- Cap. 37

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"Vi sono in cielo e in terra
assai più cose di quante ne
sogna la tua filosofia."
Shakespeare

POV DOWNEY

Rallento e faccio manovra per accostare al lato della strada, spengo il motore all'improvviso e mi giro verso Allie. Lei rivolge il volto al finestrino, non ha detto una parola da quando siamo usciti dal supermarket ma il suo sguardo la tradisce, pungendo violentemente e riflettendosi sul vetro appannato.
"Allie..." dico con un sospiro, allungo il braccio e faccio scorrere il palmo sulla sua coscia. Lei tira un timido sorriso e poi mi guarda.
"Mi dispiace." continuo.
"Di cosa? Non è certo colpa tua, non è colpa di nessuno..."
"Lo capisci Allie vero? Io e te, insomma, si sapeva, no?"
"Che cosa? Che non possiamo stare insieme?"
Indurisce lo sguardo e mi colpisce senza difese.
"Tanto a te non importa vero?"
"Perché dici così?" cerco di calmarla, facendo scorrere la mano sulla sua gamba e accarezzandola. Lei, però, risentita spinge via il mio braccio e inizia a fissarmi.
"Perché non mi dici cosa provi? Cosa provi per me?"
"I-io..."
Resto interdetto, senza parole, nessuna dialettica e nemmeno un briciolo di eristica. Ma come si può ridurre un discorso a solo esibizionismo verbale quando le frasi dell'altro sono così vere e appassionate. Ingannare con la parola? Riproporre banali risposte?
No, è impossibile anche solo pensarlo.
Un sorriso allora? Una carezza?
Come potrei mai spiegarle quello che sento? La vena che mi anima di notte e mi uccide la mattina, l'ampio e pericoloso varco che provocano le sue braccia, il calore del suo corpo e la distanza tra le nostre mani e poi la pace di quando mi sorride a tavola, come se i perché non esistessero e la verità assoluta di cui parlava Platone fosse dinnanzi a me.
Come faccio a dirle tutto questo?
Che stare con lei è sensato, vero e reale, forse sbagliato ma cosa importa alla notte fredda ed ingiusta, alle stelle egoisti nel cielo e alla mia testa.
Davvero sarò giudicato per questo?
Per averla stretta a me dopo averla chiamata ragazzina, fatta mia col senso di colpa e sorriso tra le coperte.
Forse la natura con la sua innocente crudeltà avrà un lieve riguardo verso di me visto che ho dedicato tutta la vita ad ammirare la sua straordinaria bellezza, a stupirmi davanti alle sue forme e a riflettere sui suoi quesiti insolubili.
"Perdonami Allie..."
"Non provi niente per me vero?
Ti sei solo divertito?"
Sobbalzo incredulo; davvero non riesce a sentire la mia anima in subbuglio quando le sono vicino?
"Davvero non capisci Allie?" chiedo ridendo lievemente, lei appare confusa ed inclina quel suo visino da bambina.
"Avvicinati allora, cercherò di spiegartelo..."
Accosta timida il suo volto al mio, puntandomi contro i suoi dolci occhi spauriti, come se mi stesse implorando di proteggerla, ed io la bacio, esponendola ancora di più al pericolo, non difendendola affatto e restando senza fiato. Ho quasi timore ad aprire la bocca, sentendo una dolorosa morsa allo stomaco quando rifletto che sto baciando una bambina, ma cosa importa cazzo! Mondo, voltati dall'altra parte e non mi guardare, andrò all'inferno per questo e lo so, ma che cosa posso fare se il significato della mia esistenza è sbagliato per te.
Allungo le braccia e le attorciglio attorno alla sua vita, tirandola verso di me e facendo scontrare i nostri petti.
Allie si solleva, afferra il mio labbro con i denti e stringe forte strappandomi un gemito. Subito apre le gambe e si siede a cavalcioni sopra di me.
"Ti odio..." sussurra, mordicchiandomi il lobo dell'orecchio e infilando le dita tra i miei capelli.
"Anche io mi odio."
Lei ridacchia, sposta il volto e cattura di nuovo le mie labbra in un bacio: la sento lambire i miei denti con la lingua,  poi si sposta e la attorciglia attorno alla mia così da approfondire il bacio.
Mi sento animare di un profondo desiderio quando accosta ancora di più il suo corpo al mio, premendo il seno alla base del mio collo e sedendosi sul cavallo dei pantaloni.
"Allie ferma, non possiamo assolutamente qui..." borbotto, cercando di allontanarla.
"E allora dove Robert?" dice lei con tono seducente. Si strofina contro di me e chiude gli occhi con un sospiro.
"Voglio farlo adesso."
Scosso da un profondo brivido lungo la schiena serro di scatto la mascella, Allie  arcua il busto mi stringe con le braccia in una potente morsa.
"Va bene, va bene..." dico boccheggiando
"Ma dobbiamo almeno allontanarci dalla strada piccola."

Parcheggio all'imbocco di una secondaria, infrattando l'auto tra le fronde di un albero dietro un alto dosso. Allie aspetta pazientemente che spenga il motore, poi con un rantolo slaccia i bottoni del mio cappotto e mi scopre il petto.
Sospiro pesantemente guardando le sue dita leggere sfiorarmi la camicia.
"Sbrigati..." sussurro preso da una profondo frenesia.
"Sei impaziente adesso, Downey?" ridacchia lei, indugiando sul mio collo e lasciandomi un dolce bacio sul mento.
Approfitto della vicinanza per tirarla verso di me, si accomoda nuovamente sulle mie gambe e sorride.
"Non ho mai fatto una cosa simile, Allie..."
"Intendi che non hai mai fatto sesso in auto?"
Infilo i palmi nei suoi pantaloni, massaggiando i glutei e sformando la stoffa.
"Sono un ragazzo perbene io."
"Sì, certo..."
Tiro un sorriso obliquo, afferrando subito il suo labbro inferiore per costringerla ad aprire la bocca.
"Ti voglio adesso." geme lei strofinandosi ancora contro di me.
Sussulto quando sfiora la mia patta con la mano e ne abbassa la cerniera, nel contempo raggiungo con le dita la sua vagina e inizio a premere sul clitoride.
"Oh Dio, Robert..."
Ansimo insieme a lei, Allie scopre il mio membro pulsante dai boxer e si libera dei pantaloni non con poca difficoltà.
Mi si annebbia la vista per qualche istante quando con un colpo si fa mia, un brivido mi scuote il petto mentre con un singulto trattengo l'urlo, schiaccio la schiena contro il sedile e resto senza fiato.
"Ti amo Robert."
Dice sospirando profondamente, si alza e trattiene i gemiti.

SPAZIO AUTRICE
AUGURI GENTEE SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO
ANCORA BUON NATALE A TUTTI
Con affetto
Mini

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