29. Lezioni

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-Ti prego, puoi ripetere ciò che mi hai appena chiesto?- mormorò il mio fratellastro, sfregandosi leggermente gli occhi per togliere quei piccoli pezzettini di cispa. Avevo svegliato Thomas alle 3 del mattino solo perché, quel pomeriggio, la mia cotta da più di sei anni mi aveva finalmente chiesto di uscire, ma il vero motivo era che, quella notte, la mia mente era totalmente tormentata da quei pensieri come "e se mi bacerà?" o "e se mi mollerebbe perché non sono in grado di baciare vista la mia inesperienza con i ragazzi?" non mi avevano proprio fatto dormire. Così, eccomi lì, con un cuscino sotto al braccio, in piedi davanti al letto del mio fratellastro, supplicandolo di darmi dei consigli o una dimostrazione su come baciare.

-Te l'ho già detto, ho bisogno di provare a baciare qualcuno prima di domani sera- risposi, sussurrando per cercare di non svegliare i nostri genitori i quali avevano il sonno molto leggero.

-Tu mi hai svegliato alle tre del mattino per chiedermi come si bacia una persona?- chiese, so chiudendo leggermente gli occhi, prendendosi la testa fra le mani. Io annuì freneticamente, cominciando a giocherellare con i bordi della federa del mio cuscino.

-Fottiti- mormorò, prima di buttarsi di nuovo nel suo letto con la testa sprofondata nel cuscino.

Sospirai, facendo il giro del letto per poi alzare il leggero lenzuolo per infilarmi sotto quelle calde coperte. Cominciai a dare dei lievi pizzicotti sulla pelle nuda della schiena di Thomas, sapendo quanto gli desse fastidio.

-Thommy- cominciai richiamarlo infinite di volte, ricevendo come risposta semplicemente il silenzio e il fruscio della lenzuola mentre cercavo di mettermi in una posizione più comoda.

-Ti prego- mormorai nell'incavo del duo collo, -sono una frana quando si tratta di ragazzi e la mia città colossale mi ha appena chiesto di uscire insieme a lui- sapevo quanto avrebbe resistito, ovvero neanche dieci secondi. Avevo gli occhi così grandi e tondi che ogni volta che lo supplicavo, i miei occhi si trasformavano in un espressione da cucciolo bastonato e Thomas, animalista e gentile com'era, cedeva sempre. 

Infatti: -oh e va bene- sussurrò, alzando leggermente le coperte per mettersi seduto a gambe incrociata. Lo imitai, sedendomi esattamente davanti a lui.

-Devi, però, promettermi che non cambierà nulla tra noi- disse e io annuì, -ti sto solo insegnando come baciare un ragazzo, sono il tuo migliore amico e voglio solo la tua felicità, okay?- continuò e io annuì ancora, per poi gettargli le braccia al collo e premere il suo corpo contro il mio, mormorando un serie di "grazie, grazie" al suo orecchio.

Il mio momento successivo fu non strano, di più. Rimanemmo a guardarci negli occhi, nel buglio fitto della stanza, per qualche minuto e realizzai quanto il calore delle sue braccia attorno al mio corpo mi scaldasse e di quanto i nostri due cuori si misero a battere forte, velocemente e contemporaneamente. Era una cosa assurda, eppure sentire il suo respiro sul mio viso e vedere il luccichio dei suoi occhi nonostante il buio e tutta la tensione accumulata in quel momento. 

-In realtà non c'è molto da spiegare- sussurrò, accarezzandomi delicatamente la guancia con le sue labbra, facendomi battere forte il cuore, -dovete solo avvicinarvi l'uno all'altro, sfiorarvi le labbra e il poi tutto sarà più semplice- 

-Semplice in che senso?- mormorai, beandomi di quel suo tocco leggero.

-Una volta sfiorati, non potrete fare a meno l'uno dell'altra- sentì le sue labbra spostarsi sul mio viso, -non riuscirete più a staccarvi, troppo impegnati ad amarvi- e poi si fermò all'altezza delle mie labbra e, giuro, in quel momento l'unica cosa che volevo era annullare quella poco distanza e riuscire finalmente a provare quella sensazione. La sensazione si essere amati.

-E se non lo sai fare?-

-Impossibile- sussurrò, sfiorando le nostre labbra, -penso che ogni bacio sia speciale a modo suo e che nessuno non sappia baciare perché, infondo, due labbra sono destinate ad incastrarsi tra loro per sempre e quel per sempre sarà magnifico- 

Potrebbe sembrare un discorso stupido, privo di senso e da classici innamorati; ma io volevo trovare le labbra che si incastrassero con le mie per il resto della mia vita e così, non seppi se fu per imbarazzo o una scossa di adrenalina, ma in un attimo potei toccare quelle labbra, poterle sentire muoversi e incastrarsi come un puzzle sulle mie. 

Si, avevo decisamente trovato quel paio di labbra che mi avrebbero baciato per tutta la mia vita e non erano di quella stupida cotta che mi ero presa per un figone strafottente, ma per il mio migliore amico che, ne fu sicura, mi avrebbe amato per il resto della mia vita.

𝐼𝑀𝑀𝐴𝐺𝐼𝑁𝐴 - 𝑻𝒉𝒐𝒎𝒂𝒔 𝑩𝒓𝒐𝒅𝒊𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒔𝒕𝒆𝒓 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora