legame che si era formato tra noi si era spezzato per sempre.

L'avevo lasciato al suo destino per seguire il mio.

L'avevo abbandonato.

Era la mia la colpa.

Lui non era scappato.

Io l'avevo lasciato sull'Atlantis.

Eppure, mentre aspettavo che finisse lo strazio del processo di Aesta, un gatto nero saltò sulla panchina dove mi ero fermata, accucciandosi senza troppi riguardi sulle mie cosce.

Miagolò, strusciando poi la testa contro la mia pancia mentre lo accarezzavo distrattamente.

Mi aveva aspettato, era rimasto lì, era sopravvissuto, l'aveva fatto per me. 

E ora, anche a sentirlo correre per casa alle tre di notte, distruggendo vasi che Axel si ostina a ricomprare, a salire sulla tastiera del mio PC quando tento di lavorare, a miagolare disperato anche con la ciotola mezza vuota non ho più il dubbio che il nostro legame possa spezzarsi.

Ho anche la certezza che Erix si sbagliava, si sbagliava di grosso. Jacob non era solo un gatto. Era, ed è, il mio migliore amico.



L'angolino buio e misterioso

Bon, è l'ho buttata giù tanto per, dopo un'altra giornata di studio. Che ne dite? Vi aspettavate che Nayla potesse avere pietà di un gattino indifeso?

E mi raccomando, nutrite Jacob se non volete avere mobili graffiati

Ai confini del vuoto 2 - Operatio MortisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora