cap 53Anche gli angeli cadono.

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         <Epilogo >

Sono seduta sul mio letto, o almeno quello che una volta lo era.
Ricordo come l'avevo allestita.
Sulla scrivania che ormai non c'è piu, avevo riposto i libri che ero riuscita a comprare con alcuni degli spiccioli che tenevo dopo le giornate passate a giocare alle slot.
Accanto ai libri c'era una piccola pianta, era riposta sopra una pila di quaderni.
Nulla è più al suo posto.
Tutto è diverso, ma c'è qualcosa che rende questo posto uguale a prima.

Mi ricordo di tutte quelle notti e le serate , passate a piangere perché volevo andare via con lei, via con mia mamma, e ricominciare tutto lontano da tutti.
Non faccio che vedere lei ovunque posi gli occhi.
Non faccio che vedere i suoi occhi, le sue mani che mi stringono mentre cercavo di consolarla, vedo solo cio che era, e non ciò che vorrei che fosse stato.

La casa ormai è abbandonata, cosparsa di fogli di giornali, sporchi lerci e strappati, vetri rotti e resti di cartoni di pizza, l'odore è veramente pessimo, sa di alcol caduto, di bruciato e di cibo stantio, lasciato marcire come questa casa.

Credo che sia un ritrovo di tossici dipendenti, ci sono siringhe e altra merda sparsa in giro , con la punta del piede sposto una scatola caduta a terra, per vederne il contenuto.
Al suo interno ci sono delle bustine ormai vuote, un laccio emostatico, e una pezza , macchiata di sangue.
Quasi vomito nel vedere una scena del genere.
Mano a mano che poggio un piede per terra, un passo dopo l'altro, la rabbia , la furia, e la tristezza aumentano.
Mi porto una mano alla bocca per reprimere il senso di nausea, e riprendo il "tur" della mia vecchia  casa, continuando a camminare.

Arrivo nel corridoio e con grande sorpresa noto che lo specchio è ancora intatto.
Per lo meno , ha solo delle crepe, ma è integro.
La mia mano è chiusa a pugno, e stretta da quando sono entrata, e  non resisto piu.
Sollevo la mano , e senza pensarci due volte sferro un pugno dritto verso il centro dello specchio.
Che si macchia di sangue e si infrange ai miei piedi.
Non sento nulla, nemmeno il sangue colare dalle mie nocche.

Non riesco a credere di essere di nuovo qui, dopo tutto questo tempo.

Prima sono passata davanti alla cucina, e mi venne in mente una di quelle poche volte che mia madre era sobria, e non fatta.

Stavamo facendo una torta, per il mio compleanno, eravamo così felici e spensierate, lei sorrideva, e pure io vedendola così raggiante e felice.

Ma ora mi sento vuota, non ho più nulla in cui credere, se non al fatto che tutto e tutti ti faranno soffrire, e che scompariranno con il tempo.

Ripenso alla scoperta che ho fatto oggi e non riesco a credere che io in realtà lo conoscevo già da prima di tutto e tutti , lui sapeva tutto, mi conosceva , e io conoscevo lui, solo che non me lo ricordavo.

Ora..... ora collego tutto, i suoi atteggiamenti iniziali, i suoi continui sbalzi di umore.
Lui pensava che io lo avessi abbandonato, per questo le prime volte mi evitava, mi rispondeva male, mi passava davanti come se non esistessi.
Ora...ora capisco tutto.

Si....ora ricordo tutto, ogni singolo giorno, ogni minimo dettaglio, qualsiasi cosa.
Vorrei solo sorridere senza temere il peggio per il giorno dopo.
Vorrei solo vivere una vita tranquilla, ma ho capito che con il passato che ho io, e con il presente che continua a mentire io non potrò mai guarire dalle mie ferite, chiunque le abbia inflitte .

Rimango a fissare il vuoto non so più che fare, conto le macchie, gli insetti , che camminano sui muri.
Non mi importa se il letto è sporco, al momento nulla ha piu importanza .

Al piano di sotto sento dei rumori, non ci presto piu di tanta importanza, ma l'unica cosa che riesco a vedere è quella bottiglia di vetro per terra, la mia mente crea quel collegamento immediatamente, e inevitabilmente penso a quella sera.

REMEMBER ME. Le luci del passato   COMPLETA (In Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora