9. Sorpresa

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Si sa, le relazioni a distanza sono difficile da mantenere, ma sono anche le più belle in certi punti di vista.

Ero emozionata e, allo stesso tempo, tesa come non ero mai stata prima. Avevo bisogno di rivederlo, di  abbracciarlo e di far aderire il suo corpo al mio. Era una sensazione fantastica, la migliore che avessi mai provato, e non vederlo per tre mesi ha suscitato in me tanta tristezza.
Io e Thomas eravamo una coppia dall'ultimo anno di liceo, era tutto andato a gonfie vele prima che lui ricevesse una borsa di studio per una prestigiosa scuola a New York. Si sa, Londra e New York non sono proprio così vicine, così a me passò per la mente di finire la relazione più bella che mi potesse capitare. Thomas, però, non mollò, anzi mi regalò una relazione a distanza, brutta certo, ma ogni notte, anziché dormire, ci telefonavamo e parlavamo per ore ore prima che il sonno si impossessasse di noi, con la chiamata ancora aperta.
Quel giorno, però, Thomas sarebbe tornato dopo tre lunghi mesi senza il suo calore, e io ero lì, ad aspettarlo, stringendo il suo regalo che mi fece prima di andare l'università: un orso di peluche con la scritta ricamata "Thomas + T/N".
Stringendo forte il peluche al petto, guardavo i passeggeri scendere dal treno, mentre i miei capelli sorvolavano in aria, a causa del vento.
Strinsi ancora di più il peluche al petto, mentre sentì i miei occhi inumidirsi per poi asciugarli sul peluche gigante. A piccoli passi, cercai in tutti i modi avvicinarmi nella zona in cui sarebbero scesi i passeggeri, notando un movimento all'inizio dei binari: il treno.
Nella mia mente sorvolarono una serie di immagini, momenti miei e di Thomas, insieme, prima che la distanza ci spezzasse, ma non completamente.
Il treno cominciò a rallentare fin ora fermarsi completamente, mentre le porte si aprivano e i primi passeggeri scesero dal treno.
Corsi, con il peluche ancora sottobraccio, lungo l'entrata principali dell'automezzo, cercando con lo sguardo il mio ragazzo. Lo cercai con sguardo desideroso, immaginando i momenti futuri che avremmo passato insieme, non tramite uno schermo, ma una a fianco all'altro, quella volta per davvero.
La felicità si dissolse in me quando la stazione si svuotò e una leggere polvere si innalzava ai miei piedi.
Dov'era Thomas? Avevano annullato il viaggio? Dov'era finito? Queste erano le domande che mi ponevo, mentre sentivo delle piccole gocce uscire dagli angoli dei miei oggi.

-Thommy...- sussurrai, con il cuore a pezzi -dove sei?- singhiozzai, ormai consapevole di trovarmi sola, in una stazione deserta, aspettando il sogno di tanti mesi appena andato in frantumi. Feci scivolare il peluche per terra, tenendolo ancora mezzo alzato con la mano destra.
La stazione era deserta, si sentivano solo i miei leggeri singhiozzi, alimentati dalla tristezza e dalla solitudine che provavo in quel momento. Finché, una voce maschile e ben familiare mi risuonò nelle orecchie, facendomi voltare dall'altra parte per capirne l'origine.

-Sono qui- rispose lui. In giacca e cravatta e con un mazzo di fiori tra le mani, lui era lì, con un sorriso sghembo sul volto e due enormi borsoni in ognuna della sua spalle.
La mia felicità era in grado di spaccare i vetri come un urlo acuto. Con io peluche ancora in mano, alzai le gambe per poi correre e correre nella sua direzione come non avevi mai fatto prima. Lui buttò le borse a terra e mi accolse tra le sue braccia, così calde e familiari. Saltai su di lui e gli circondai subito i fichi con le mie gambe, mentre buttavo il mazzo di fiori rosa dietro di noi.
Il mio cuore stava esplodendo, era addirittura in grado di saltare fuori dal mio corpo data la velocità del battito. Lo guardai negli occhi, mettendomi una mano sulla bocca.

-Non sei reale- mormorai, stringendomi ancora di più al suo petto. -No- ripetei, -non puoi essere reale- e continuai a dire quelle frasi all'infinito mentre lui mi accarezzava dolcemente la testa, unendo le sue lacrime alla mie, formando un oceano.

-E invece sono vero- singhiozzò, facendo scorrere una mano tra i miei capelli. Mi strinsi di più a lui, singhiozzando. Feci aderire il suo corpo al mio e, in quel momento, le uniche cose su cui riuscivo a pensare furono solo due: Thomas, e il fatto che Ki Hong non smetteva di farci delle foto.
Presi il volto di Thomas, bisognosa, e unì le nostre labbra. Strinse la prese sui miei fichi mentre io schiusi la bocca per accogliere la sua anima con tutta me stessa.

𝐼𝑀𝑀𝐴𝐺𝐼𝑁𝐴 - 𝑻𝒉𝒐𝒎𝒂𝒔 𝑩𝒓𝒐𝒅𝒊𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒔𝒕𝒆𝒓 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora