«Immagino abbiate parecchi dubbi...» mormora Aesta giocando con una ciocca di capelli.

Io e Axel annuiamo. È quasi  inutile rispondere ad Aesta: gli altri comandanti hanno eseguito l'ordine, un piano di guerra l'abbiamo, ma è rischioso partire senza sapere niente. Conoscevamo l'Alleanza, non era cambiato molto dai tempi della Confederazione ed eravamo riusciti ad avere spie anche sulle loro navi; come operavano era chiaro, chi effettivamente aveva le redini del comando lo sapevamo, ma contro gli Altri è davvero un salto nel vuoto. Potremmo vagare per la galassia per chissà quanto tempo, potremmo anche perderci, finire il carburante e morire nello spazio a bordo della Starfall senza aver trovato traccia di loro. Si nascondono, vengono allo scoperto solo per fare attentati o far esplodere pianeti... se continuano a distruggerli, probabilmente l'Atlantis sarà il loro ultimo bersaglio: sarebbe da solo, la Lega forse sarebbe già collassata su sé stessa e noi non avremmo più niente per cui combattere.

Ma non voglio cedere alla mentalità di Kase, non voglio ammettere che la diversità è la nostra rovina: il mio obiettivo è dimostrare che si sbaglia.

Tuttavia, non posso andare in guerra senza sapere cosa ho di fronte, qualcosa di più su quegli esseri creati in un laboratorio. Sono più umane alcune specie aliene degli altri sistemi, lucertole carnivore a parte. Ho bisogno di sapere e le uniche persone che possono darmi le informazioni che mi servono sono loro due.

«È inutile il silenzio adesso» sussurra Aesta e Nayla fa un cenno con la testa: adesso mi sembra totalmente diversa dalla persona che ho combattuto per anni.

«D'accordo». Alza di scatto lo sguardo, ha di nuovo la determinazione negli occhi. «Credo che abbiate capito che ho combinato un gran casino. Avrei dovuto parlarvene piuttosto che nascondermi dietro il silenzio. Avete i progetti decifrati, ora?»

«Sì, una delle poche trovate di Axel che non hanno portato a metterci nei guai».

«Gliel'ho suggerita io, in realtà...» mormora Zavis mentre Axel sorride sornione grattandosi una tempia. Chissà perché, lo immaginavo. 

«Hai un computer?» mi chiede l'Orlan inclinando la testa.

Annuisco, poi mi alzo e Sayth mi segue, probabilmente attirata dalla prospettiva di avere altro cibo.

Mi guarda delusa mentre prendo il computer che uso per lavorare dal suo scaffale, ma dopo averlo appoggiato davanti a Nayla, le faccio un buffetto sulla guancia. «Hai già mangiato» le dico, lei fa un versetto di disapprovazione e poi torna a giocare con Cyd.

Nayla scorre il documento. «Non sembra completo... forse mancano delle parti...»

«Sì, credo siano quelle che riguardano gli universi alternativi da usare come arma. C'è qualche accenno, ma niente di più. E da quando ho letto il suo nome, ho il sospetto che l'idea di Minerva non sia stata di mio padre, quanto di mia madre».

«Isbel era il motivo per cui non volevo dirti niente... avevo paura di riaprire una ferita troppo grande e forse mai risarcita».

Sospiro, appoggio le mani sul tavolo e volto la testa di lato. «È morta, niente la potrà riportare indietro... forse sarebbe stata felice di avere Sayth intorno. Non è stato così, ormai l'ho accettato... anche se è stata dura» mormoro mentre Erix mi stringe con forza una mano.

«Mi ha colpito molto la sua condanna. Era una delle menti migliori dell'Atlantis, l'ammiravo profondamente».

Annuisco, ma non so che dire: per anni né io né mio padre abbiamo parlato di lei, ci siamo rassegnati. In fondo una grande responsabilità nella sua condanna è mia, forse non avrei mai dovuto parlare al re, forse non avrei mai dovuto mettere le mani sul progetto Minerva.

Ai confini del vuoto 2 - Operatio MortisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora