- Cap. 23

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"Nemmeno le parole mi fanno trattenere il respiro quando
sei così vicina"

POV ALLIE

Sussulto a quella frase, spostando rapida lo sguardo per cercare di scorgere qualcosa nel suo: sembra stanco ed infelice, velato di una patina di euforia e adolescenza, perso nei miei occhi o forse nelle considerazioni della sua testa, solo sul mondo ma pieno di senso.
Sì, solo ora mi accorgo che i suoi iridi terrosi sono l'unica cosa ad avere senso nella stanza, le mani grandi e il profumo maschile affiancano questa importanza dotandola di assoluta certezza, accarezzandola per farla sentire mia.
Alzo una gamba e, lasciando cadere il disegno a terra, mi metto a cavalcioni sopra di lui, la mia intimità scoperta sul cavallo rialzato del prof, i nostri petti attaccati.
"Allie, Cristo, ti prego..."
Mugola qualcosa quando mi fiondo sulle sue labbra per baciarlo, apre la bocca per offrirmi la sua lingua e, scosso da un brivido, serra il braccio attorno alla mia vita.
Continuo a baciarlo con ferocia, afferrandogli i capelli e tirandoli all'indietro per mordicchiare la linea della sua perfetta mandibola, si lascia sfuggire un gemito quando mi sposto sul suo collo, leccando e baciando la pelle muschiata e vissuta.
Sento i suoi sospiri violenti contro il mio petto, tiene le labbra socchiuse e gli occhi serrati, quasi come se avesse paura di annegare nel mare di piacere che sento diffondersi nel suo corpo.
Ogni angolo di pelle del professore brucia di desiderio, riesco a percepirlo, ribollente contro di me, mentre alimenta la sete di volerlo fare mio.
O di voler essere sua.
Non è questo l'importante.

"Allie, per favore..."
Sussulta ripetutamente, sgranando gli occhi grandi, quando mi muovo con prepotenza sopra di lui, strusciando la mia intimità nuda e bagnata contro il suo membro duro e fasciato.
Sento la curva del pene tra le grandi labbra, ansimando aumento la velocità e serro le mani sulle sue spalle.
"A- Allie, Allie caz-" con voce rotta il professore mi afferra una coscia, fermandomi e schiacciandomi contro di lui.
"Non- Non riuscirò a fermarmi una seconda volta..."
Mi fissa, il volto paonazzo e gli occhi lucidi, subito pianta le mani dietro di sé, quasi sentendosi fuori posto distoglie lo sguardo e lo rivolge alla finestra: il sole è già calato e le stelle sono appena sorte.
Una lacrima corposa e fluida scivola lungo la sua guancia, prima che possa scomparire nel colletto della camicia la raccolgo con un dito, sfregandola tra il pollice e l'indice e distruggendola.
"Allora non fermarti." gli sussurro all'orecchio, sfiorandogli i capelli con il palmo e accarezzandogli la spalla.
Slaccio i bottoni della sua camicia e infilo una mano all'interno, allargandola sul suo petto e stringendo i pettorali.
Tanto saremo soli ugualmente.
Penso, mentre il professore mi schiocca del baci sul collo, allentando la presa dell'accappatoio.
Forse ci sentiremo persi lo stesso e similmente la vita non avrà alcun senso.
Ma come può non averlo.
Mi domando mentre con una spinta Downey ribalta le posizioni e tenta di stendermi sui cuscini della poltrona.
Con mano tramante afferra il lembo del mio accappatoio e lo apre, sussultando alla vista del mio seno scoperto e del fisico longilineo.
Abbassa la testa e bacia il mio seno destro, stuzzicando il capezzolo con le labbra e tirandolo verso di sé.
Vedo un sorrisetto formarsi sul suo volto quando un mio profondo gemito riempie la stanza, afferra le mie cosce nude e inizia a massaggiarle nell'interno, stringendo la pelle e facendo pressione con le dita.
"Ancora ti prego..." sussurro quando allontana la bocca dal capezzolo e lascia una scia di saliva sul mio petto.
Infilo i polpastrelli nel suoi capelli e spingo di nuovo il suo viso contro il seno, lo schiaccio nel mezzo, in un abbraccio soffocante, sentendo le sue labbra bagnate e il respiro affannato.
Il professore inizia a muoversi sopra di me, ansimando ferocemente e strofinando il cavallo dei pantaloni sul mio basso ventre.
Lo fermo, sentendo la forza mancare nelle gambe e cercando di slacciargli la cintura; subito copre il mio dorso con la mano: mi accorgo che ha il palmo sudato e tremante, la sposta e tenta di aprire il bottone con furia.
"Aspetta, faccio io..."
Gli sorrido, abbassando con calcolata lentezza la cerniera solo per vederlo impazzire sopra di me.
"Allie, oh Dio..."
Si dimena quando, di colpo, afferro il suo membro dai boxer, massaggiandolo per tutta la sua lunghezza e giocandoci con le dita.
Stuzzico la stoffa e poi infilo la mano all'interno, sentendolo caldo e duro sul palmo.
Un brivido mi scuote a quel contatto, getto la testa all'indietro e continuo a toccarlo seguendo il ritmo dei miei respiri accelerati.
"Allie, Allie, fermati..."
Leva bruscamente la mia mano passandosi poi la sua tra i capelli e lasciando andare un sospiro.
Intreccio le gambe attorno alla sua vita e lui mi solleva, liberandosi subito dopo dell'accappatoio e avviandosi traballante verso la camera.
Stringe le mie natiche con le dita, portandomi a farmi sentire il suo membro eretto e duro, lo sento bagnarsi della mia eccitazione e sfiorarmi l'inguine quando, presa dal l'euforia, mi schiaccio contro di lui, serrando le braccia sulle sue spalle.

Downey mi spinge sul letto, e con un urletto soffocato affondo nel materasso, facendo cadere con un tonfo alcuni libri aperti che occupavano la coperta.
Sghignazza, tirando un ghigno perverso quando monta sopra di me, avanzando come dominato dal piacere: la camicia aperta e i pantaloni slacciati, i boxer scomposti e le mani sudate.
Palpa le lenzuola e raggiunge il mio viso, accarezzandomi le guance e baciandomi lentamente.
"Ti voglio..." gli sussurro all'orecchio, mordicchiandogli il lobo e stuzzicandolo con i denti.
Faccio scorrere i palmi sul suo petto e lo libero dalla camicia, scoprendo le spalle muscolose e stringendole tra le dita.
Downey si abbassa i pantaloni con foga, gettandoli in un angolo della stanza colpendo forse qualche volume sparso per il pavimento.
Mi massaggia il clitoride con le dita, guardandomi paonazzo in viso mentre mi dimeno sotto di lui, preme il glande, scostando la mano e gemendo profondamente.
Un colpo sembra catapultarmi in un'altra terra quando con una spinta mi fa sua, ringhia e mormora qualcosa di sporco quando lo supplico di aumentare la velocità.
"Ti prego, più forte..." conficco le unghie nella sua pelle, graffiandogli la schiena e strappandogli un lamento.
Forse ho trovato un mondo con un qualche senso.
Un 'qualche posto' con un 'qualche senso'.
Sussulto ripetutamente a tempo delle sue spinte, allacciando le gambe attorno al suo bacino per sentirlo ancora più dentro di me, massaggiandogli i glutei con i piedi e lasciando che il sudore scorra fra i nostri corpi.
Infilo le dita tra i suoi capelli, aprendo la bocca per prendere aria e facendo scontrare i nostri volti; Downey mi lascia un bacio veloce, trattenendo per un attimo gli ansimi e intrecciando la mano tra i miei riccioli scomposti sul cuscino. Accarezza il ciuffo biondo e se lo passa tra i denti, succhiando l'estremità e bagnandolo con la saliva.
"Dio..." getta la testa all'indietro, stravolto dal piacere, sento le gambe tremare e la vagina contrarsi.
Un attimo e sono travolta dalla passione, il professore allacciato a me urla lussurioso stringendomi la vita e raggiungendo l'apice.
Mi lascio andare sul cuscino, ancora scossa dai brividi e con la testa libera da ogni pensiero; vedo Downey sistemarsi il ciuffo bagnato e sorridere euforico.

SPAZIO AUTRICE
HEYY
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