- Cap. 30

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"È nella natura del desiderio
di non poter essere soddisfatto,
e la maggior parte degli uomini
vive solo per soddisfarlo."
Aristotele

POV ALLIE

Mi precipito fuori dall'aula, seguendo la camminata sicura e arrogante del professore.
Avevo visto una roccia versare una lacrima sotto il cielo limpido, e il mio cuore era stato distrutto, più dei pianti notturni, era stato più doloroso del sentirlo piangere tra le coperte, quella sola goccia di pioggia sul suo volto aveva fatto più male.

Svolto l'angolo e scorgo la sua figura chiudersi nel bagno, mi accosto alla porta e resto in attesa ad ascoltare il fruscio dell'acqua.
Solo quando lo sento chiudere il rubinetto spingo leggermente sulla superficie e lo vedo immobile davanti ai lavandini con le mani appoggiate ai bordi.
Entro e mi ritrovo a pochi metri da lui, la sua dura espressione riflessa nello specchio e gli occhi spenti.
"Robert..." appoggio la mano sul suo braccio, sporgendomi accanto ai rubinetti e rendendomi conto che i suoi palmi stanno ancora tremando.
"Non è niente, ora mi passa..." con un cenno imbarazzato indica le sue mani strette sulla superficie, forza un sorriso e poi continua:
"A volte mi succede, non è nulla..."
Scosto il braccio e lo avvolgo attorno al suo bacino, Robert sussulta e stringe convulsamente le dita.
Mi avvicino ancora, sperando di dargli conforto, lui però scosta la testa ed evita di guardarmi.
"Perché non mi dici che cosa c'è? Io mi sono confidata con te e mi sono sentita meglio, è successo in questo stesso bagno te lo ricordi? Ecco, ora tocca a te..."
Scuote la testa testardo
"Sto bene, non c'è nulla."
"Robert guardati, stai tremando, non è possibile che non ci sia nulla."
Avvolgo anche l'altro braccio attorno al suo corpo scosso dai brividi, passandolo sugli addominali e stringendolo sul fianco.
"Tu non capisci..." bisbiglia, trattenendo un singhiozzo.
Continua a scuotere la testa e poi all'improvviso si rivolge a me seriamente arrabbiato.
"Se mi stai così vicino non mi aiuti, cazzo!" urla, senza per altro spostarsi di un passo e inducendomi a fare un salto indietro per lo spavento.
"Bastava che ti scostassi! Non c'era bisogno di trattarmi così!"
Innervosita lo fisso duramente, ma il suo sguardo infelice e lucido mi fa subito abbassare gli occhi.
Ridacchia con sarcasmo.
"Già, semplice no? Peccato solo che non sarei mai riuscito a scostarmi da te." solleva la testa e fissa lo specchio con freddezza, respirando profondamente e notando la mia reazione. Resto immobile a pochi passi, stupita e confusa.
"Non so come uscirne, Allie..." dice ancora, tirando un breve sorriso rassegnato e dondolando la testa.
Mi avvicino di nuovo, senza per altro sfiorarlo.
"È colpa mia?"
"Non hai fatto niente di sbagliato, ero consapevole che avrei sofferto prima o poi... doveva accadere sai?"
Lo guardo confusa.
"Perché?"
Lui ridacchia, come se stesse parlando di un concetto così ovvio che solo io non riesco a capire.
"Perché le giornate sono più leggere adesso che ci sei tu..."
Sorrido spontaneamente, sentendo il cuore euforico e sollevato.
"E perché questo dovrebbe farti soffrire, Robert?" chiedo, con una inflessione allegra nella voce.
Lui si volta, sostenendosi sul bordo dei lavandini con le mani e sorridendomi con malinconia, come se stesse parlando ad un bambino.
"Non capisci ancora eh, Allie?"
Resto ferma a fissarlo interrogativa, inducendolo ad andare avanti.
"Io non posso averti." butta fuori con un unico respiro, nascondendo poi gli occhi e lasciando cadere il mento in basso.
Il calore nel mio corpo sembra estinguersi di colpo, mi ritrovo a balbettare qualcosa in confusione, senza capire bene le sue parole.
"P- perché dici questo? Cos- cosa te lo fa pensare?"
"Insomma! Guardami! Sono il tuo dannato professore e ho cinquantatré anni! Tu quanti ne hai? Diciassette? Perfetto! Un uomo di cinquantatré anni ed una ragazzina di diciassette! Una cosa fuori dal mondo!"
Rilassa il tono e poi continua con malinconia.
"Io non posso darti niente, Allie."
"Ma- ma cosa dici? Tu mi tieni al caldo la notte... Robert, ti prego, potrem-"
Indurisce lo sguardo e mi interrompe
"Che cosa eh? Ti stancheresti di me, come ogni adolescente si stufa di tutto dopo un po', e la sai una cosa?"
Sbatte i palmi sul lavandino e avviandosi verso la porta getta fuori l'ultima frase, lasciandomi senza fiato.
"Non riuscirei a sopportarlo, Cristo!"

Resto di stucco, immobile sulle mattonelle lucide con la testa annebbiata, sento le prime lacrime scivolare sulle guance e la sensazione di essere rimasta sola senza conoscerne nemmeno il motivo.
Se mi stancherò di lui?
Beh, il mio corpo mi urla di no, ma non potrò mai assicurarlo.
Se sarò felice al suo fianco?
Beh, la felicità è relativa, forse sarò anche triste ma intanto sarò insieme a lui.
"Ti amo, Robert..." bisbiglio tra i singhiozzi.
L'unica cosa di cui sono certa è che le ore hanno un senso adesso, persino i giorni e soprattutto le notti, il freddo quasi è scomparso dal mio corpo e una nuova filosofia sembra brillare tra le mie mani.
Qual'è questa filosofia?
Beh, la mia filosofia è lui.

SPAZIO AUTRICE
CAPITOLO DECISIVOO
IL PROSSIMO È QUEL TIPO DI CAPITOLO CHE ASPETTATE DA DECENNI
EH SI BELLA GENTE...
A presto
Mini

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