Cos'è successo?

La testa mi fa un male tremendo, non riesco ad aprire gli occhi.

Dove sono?

Sento delle voci, ma non riesco a capire di chi siano, che cosa dicano. Sembra che qualcuno stia piangendo, ma non ne sono sicura.

Sono viva?

Vorrei muovermi, ma non ci riesco. Non mi sembra di avere il controllo sugli arti, avrò perso altro?

Una mano stringe la mia, è fredda, gelida. È l'unica cosa che sento. Erix?

C'è silenzio ora, preferivo sentire delle voci almeno ero certo che ci fosse qualcuno.

«Mamma!»

Sayth? Mi rimbomba nella testa quel grido, è lei che sta urlando?

Ditemi di sì. Ditemi che sono loro due.

«Tesoro, non urlare, ho già mal di testa».

«Lavori troppo» scherza una voce familiare. Axel?

«Tu sei sparito per un mese e passa, non azzardarti ad aprire bocca che non eri tu a dover sgarbugliare la situazione dato che a comandante e primo ufficiale piace scatenare casini!» Zavis? È lui a borbottare?

La mano non lascia la mia, vorrei aprire gli occhi, capire che non sto sognando.

Cerco di fare mente locale.

La fuga, il portale, le comunicazioni impossibili con una nave. Un'esplosione. La LWSS che precipita e poi il buio.

Mi sforzo di stringere quella mano, quel pezzo di ghiaccio. Socchiudo gli occhi, ma la luce mi da noia. Troppa noia. Li richiudo all'istante, non ce la faccio.

Una mano fredda mi accarezza la guancia, accarezza le labbra con il pollice.

«L'avevi promesso di tornare in tempo per cena... non mi abbandonare, comandante, non azzardarti a farlo».

C'è una lacrima sull'angolo dell'occhio, la sento scendere lungo la guancia. Erix, è lui.

Sento un peso sulla pancia, come se qualcuno ci avesse appoggiato qualcosa o qualcuno ci si fosse seduto sopra.

Una manina va a cercare il ciondolo della collana, ci indugia sopra.

«Mamma...»

Sayth, la mia piccina. Vorrei stringerla forte.

Non riesco a muovere la mano, vorrei dire loro che sono viva.

Erix lascia la mia mano, vorrei dirgli di non lo fare. Il peso sulla pancia scompare - probabilmente me l'ha tolta di dosso. Torna a stringermi la mano, appoggia le labbra sul dorso, sento un'altra lacrima scendere lungo la guancia.

Mi sforzo un'altra volta di stringere la mano, lo sento irrigidirsi appena.

«Vivi, ti prego».

È il mio nome o un verbo?

«Dalle un po' di caffè, Erix. Se ti tira uno schiaffo almeno siamo sicuri che sta bene».

«Sta' zitto, Axel. È colpa tua se sta così» lo rimprovera Zavis.

«Mia?» urla lui. «Mia? Chi è che ha pensato bene di tirarci addosso Minerva? Ma che vi siete fumati sulla Starfall? Senza comandante non sapete cosa fare?»

È la volta buona che degrado qualcuno?

«Che ne sapevamo che eravate voi due? Quelle navi in genere le sfruttano per arrivare e fare attentati, non rispondevate e noi abbiamo seguito il protocollo» gli risponde Zavis.

Ai confini del vuoto 2 - Operatio MortisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora