12. Litigio

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Una coppia non è una coppia se la loro relazione non subisce qualche piccolo intoppo.

I miei occhi erano fissi su quel vicolo buio, stretto, nel quale due persone abbastanza familiari si stavano condividendo l'anima a vicenda. Era impossibile, surreale e mentalmente impossibile che il mio fidanzato, Thomas, mi stesse tradendo con la mia migliore amica, Isabella. Sentì un nodo alla gola nel momento in cui vidi la lingua di Thomas infiltrarsi dentro la gola della ragazza. Faceva così male? Si, se ve lo state chiedendo, il tradimento faceva male. Non piangevo, non ne avevo la forza. Anche il mio coraggio di andare lì e dare un pugno a tutti e due era andato a farsi fottere, lasciando spazio alla fragilità e all'infelicità. Non mi resi nemmeno conto che le lacrime avevano cominciato a sgorgare nei miei occhi. Ma io ero lì, fregandomene delle lacrime, ad ammirare il mio ragazzo mentre distruggeva una relazione di tre anni, perché, si, il nostro amore non si era mai interrotto per tre anni di fila, fino a quel giorno. Con un ultimo singhiozzo, decisi di andarmene, affranta dal solo pensiero che Thomas provasse ancora qualcosa per me.

Appena rientrai nell'appartamento, cercai di rendermi il più presentabile possibile per l'arrivo di Thomas. Non volevo sospettasse del mio sapere. Lo avevo sempre perdonato, e così avrei fatto. Ero innamorata follemente di lui, da non accorgermi che la causa del dolere non era Thomas, ma io, me stessa.

-T/N- disse una voce molto familiare. Sentì la porta di casa sbattere e successivamente due mani sui miei fianchi. Cercai di non piangere, trattenendo anche questo dolore dentro di me.

-Come stai?- domandò lui, notando il mio nervosismo e gli occhi leggermente arrossati. Risposi positivamente, cercando di mantenere un tono normale e non da "ehy, ho scoperto che mi tradisci ma, nessun problema, io ti tradisco con i biscotti del signor Balocco". Lui mi lasciò un lieve bacio sulla guancia e andò a sedersi sul divano, accendendo la TV e cominciando a guardare Game of Thrones, una stagione nella quale lui era molto presente. Così passò la serata: lui a raccontarmi del suo lavoro, e io che cercavo di non scoppiare in lacrime. Non potevo dirglielo, la nostra relazione era la cosa più bella che mi potesse capitare in tutto il mondo e, anche dopo gli ultimi avvenimenti, ero sicura che non sarei mai riuscita a non perdonare Thomas. Ero troppo buona e innocente per distruggere una relazione durata più di due anni e, se la causa doveva essere proprio il tradimento, allora preferivo di certo sapere le motivazioni e come mi avesse tradito. Non ero così ceca, sapevo perfettamente che, negli ultimi giorni, qualcosa in Thomas era cambiato: cominciò a essere più distaccata da me, a tornare dal lavoro disordinato e privo di fame, certe volte non mi salutava neanche e mi ignorava finché non raggiungevo il letto. Non ero stupida, infatti, la prima cosa che ho pensato è stato proprio il tradimento, ecco perché decisi proprio quel giorno di seguirlo. A quanto pare, i mie sospetti furono fondati e il mio cuore si ruppe, per sempre. Non era la prima volta che Thomas spezzava il mio cuore, per poi unirlo, di nuovo. Allora perché, in quel momento, mi sentivo così sorpresa? Forse perché mi sarei immaginata di tutto, ma non un possibile tradimento dal mio ragazzo.
Appena finimmo di cenare, Thomas si avvicinò a me e mi cinse i fianchi con le sue braccia magre. Cominciò a lasciarmi dei lievi e umidi baci sul collo ma, la sola idea di essere baciata dalle stesse labbra che pochi minuti prima avevano accarezzato un'altra, mi faceva provare un enorme disgusto. Eppure, lo lasciavo fare. Ero così innocente e troppo innamorata per lasciarlo andare via da me, che scartai subito l'idea di confessare il mio sapere.
Il mio fidanzato mi girò in modo da ritrovarmi il suo solito sorrisino sghembo davanti ai miei occhi. Lui posò la sua mano sulla mia guancia e, con il pollice, cominciò a delineare i tratti del mio viso. Continuò a lasciarmi dei docili baci dalla mascella, dove si trattenne per un po', fino agli zigomi, non trascurando anche l'angolo della bocca che accarezzò con insistenza fino a sfiorare le mie labbra.
Non volevo baciarlo, non quella sera, non in quel momento. La sola idea che quelle labbra, quelle che aveva baciato per più di due anni, si erano posate su altre che non erano le mie, beh, mi venì il voltastomaco. Ecco perché, prima che posasse le sue labbra sulle mie, gli mollai uno schiaffo sulla sua guancia destra, facendolo sgranare gli occhi e lasciandogli un segno rosso, ben visibile, di cinque dita. Era la prima volta che gli mettevo le mani addosso, ma il disgusto che provavo nei suoi confronti era tanto e doveva imparare che, anche per quanto Santarellina ero, avevo un limite e lui con quel gesto l'aveva appena oltrepassato.

-T/N...- sussurrò, spaventato e molto confuso dal gesto che avevo appena commesso. Non dissi niente, priva di parole. I miei occhi cominciarono ad inumidirsi e il labbro inferiore a tremare. Riuscì a malapena a sussurrare un -Scusa-, per poi scappare nella nostra stanza, sotto le urla del mio fidanzato.

I giorni che seguiremo furono i più devastanti, per me. L'in domani mattina, dissi a Thomas di abbandonare la casa, la quale condividevamo da più di due anni. Lui lo fece, senza protestare, con gli occhi arrossati e delle suppliche sussurrate. Ma io non cambiai idea. Thomas aveva catturato una parte di me, della mia anima, per poi distruggerla con nonchalance.
Mi sarei rifatta una nuova vita, senza Thomas, anche se fu più difficile di quanto avessi mai immaginato. Perché, in fondo, l'amore che per anni nutrivo per Thomas, era grande, e quell'amore che provavo verso di lui non si sarebbe mai spento, neanche dopo il tradimento. Perché, si, ero innamorata di Thomas e non avrei mai smesso di esserlo.

𝐼𝑀𝑀𝐴𝐺𝐼𝑁𝐴 - 𝑻𝒉𝒐𝒎𝒂𝒔 𝑩𝒓𝒐𝒅𝒊𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒔𝒕𝒆𝒓 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora