25 ricorda

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Getto con rabbia e frustrazione il telefono sul letto.

Perché cazzo non ha risposto lei.

Avevo finalmente trovato il coraggio di chiamarla , ed ecco come è andata.

Do un pugno al muro dalla rabbia, le nocche diventano rosse .

Urlo per cercare di sfogarmi, ma nulla, meno male che in casa sono da solo. Non sarei riuscito a trattenermi.

Più cerco di avvicinarmi , più lei si allontana, che sia per colpa mia, scelta sua, o le venga imposto da qualcun altro, lei è sempre più lontana.

E devo fottutamente cercare di evitarlo, devo cercare di sistemare le cose, degli altri non me ne potrebbe fregare di meno, ma di lei si, se rovinassi il rapporto che ha con le altre persone starebbe comunque male.

Poi , mi piace pensare egoisticamente , che se i rapporti tra noi due si rovinassero, lei starebbe altrettanto male.

Ma al momento non sono più sicuro di nulla, nemmeno di me stesso.

In realtà non lo sono mai stato.

E' destino che io non possa avvicinarmi a lei,

Finalmente prendo coraggio e cosa succede?

Risponde quel coglione del fratellastro.

E' un fottuto ostacolo Asher Gaver.

Se non fossero legati non sarebbe un problema, ma lo è, e porca miseria se lo è.

Ogni minima cosa che succede, lei gli e lo deve dire.

Questa è un'altra cosa che si aggiunge alle tante cose che vorrei fare , ma non posso.

Non dovrei farmi mettere i piedi in testa, non l'ho permesso mai a nessuno , e non ho intenzione di farlo ora, questa volta è diverso, ma da una parte lo capisco, non vuole che soffra.

Cosa accidenti crede, che io per caso voglia farla stare male ?

Non sa un cazzo.

Nessuno sa veramente un cazzo.....be forse qualcuno si!!!

Quando l'ho vista piangere avrei voluto essere io quello che la stringeva tra le sue braccia che la consolava, e le asciugava le lacrime .

Ma per chissà quale motivo il destino ha voluto che fosse Adrian.

Ho una tale rabbia , che mi sento come se mi dovesse uscire il fumo dal naso , come in uno di quei cartoni animati.

Devo evadere, devo uscire da questa dannata stanza .

Devo liberare la mente , afferro il casco della mia moto e vado in strada.

Mi fermo ai semafori , nonostante abbia fretta e io sia ancora nervoso.

Ho il casco, ma sento comunque il vento soffiarmi sul volto.

Sfreccio via e vado alla libreria.

Sembrerà una cosa da pazzo stalker maniaco.

Ma in realtà vengo qui solo per osservare non le persone, ma la loro personalità.

Lo faccio ogni tanto , e non me ne vergogno, sono solo una persona a cui piace osservarsi attorno, mi sono rimaste impressi dei volti nella mente, e le loro personalità , sono venute fuori, quando sono entrati e usciti dalla porta della libreria.

Rammento una anziana signora , la quale ho aiutato ad attraversare la strada per poi tornare alla mia panchina, è uscita mezz'ora dopo circa con un libro sui dinosauri, penso sia stato per qualche nipote.

REMEMBER ME. Le luci del passato   COMPLETA (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora