10. Cuore a pezzi

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In cui il tuo cuore si spezza in piccoli pezzi quando vedi il tuo amore piuttosto impegnato.

Quella mattina era appena arrivato un nuovo pivello, Thomas, e perciò, tradizione dissero gli altri Radunai, la sera ci fu un gran falò come innaugurazione del nuovo ragazzo, cioè una nuova vittima, un nuovo morto.
Da quando ero arrivata lì, pochi mesi prima, l'unica cosa in grado di trattenermi dall'andare dentro il labirinto e di farmi ammazzare da un dolente, era Newt. Quest'ultimo aveva lasciato un segno nel mio cuore, aimé, indelebile.
Avevo imparato a convivere nella radura solo grazia a lui, a Newt, e lo dovevo ringraziare perché, se non fosse stato per lui, il mio corso sarebbe a tanto appeso in una delle pareti del labirinto, smembrato.

Quella sera, i radunai si stavo divertendo con il nuovo arrivato, facendo le solite rosse e bevendo le ricette strane di Gally e mangiando gli animali sgozzati da Frypan.
Me ne stavo seduta sul tronco di un albero, steso per terra proprio per fare da panchina. Tenevo fra le mani il bicchiere artigianale che avevano realizzato i costruttori, nel quale Chuck mi aveva obbligato a versarmi uno di quegli intrugli ideati da Frypan.
In quel momento, però, avevo bisogno di lui, del mio Newt. Avevo bisogno di quel ragazzo biondo che mi faceva accelerare il battito cardiaco ogni volta che, all'orto, ci toccavamo per sbaglio le mani mentre cercavamo di piantare i semi. Ma lui, sfortunatamente, non c'era; no era lì, con me. Perché non era con me? Semplice, già da qualche settimana era arrivata nella radura una nuova ragazza, Isabella, e dal suo arrivo, Newt non aveva fatto altro che starle appresso mentre cercava di flertare con lei. Lo potevo capire, lei era un bellissima ragazza: capelli biondo ramato, occhi chiari e un fisico da far invidia anche a Winston. Non la sopportavo. Newt non faceva altro che parlare di lei ogni ora, minuto, secondo e decimo di ogni fottutissimo caspio di giorno. A volte captava che mi chiedesse consigli o dei paradiso su come conquistare il suo amore o la sua fiducia. Inutile dire che io non smisi mai di piangere, la notte, proprio per il fatto di non far parte nel cuore di Newt.
Io volevo essere la regione del suo sorriso appena sveglio; la ragione del rossore nelle sue guance; e la ragione del rigonfiamento nei pantaloni. Però, quel posto non era il mio, no, era quello di Isabella, e io, con il tempo, avevo imparato a conviverci; ma non smettevo comunque di piangere la notte, sognando quei due innamorati.

-Stai pensando a loro, vero?- mi domandò una voce. Mi girai dall'altro fianco e subito mi sentì sollevata nel vedere l'asiatico proprio vicino a me, il quale cercava di consolarmi, fallendo.

-Non puoi farci niente- disse, -stanno insieme da pochi giorni, certo, ma non puoi spezzare i cuore a Newt, okay?- mi domandò. Era vero, Newt e quella tipa si erano "fidanzati" pochi giorni prima. Morale della favola? Io che prendevo a calci un albero mentre quei due facevano chissà cosa nella cucina di Frypan. Era difficile da accettare, certo, ma non ero una di quelle persone che pensa solo a sé stessa, tutt'altro. Se Newt era felice lo ero anche io, anche se si trattava di un essere sociopatico che, piano piano, stava allontanando Newt da me.

-Lo so, Minho- borbottai, -ma è così dura- e non ce la feci più, lasciandomi andare sulla spalla di Minho la quale, dopo un po', era già fradicia, bagnata dalle mie lacrime. Lui prese ad accarezzarmi la testa e, a un certo punto, sentì la sua presa farsi più solida.

-Minho- cercai di divincolarmi, -ma che?!- sbottai, cercando di divincolarmi. Quando riuscì a togliermi di dosso Minho, mi girai dall'altra parte e capì il motivo per cui mi ha trattenuto da non guardare in quella direzione. Davanti a me c'erano Newt e Isabella, partecipi in una scena piuttosto inappropriata. Sentì il mio cuore frantumarsi nel momento in cui Newt prese la ragazza in braccio, sostenendola con le mani sulle natiche. Newt prese a baciarle il collo e riuscì a notare chiaramente il sorrisino e le occhiate compiaciute che Isabella mi mandava mentre stritolava i capelli di Newt, facendolo sussultare.
Il mondo mi cadde addosso e, per un breve momento, i più bei momenti della mia vita passati con Newt, mi passarono davanti come dei flashback, facendomi credere che, per lui, io non ero nient'altro che una amica, una persona fidata e compagna di lavoro nell'orto. E mentre Isabella e Newt si baciavano, mi alzai in piedi, piangendo, e mi avvicinai all'entrata del labirinto, ignorando i continui richiami da parte di Minho.

𝐼𝑀𝑀𝐴𝐺𝐼𝑁𝐴 - 𝑻𝒉𝒐𝒎𝒂𝒔 𝑩𝒓𝒐𝒅𝒊𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒔𝒕𝒆𝒓 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora