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Ormai siamo a casa di Niall. La musica rimbomba, ma non è fastidiosa, anzi, sembra quasi che non ci sia.

Sarà che sono abituato a sentire la musica ad alto volume, non lo so.

"Io non capisco..." inizia a dire Niall già ubriaco. "Vedo due Harry..." Dice toccando la faccia ad entrambi.

Io e Harry scoppiano a ridere.

"Ti ricordo che siamo gemelli." dico io che sono ancora sobrio a differenza degli altri e di mio fratello.

"Wow... Avete anche la stessa voce.."
Dice mentre io ridendo roteo gli occhi.

"Siamo gemelli per un motivo Niall." Dice Harry per poi riprendere a ridere.

Io li lascio lì, a bere e a comportarsi come due idioti, e mi dirigo verso il piano superiore sorpassano varie persone che bevono e si divertono.

Esco in balcone venendo investito da un'ondata d'aria fredda. Non mi da fastidio, anzi, sto meglio qui che dentro. Lì faceva fin troppo caldo con tutta quella gente.

Respiro a pieni polmoni quell'aria gelida mente osservo la luna che oggi è piena. Così luminosa e misteriosa...

Non appena abbasso lo sguardo per osservare la strada, che di solito è deserta, scorgo la figura di una ragazza in lacrime. Singhiozza piano, ma c'è un tale silenzio che il suo pianto rimbomba, fino ad arrivare alle mie orecchie. Decido quindi, da cavaliere quale sono, di precipitarmi da lei.

Esco di casa e mi dirigo verso di lei, che continua a camminare singhiozzando.

"Ehy, va tutto bene?" Chiedo facendola sussultare. Che le prende?

Blocca la sua camminata ed io ne approfitto per raggiungerla.

"Come mai piangi splendore?" Chiedo posandole una mano su una spalla mentre lei tenta di calmare i singhiozzi. In quel preciso istante si volta e la figura che mi ritrovo davanti mi sconvolge. Ancora lei...

Stavolta non mi sento spaventato come la prima volta, anzi, mi sento in un certo senso dispiaciuto per lei. Perché piange?

Si accascia a terra e comincia a piangere con più vigore.

Il panico mi assale. Come si consola una ragazza così disperata?

"Vuoi dirmi che succede?" Chiedo inginocchiandomi per guardarla negli occhi, ma lei non risponde. Rimango un attimo in silenzio ragionando sul da farsi.

Devo improvvisare, è la cosa che mi riesce meglio.

Le prendo il viso e lo alzo per poi asciugarle con una mano le lacrime che le scendono impetuose mentre lei mi guarda incredula. È una scena così strana ed imbarazzante...

Lei si calma ed inizia a versare sempre meno lacrime.

"Senti, so che ti ho detto di lasciarmi in pace e robe varie, ma non posso vederti così. Che ti è successo?" Chiedo con il tono più calmo che io possa assumere.

Scuote la testa versando altre lacrime senza rispondermi, tipico da lei.

Tento di riaprire bocca per dire qualcos'altro, ma mi blocco sentendo lei parlare.

"Io... Cioè... Non lo so. Non vi capisco." Dice singhiozzando leggermente mentre io mollo la presa dal suo viso. "Voi ragazzi siete complicati... Io... Non vi capisco affatto. Ho cercato di essere il più gentile possibile con un ragazzo, ma lui... lui è spaventato da me, ma non so perché! Prima eravamo migliori amici, ma ad un certo punto mi ha detto che non mi voleva più accanto. Ha detto che ero strana, che gli facevo paura, ma io... " Non finisce la frase poiché scoppia in un altro singhiozzò rumoroso."Sembro un mostro? Faccio così paura?" Chiede senza guardarmi.

Ammetto di aver avuto paura di lei, ma chi non ce l'avrebbe avuta al posto mio? Però a vederla così mi si stringe il cuore. Nessuna ragazza dovrebbe mai piangere per noi... emeriti babbei. Sì, l'ho detto. Siamo dei babbei, ma tutti gli esseri umani sbagliano, nessuno è perfetto.

"Tu non sei un mostro." dico alzando lo sguardo verso il cielo così scuro da sembrare nero.

"Lo dici solo perché provi pena. Dillo che ti faccio paura, dillo che non mi vuoi avere vicino, avanti!" Grida per poi continuare a singhiozzare.

"È vero, all'inizio mi facevi paura, ma non perché pensavo fossi un mostro!" sbotto sbuffando. "Mi facevi paura perché avevo la costante sensazione di essere seguito, tutto qui. Ora, invece, penso che sei la ragazza più normale del mondo." dico guardandola nuovamente negli occhi spostando lo sguardo dal cielo. La vedo che si asciuga le lacrime e che mi guarda con la coda dell'occhio.

Mi alzo e le sorrido dolcemente sperando di tirarle un po' su il morale.

"Coraggio alzati." dico porgendole la mia mano come aiuto, che sorridendo accetta. "Ti riaccompagno a casa." continuo a dire premuroso mentre lei annuisce.

Chissà chi è il ragazzo che l'ha fatta piangere... dev'essere davvero senza cuore.

Può essere strana, spaventosa e stalker quanto vuole, ma in fondo è una ragazza come tutte le altre. Parliamoci chiaro: quale ragazza non ha duecento milioni di foto del suo lui? Nessuna, quindi lei è la ragazza più normale del normale... O quasi.

Per tutto il tragitto rimaniamo in silenzio e mi accorgo solo quando arriviamo davanti a casa sua che lei mi ha tenuto la mano per tutto il tempo.

Stacco subito la mia mano dalla sua come se mi fossi scottato, mentre lei abbozza ad un piccolo sorriso malinconico.

"Scusa..." dico sinceramente pentito da ciò che ho fatto. Non è una bella giornata per lei quella di oggi, potevo anche risparmiarmi questo gesto...

Lei in tutta risposta scuote la testa.
"Non ti scusare, non hai fatto nulla." Dice avvicinandosi al cancello di casa sua.

"Beh... Em... Allora io vado..." dico iniziando lentamente a camminare per tornare indietro.

"Grazie Alex." Dice facendo comparire un sorriso spontaneo sul mio viso.

"Non ringraziarmi... Em... Qual è il tuo nome?" Chiedo mentre lei scoppia a ridere senza alcun motivo.

"Scusa per la reazione, ma non pensavo che me l'avresti mai chiesto." Spiega facendomi capire la sua reazione. "Io sono Iris."

"È davvero un bel nome. Piacere di conoscerti comunque." dico sorridendo. "Ci si vede in giro. Notte Iris."

"Notte...Alex..." Dice timidamente mentre io mi allontano.

In fondo, non è poi così strana.

Forse l'unico strano qui sono io...

Per noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora