"Non amo nient'altro.
A parte il calore della tua pelle
sul mio corpo.
Quello lo amo più di
ogni altra frase."
Prof. DowneyPOV ROBERT
Ti amo.
Dio, ma cosa sto dicendo.
Io amo solo le mie riflessioni e i miei libri, neanche quelli a volte.
Amo le stelle e la luna alta nel cielo, i versi delle odi di Orazio e come le parole fluiscono dalla stilografica.
Non amo nient'altro.
A parte il calore della tua pelle sul mio corpo.
Quello lo amo più di ogni altra frase.Scuoto la testa ed adagio le mani sulla cattedra, lisciandone nervosamente la superficie e lasciando l'impronta del palmo.
Dio, Robert, devi calmarti: non fai altro che pensare alle sue strette notturne e non ti concentri durante le lezioni.
"Si sente bene, professore?"
Qualcuno, ai primi banchi, ha allungato il collo e mi sta domandando qualcosa sulla spiegazione. Annuisco e fingo di ascoltare, sebbene le mie pupille corrano alla figura di Taylor seduta scomposta in seconda fila.
Sta chiacchierando animatamente con un ragazzo sistemato accanto a lei, John Garrett o qualcosa di simile, che di recente si è aggiunto ai corsi: lei sembra rinata, sorridente e solare quasi stona contro le pareti biancastre e i volti smunti dei sui compagni, forse è riuscita ad afferrare una nuova filosofia e non mi ha detto nulla, lasciandomi qui sulla sedia come se fossi troppo lento per la sua giovane età.
O troppo vecchio.
O forse semplicemente troppo lontano dalla sua mente attiva ed ingannevole.
"Sì, va bene così." rispondo, senza avere la minima idea di ciò di cui si stava discutendo.
Mi sollevo dalla seduta e chiudo con un tonfo il libro di testo.
"Ragazzi, vogliamo finire un po' prima oggi? Forza andate in cortile..."
Si alzano tutti, avviandosi verso l'uscita e mormorando saluti, solo quando Allie e Garrett si avvicinano alla cattedra mi rendo conto del violento tremore che scuote le mie mani.
"Ti va di andare a mangiare qualcosa insieme questa sera? Magari potremo anche andare al cinema, sai danno uno di quei film di supereroi, della Marvel, ti piace il genere?"
Le serro attorno alla copertina, cercando di respirare e trattenere l'improvviso impulso di rabbia.
"Non lo so, non lo conosco, potrei provare..."
"Taylor?"
Li interrompo, così di scatto, e le loro espressioni confuse quasi mi distruggono, facendomi sentire completamente fuori posto.
"P- posso parlarle?"
Resto immobile mentre la ragazza saluta Garrett con un sorriso e, arricciandosi un ciuffo soddisfatta, si avvicina a me.
"Ti aspetto alle 8.20 davanti al Cinema Imperiale, a dopo Allie, arrivederci professore!" lui, con passo svelto, sparisce per il corridoio.
Osservo per un attimo la porta spalancata e poi, insicuro, volto la testa verso di lei.
Allie, con occhi sfacciati e contenti, quasi mi induce ad abbassare lo sguardo.
"Volevi dirmi qualcosa?" domanda, con un sorriso.
Fantastico, non so cosa dire.
Non ho una singola parola per la mente e questa, talmente confusa e imbarazzata, non tenta nemmeno di formulare una scusa.
Picchietto leggermente due dita sulla cattedra e poi con uno scatto sollevo la testa, dondolandola appena davanti a lei.
Devo apparire sconvolto, o forse infelice, perché subito il sorriso scivola via dal suo volto.
"Robert è tutto apposto?"
Qualcosa anima il mio petto quando la sento pronunciare il mio nome, tiro gli angoli delle labbra con malinconia e poi continuo a guardarla.
Dio, Allie, per favore, cerca di capire quello che sento, non farmelo dire, non farmelo dire ti prego, risuonerebbe stupido e frivolo tra queste pareti, forse privo di senso e vuoto, come estraneo al mio cuore, alla mia mente, al gelo sul mio corpo e nella mia vita, magari saranno solo parole messe in fila e non brilleranno del colore che vedo.
Per favore, guardami negli occhi e cerca di capire.
Sembra indugiare nelle mie iridi, subito dopo però distoglie lo sguardo e sospira.
"Allora, vuoi dirmi qualcosa o no?"
"Non capisci, Allie?"
"Che cosa dovrei capire?" continua con una mezza risata infastidita.
Scrollo le spalle e faccio finta di interessarmi ai compiti sulla cattedra.
"Nulla, scusami, non c'è niente, puoi andare..."
"Robert..."
Si china vicino a me e, notando il tremore alle mie mani, mi sfila i fogli di mano.
"Che cosa vuoi dirmi?" sussurra dolcemente.
"Niente, non voglio dirti niente..."
Evito di guardarla e afferro la giacca dallo schienale, tento di infilarla ma il braccio mi resta impigliato tra i bottoni.
"Aspetta, lascia che ti aiuti..."
Mi afferra il polso e fa scorrere il mio braccio nella manica, aggiustandomi poi i risvolti e la stoffa sulle spalle.
Ferma di fronte a me indugia con i polpastrelli sulla mia cravatta, il suo petto a pochi centimetri dal mio.
"Perché non vuoi parlarmi?"
"Non- Non ho nulla da d- dire..."
Mi trema la voce, tiro un sospiro e serro la bocca per non balbettare ancora.
"Menti, non ti senti bene? Che cosa succede?"
Percepisco un formicolio nelle gambe e un desiderio improvviso di allontanarmi da lì; è come se un lembo di notte si stesse avvinghiando attorno al mio corpo, pizzicandolo sui fianchi per farlo piangere come le coperte del mio letto, svuotandolo di senso e riempiendolo di vuoto, mostrando con i prepotenza i pensieri che colmano le mie veglie. Le paure, la solitudine e la triste piaga della vita, il desiderio di essere diverso e magari con qualche anno meno, di vivere lontano con qualcuno al mio fianco.
Perché sì, i giorni sono più leggeri con Allie tra le braccia, le ore scorrono serene e i suoi sguardi mi rendono felice; già, non soddisfatto, proprio felice, come solo le riflessioni di Parmenide riescono a fare.
Ma io non sono suo.
E lei non è mia.
E continuiamo entrambi ad essere soli.Continuo a tenere la testa bassa mentre una lacrima, sfuggita al controllo, riga la mia guancia.
L'asciugo di scatto e raggiungo a grandi passi la porta, Allie continua a chiamarmi dall'aula, pregandomi di fermarmi e parlarle.
"Robert! Rob- professore! La prego!"
Forse si rende conto di aver urlato il mio nome e con un singulto smette di parlare, attraverso il corridoio e non mi volto nemmeno a guardarla.
Non avrebbe senso.SPAZIO AUTRICE
MA VAII ROBERT
BEH, QUI SE NON SI DÀ ALLIE NA MOSSA...
Vabbè, spero vi sia piaciuto
Ditemi cosa ne pensate della piega che sta prendendo per favoree
A presto
E a presto anche il momento hott hehe
Mini
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Philosophy
FanfictionCosa spingeva la giovane Allie a sorridere al cielo? Forse era il desiderio di fare qualcosa di importante, di cambiare il mondo o era semplicemente la vena sarcastica della sua anima a mostrare il sorriso? E se un giorno Allie perdesse la capacità...