Da quando ho memoria, ricordo che i suoi occhi mi hanno sempre fatto un certo effetto.
Quei grandi occhi verdi.
Quando mi guardava, anche mentre mi odiava, mi sentivo un nodo in gola e non sapevo come fare per toglierlo.
Un'altra cosa che amavo dei suoi occhi era che potevo leggere ogni piccola cosa attraverso di essi, le sue emozioni, i suoi sentimenti, quasi, i suoi pensieri, ma rimaneva sempre quella piccola parte che non riuscivo a comprendere.
Era come un libro letto a metà.
Un giorno, una settimana dopo quel giorno a scuola, era sera, circa le dieci e mezza. Stavamo distesi su un prato in mezzo agli alberi.
Aveva voluto portarmi lì, era stata una giornata pesante per entrambi e volevamo passare del tempo da soli.
Le stelle brillavano più del solito, la luna era così grande.
Lui fumava la sua solita sigaretta vicino a me e sorrideva guardando quell'immenso infinito davanti a sé "guarda quante sono" mi disse rompendo il silenzio "per me le stelle sono tutti i sogni delle persone, li mandano al cielo, magari funziona" fissai tutti quei piccoli grandi sogni davanti a me riflettendo su quanto secondo me la sua mente fosse più grande di quanto lui volesse far credere e su quanto nascondesse un sacco di pensieri e speranze perfino a me "e il tuo qual'è?" gli chiesi rivolgendogli uno sguardo e concentrandomi su di lui.
Fece un tiro di sigaretta, mi guardò negli occhi per poi appoggiare di nuovo la testa e sorridere "non credo di averne uno" disse infine "forse è anche per questo che mi sento spesso inferiore a persone come te" strabuzzai gli occhi.
Jace Moore si sentiva inferiore a me? Mi prende in giro?
Feci una faccia così stranita che lui se ne accorse. Sorrise amaramente "si Aria parlavo seriamente" disse leggendo nel mio viso le domande che mi facevo "le persone come me?" dissi io sorridendo e scuotendo leggermente la testa "piene di sogni, idee, speranze" lo guardai "qual'è il tuo sogno Aria?" si fece più serio "mi prenderesti in giro" dissi io ricominciando a guardare le stelle "ti prego" disse "voglio saperlo".
Sospirai "ho sempre voluto fare la scrittrice" dissi infine.
Lo guardai e i nostri occhi si incastrarono ancora. "Come mai?" mi chiese nascondendo un sorriso "non so. Fin da piccola mi era sempre piaciuto scrivere e l'idea di poter esprimere le mie idee scrivendo è una cosa che mi fa impazzire. E comunque ho sempre scritto piccole poesie o pensieri" speravo solo che non lo trovasse banale "per favore fammi leggere qualcosa che hai scritto Aria" sentì un nodo in gola, nessuno aveva mai letto qualcosa di mio "se lo faccio, non prendermi in giro, ti prego" lui mi accarezzò il viso con la punta delle dita "va bene" mi disse rassicurandomi.
Presi il mio zaino e tirai fuori un pezzo di carta, glielo diedi e iniziò a leggerlo. Vidi i suoi occhi brillare sempre di più ad ogni rigo in più che leggeva.
Guardavo la luna.
Seduta su una panchina, la testa protesa verso il cielo, nessun rumore attorno e le stelle brillavano.
Era bellissima, splendeva, era così bella che mi venne voglia di conoscerla e mi raccontò, di quanto stava male a dover dipendere da qualcun altro per brillare, che senza sarebbe stata spenta come il suo cuore ormai. Mi raccontò delle notti passate a guardare le stelle e desiderare così ardentemente di poter brillare di se stessa. Così grande e così colma di dolore. Io le raccontai di me. Di come anche il mio cuore piangeva per i suoi stessi motivi e di come avrei tanto voluto essere qualcun altro. Eravamo lontane, ma mi asciugò le lacrime con uno sguardo,i nostri cuori si strinsero e ci sentimmo felici. Felici di aver trovato qualcuno che ogni sera, ci asciugasse le lacrime.
(questa è una mia vera poesia se così si può chiamare)Quando finì di leggere alzò gli occhi verso di me, tenevo lo sguardo verso il basso per la vergogna a far leggere qualcosa di così intimo a una persona davanti a me.
Mi alzò il viso con due dita dal mento, lo guardai negli occhi.
Mi accarezzò i capelli "tu renderai reale il tuo sogno Aria Davis" sorrisi seguita da lui per poi mettergli una mano dietro la nuca e baciarlo davanti tutti quei sogni che silenziosi ci ammiravano dall'alto.
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||Love My Bully|| {Completa}
Teen Fiction-Mi prende per il collo spingendomi al muro leggermente. A pochi centimetri dal mio volto mi guarda negli occhi e dice "non sai cosa cazzo vorrei farti Davis".- 01/05/2019 #1-bullismo 29/06/2019 #1-ragazzi