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«Devo parlarti.» Dico mentre ci dirigiamo in camera sua.

«Dimmi.» Mi dice sorridendo mentre si siede sul suo letto.

Io rimango in piedi e la fisso deciso a sapere la verità.
«Che cosa hai detto ad Iris oggi?»

Lei sbuffa e rotea gli occhi. Sta per dirmi una balla.
«Nulla.»

«Hellen, dimmi cosa le hai detto. Non sono in vena di stronzate.» Dico stringendo i pugni. «Anzi, sai cosa, non me ne frega niente.» Concludo avvicinandomi alla porta, quando lei mi ferma.

«Alex, perché sei così scontroso con me?» Mi chiede come se nulla fosse successo.

«Non sai neanche questo Hellen?» Le chiedo voltandomi verso di lei furioso. «Forse parlare di prigioni ti farà tornare in mente qualche cazzata che mi hai detto per allontanarmi da Iris.»  Dico mentre lei abbassa lo sguardo e continua comunque a sorridere.

Dopodiché accenna ad una piccola risata e poi alza di nuovo lo sguardo per guardarmi negli occhi.
«Te la prendi per uno scherzo così innocente?» Chiede come se nulla fosse.

«Ti sembra innocente?» Chiedo scuotendo la testa per poi aprire la porta. «Vedo che dentro il cervello non hai altro che segatura.» Concludo per poi scendere le scale anche se seguito da lei.

«Alex!» Mi richiama seguendomi anche per strada. «Mi dispiace, ok?!» Grida. Mi volto verso di lei e so che è tutt'altro che dispiaciuta. «Perché te la prendi così tanto? Anzi no, dimentica questa mia domanda. Torniamo come prima, va bene?»

«Lo capisci che questa non è una cazzo di partita ad un videogioco dove puoi ricominciare da un salvataggio ogni volta che perdi qualcosa di importante?» Chiedo facendo riferimento ai videogiochi dato che è l'esempio perfetto.

«Cosa c'entrano i videogiochi ora?» Mi chiede non capendo.

«C'entrano eccome, perché per te io non sono altro che un gioco. Ti diverti a scombussolarmi il cervello e ad allontanarmi da Iris, ma non succederà mai più. Game over Hellen. Non sono più il tuo burattino. Non mi farò più manipolare da te, quindi o mi dici che cosa hai detto a Iris o non ti guarderò più in faccia, non esisterai più per me.» Dico deciso mentre lei calciando un sasso e sospirando, finalmente, si decide a parlare.

«Le ho detto che ci conosciamo da anni e che il nostro rapporto è molto forte. L'ho fatto apposta perché volevo che capisse che noi stiamo assieme da anni.»

La guardo scioccato e non so se essere ancora più furioso o se lasciare perdere.
«Ma che ti passa per la testa?» Chiedo abbastanza confuso. «Si può sapere perché non la sopporti?»

«Perché sta sempre con te!» Dice stringendo le mani in due pugni. «Perché ti ha portato via da me, perché so che prova qualcosa per te e non voglio che il tuo cuore appartenga a lei.» Continua avvicinandosi a me. «Ma proprio non l'hai capito in tutti questi anni? Il cibo che ti ho preparato, i regali che ci siamo scambiati, le feste passate assieme, i film visti insieme... non ti hanno fatto capire nulla?» Mi chiede con le lacrime agli occhi.

«Che stai cercando di dirmi Hellen..?» Chiedo non capendo.

«Che mi piaci Alex!» Dice prendendomi una mano, mentre io rimango con gli occhi spalancati a fissarla. «È così difficile da capire? Ti ho mandato vari segnali... Persino questo atteggiamento è chiaramente dato dalla gelosia, eppure tu non hai occhi che per quella Iris e non ti sei accorto di niente...» Continua a dire.

«S-stai delirando Hellen.»

Tutto quello che sta dicendo non ha senso. Tutto questo... non ha assolutamente senso. Per me è come una sorella capricciosa e io dovrei essere un fratello per lei.

«Ti sto solo dicendo la verità. Io ti amo Alex.»

Detto questo stacco la mia mano dalla sua facendole capire chiaramente che tra me e lei non ci sarà mai niente. Non è come con Iris che mi allontano sempre perché mi sento in imbarazzo, no. Stavolta è proprio perché non voglio stare con Hellen.

Lei scoppia a piangere e nonostante tutto la abbraccio per cercare di consolarla almeno un po'.
«Lo sapevo. È troppo tardi... Ormai a te piace Iris... Hai idea di quanto faccia male? Anche essere così vicina a te, anche se è bellissimo, non mi aiuta affatto.» Dice singhiozzando. «È per questo che ho mentito ad Hellen dicendo frasi vaghe per farle intuire che stavamo assieme...»

Rimango in silenzio riflettendo alla frase che ha detto: ormai a me piace Iris.

Vorrei dirle che si sbaglia, che il mio cuore non appartiene a nessuno, ma ha ragione... Cavolo se ha ragione...

La riporto a casa e, nonostante il disagio di stare in sua compagnia conoscendo i suoi sentimenti, la saluto e mi allontano per raggiungere Iris.

Devo spiegarle tutto. Devo dirle che quello che le ha detto Hellen era solo un brutto malinteso.

Corro e non so neanche perché.
Tengo talmente tanto a lei che... sto correndo con il sorriso tra le labbra perché ho capito ciò che provo, anche se è grazie a qualcun altro.

Glielo dirò, glielo dirò, cavolo se glielo dirò.

Bonus:

Leo's pov

Guido fino ad arrivare a casa sua. Prendo un respiro profondo e mi ripeto nella mente le parole e i consigli che mi ha dato Alex.

Posso farcela, voglio sistemare le cose, voglio... che lei tenga quel bambino.

Esco dalla macchina e suono al citofono di casa sua.

Risponde lei.
«Chi è?» Chiede e so che lo fa perché non ha guardato la telecamera per vedere chi c'è al cancello. Le piace chiedere chi ci sia dall'altra parte della cornetta; la fa sentire parte di un film. Lo so, perché la conosco.

«Ehy Francesca... sono io L-» Attacca.

Risuono e stavolta non risponde lei, ma la sua cameriera.

«Sì?»

«Signora, può passarmi Francesca?» Chiedo chiudendo gli occhi sperando in una risposta positiva da parte sua.

«Mi dispiace. Al momento non è in casa.»

Rido, anche se malinconicamente.
«Certo, non è in casa. In tal caso può registrare ciò che sto per dire? Così glielo può far sentire quando torna.» Dico mentre lei annuisce e comincia a registrare. «Ehy Francy... Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che ti ho detto al telefono. Non volevo essere tanto brusco... Ti chiedo veramente scusa se ho in qualche modo ferito i tuoi sentimenti. A volte sono talmente stupido da non accorgermene e ti ferisco senza volerlo...» Dico mentre gli occhi cominciano ad inumidirsi. «L'unica cosa che ti chiedo è di non mandar in frantumi la vita del nostro piccolo. Rovina me al posto suo, ma non abortire, ti prego... Io ci tengo davvero, avevo anche già pensato ai nomi... Se è una femminuccia avevo pensato ad Elena come nome, mentre se invece è un maschietto che te ne pare di Lorenzo?» Chiedo mentre la mia voce comincia ad incrinarsi. «Davvero Francy non abortire... non se lo merita... Scusa ancora e... chiamami quando puoi. Ti amo.» Dico e mi allontano camminando lentamente.

Ho fallito. Non avrò più un figlio. Cazzo... perché fa tutto così schifo?

Poco dopo mi fermo perché sento dei passi dietro di me e quando mi volto la vedo. Vedo la figura della ragazza che amo che corre verso di me con le lacrime agli occhi e con il sorriso tra le labbra.

Si butta tra le mie braccia e io la stringo a me, strando comunque attento al bambino.

«Sei davvero stupendo Leo...»

«Fanculo i litigi. Se ci sei tu con me basta e avanza.» Dico e subito dopo io la bacio. La bacio perché non voglio più lasciarla andare. La bacio perché lei è il mio tutto e perché un giorno saremo una famiglia.



















Spazio autrice:
Wow, mi stupisco di quello che scrivo. Troppo drammatico😂 ma anche troppo bello. 😍
Fatemi sapere che ne pensate.
Ora mi ritiro e torno a guardare anime stupidi per diventare ancora più stupida.😌
A presto cari lettori! ❤️

Per noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora