In cui tu vedi Newt morire, piano piano, per colpa dell'eruzione.
In quel momento, Thomas, Brenda e altri Radunai stavano valutando l'idea di salvare Minho oppure proseguire il nostro cammino.
Non ascoltai, troppo impegnata ad osservare il mio ragazzo, Newt, seduto su una sedia, in disparte. Si teneva il braccio che guardava con uno sguardo freddo.
Thomas mi risvegliò dai pensieri, scuotendo la sua mano davanti ai miei occhi.-Tu cosa pensi di fare, T/N- mi domandò Thomas.
-Beh, io non sto da nessuna parte, e questo lo sai bene; ma, se dovessi fare una scelta, preferirei non continuare le ricerche e gli inseguimenti, tutt'altro, dovremmo continuare il nostro cammino, con o senza Minho- dissi, con serietà assoluta. Vidi Thomas sgranare gli occhi e successivamente si udì una sedia rompersi. Ci impiegai un po' per capire l'origine del suono ma, alla fine, fu chiaro: Newt, con le vene ben visibile lungo il collo che pulsavano, aveva scaraventato la sedia in legno contro la parte in metallo, facendola, non so come, rompere le gambe.
-Newt...- sussurrai, sconvolta. Non era da lui comportarsi così, tutt'altro, era sempre stato un ragazzo serio, certo, ma anche molto educato e rispettoso nei confronti degli altri. La sua reazione, però, mi sembrò eccessiva e non da lui, non dal mio Newt.
-Pensi sempre a te stessa, questa è la verità!- sbottò. Quelle parole arrivarono dritto al mio cuore, facendone cedere metà. -veramente vuoi augurare a Minho una buona morte?!- urlò, sputacchiandomi in faccia. Non mi accorsi neanche di quanto si era avvicinato a me da quanto ero traumatizzata.
Cercai di rispondere a tono, ma le parole mi morirono in bocca, come il mio cuore.-Sei sempre stata l'eroina del gruppo, quella che se ne sbatte della vita degli altri e che pensa solo a sé stessa!- continuò, -mi pento profondamente di averti dato una chance in quell'albero, quella notte- concluse, per poi mormorare un "scusate" e uscire dalla casa.
Le gambe mi cedettero e dovetti appoggiarmi a qualcosa per non cadere. Thomas venne subito in mio soccorso, cercando di sorreggere il mio corpo e la mia anima, a pezzi.-Lo sai che quello che ha detto non è vero?- cominciò Thomas, e io annuì, un po' confusa e indecisa sul da farsi.
-Perdonalo, è molto stressante per lui, capisci?- domandò Thomas. Si, capisco, pensai, e lo feci davvero. Newt aveva appena perso il suo migliore amico per colpa della mia decisione e, forse aveva ragione, pensavo solo a me stessa.
Uscì fuori dalla casa, individuando subito il mio uomo seduto sui gradini in cemento, tenendo stretto a sé la sua collana. Era importante per lui, non so perché, se la portava sempre in giro. Aveva cominciato a portarla addosso da quando eravamo fuggiti dalla W.I.C.K.E.D, e non ho mai scoperto il suo significato.
Mi avvicinai a Newt, mettendogli una mano sulla spalla, facendolo sussultare. Non appena girò il suo volto, una scintilla attraversò i suoi occhi e non perse tempo per attirarmi a sé, stringendomi in un abbraccio pieno di amore.-T/N- sussurrò, con il viso tra i miei capelli e la voce incrinata: stava piangendo. -Mi dispiace tanto, lo sai che non è vero ciò che ho detto?- borbottò.
Presi ad accarezzargli dolcemente la schiena, con un bambino piccolo che deve fare io ruttino.-Perché, Newt?- domandai, -perché mi hai detto quelle cose spregevoli?-
-Credo che, ormai, non lo possa più nascondere- detto ciò, lui sciolse l'abbraccio per poi tirare su la manica del giubbotto del suo braccio destro.
Rilasciai un sussulto non appena vidi la sua pelle. Dopo quella visione, capì. Feci dei collegamenti sui suoi strani comportamenti che chiamavo "lunatici" ma che, in realtà, si trattavano dell'eruzione che si espandeva piano piano suo corpo del mio ragazzo.-Newt...- sussurrai, con le lacrime che ormai bagnavano le mie guance e il respiro irregolare. Stavo avendo un attacco di panico.
-Mi dispiace- singhiozzò lui, -Te lo volevo dire prima, ma è così difficile riacquistare il possesso del proprio corpo. Ormai la malattia si stava diffondendo troppo velocemente e volevo evitare tutto questo- disse, singhiozzando lievemente.
Mi aveva mentito, certo, mi aveva nascosto della sua presunta eruzione, certo, ma non potevo non stringerlo a me e baciarlo. Perché, anche se era malato e avvolte teneva di uccidermi contro sua volontà, io lo amavo.Pochi giorni dopo, Newt se ne andò, lasciando in me un enorme buco nel cuore che non fu mai richiuso o cicatrizzato. Nessuno poteva sostituirlo, anche se non c'era più. E, mentre stringevo tra le mani il suo ciondolo, dentro di me continuavo a ripetere la frase che più mi aveva colpita nel profondo, dentro quella lettera.
STAI LEGGENDO
𝐼𝑀𝑀𝐴𝐺𝐼𝑁𝐴 - 𝑻𝒉𝒐𝒎𝒂𝒔 𝑩𝒓𝒐𝒅𝒊𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒔𝒕𝒆𝒓
Short StoryThomas Brodie Sangster \\ immagina Cover by @somebodv #1 in Sangster #1 in Thomasbrodiesangster #1 in dylanobrian ©Selfy05 09102018 -