Tutto.
Perché è così che è stato, è andato tutto storto rispetto ai nostri piani.
Sbatto un pugno sul muro: qualche pezzo di intonaco cade a terra. Rimango in quella posizione, con gli occhi fissi a terra e i capelli che ricadono sugli occhi in ciocche scomposte.
La stanza è buia, piena di muffa e puzza di stantio, non ne posso più di stare qui dentro.
Sono dieci le stanghette che ho tracciato sul muro. Una per giorno. Almeno l'orologio di Aesta non si ancora fermato, possiamo cercare di non impazzire visto che qui non c'è luce naturale, ma solo un neon che rimane costantemente acceso, penzolante sopra le nostre teste.
Me lo sono già chiesta sull'At5, poi su Minerva: quanto tempo dovrò rimanere qui dentro?
Sono dieci giorni che siamo qui io, Axel, l'Orlan e Aesta - dieci giorni che io e Axel non abbiamo fatto rapporto, dieci giorni che la Starfall è sull'Atlantis senza di noi.Eppure era una missione facile.
Eppure con la Starfall non dovevano esserci problemi.
Vorrei colpire di nuovo il muro, farlo finché le nocche dell'unica mano buona rimasta non sanguinano.
Non so nemmeno con chi prendermela: non è colpa nostra, non è colpa della Starfall.
Ci siamo trovati davanti non uno, ma tre portali. Una volta studiato il procedimento, abbiamo chiuso i primi due senza problemi, direttamente dalla Starfall, non ci sono state reazioni. A qualsiasi universo fossero collegati, adesso non ci sono più collegamenti. Non ci siamo nemmeno posti il problema di cosa sia successo là. Una volta chiusi, li abbiamo distrutti. Sospiro, togliendomi i capelli dagli occhi e appoggiandomi al muro con la schiena.
Ma il terzo... quello è stato solo un grattacapo. Non ha reagito correttamente e siamo dovuti entrare all'interno, cercare cosa causasse l'interferenza e non l'abbiamo trovato. Abbiamo trovato solo gli Altri, ci stavano aspettando senza ombra di dubbio. Siamo caduti nella loro trappola come degli scemi e per un attimo mi è balenata in testa l'ipotesi che i primi due portali fossero falsi. Ormai è tardi per controllare, posso solo constatare che siamo in trappola. Non credo fosse il terzo quello falso: non ci siamo spostati da quel suolo desertico. Ci hanno portato qua, legati e bendati. Sono furbi, non abbiamo avuto modo di vedere la strada per un'eventuale fuga.
Non ho dato troppo peso al fatto che l'Orlan si sia portata dietro Aesta che ha voluto con sé Axel che, a quel punto, mi ha trascinato con loro. Credevo fosse una cosa facile, poi, mentre armeggiavamo intorno al portale, sono arrivati gli Altri. Erano in troppi, uno scontro sarebbe stato un fallimento. L'unica cosa che ho potuto fare è stato ordinare alla Starfall di tornare sull'Atlantis, senza di noi.
Colpisco nuovamente il muro, qualche altro pezzetto di intonaco si stacca.
«Fare a botte con una parete non ci salverà».
«Sta' zitta, Aesta! Avevamo un periodo di pace, sta andando tutto a farsi fottere! Credevo di non dover più combattere, credevo di poter godere della tranquillità per una volta!»
«Calmati, Davith. Siamo tutti nella stessa merda, non solo tu».
Guardo male l'Orlan. Lei mi ha trascinato qua in pratica, non gliela farò passare liscia. Sto per ribattere, ma Axel si intromette nella discussione.
«Partita a carte?» chiede tirando fuori un mazzo di carte dalla tasca.
«Chetati!» urliamo in coro tutte e tre contro di lui che scrolla le spalle.
«Visto? Su una cosa siete d'accordo, nonostante mi sia dovuto sorbire i vostri starnazzi da oche impazzite. Ora, troviamo un modo per uscire da qui. Mi rifiuto di credere che l'ex comandante della Perseus, l'ex primo ufficiale e il comandante della Starfall non abbiano un piano».
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Ai confini del vuoto 2 - Operatio Mortis
Ciencia Ficción[la descrizione può contenere spoiler per Ai confini del vuoto 1 - Progetto Minerva!] A due anni dalla fine della guerra tra Alleanza e Federazione, quando l'intera galassia sembra ormai in pace, vengono registrati dei movimenti sospetti nella zona...