Chapter 14

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Percorro i corridoi con lo sguardo basso, sembra come se tutto fosse diventato orribile in pochi minuti.

Entro nell'aula di inglese e prendo posto.
Sono passati venti minuti e non riesco a seguire per nulla la lezione, sto pensando troppo a Jace e a ciò che ha visto, vorrei solo andare a casa e rimettermi a dormire.

Appena suona la campanella la prima cosa che faccio è subito prendere la mia borsa, mettere dentro l'astuccio e cerco di uscire il prima possibile da scuola, attraverso il cortile. Esco dal cancello e mi incammino velocemente verso casa ma dopo pochi minuti sento qualcuno correre dietro di me e ovviamente è Jace.

"Aria" si fa più serio che mai "abbiamo bisogno di parlare di stamattina" abbasso lo sguardo per un momento e cerco di farmi coraggio "non c'è nulla di cui parlare, è stato uno sbaglio che tu li vedessi, mi dispiace" mi guarda negli occhi e mi abbraccia.

Mi stringe forte, riesco a sentire il suo calore e il suo buonissimo profumo. "Ho bisogno di sapere ciò che ti è successo Aria, ne ho bisogno davvero" si fa dolcissimo.

Le sue parole mi rassicurano così tanto, mi siedo su una panchina lì vicino e lui mi segue, abbasso lo sguardo un'ennesima volta, "quando avevo 13 anni stavo male per i miei genitori. Volevano divorziare e ogni giorno stavo malissimo perchè litigavano continuamente. A scuola stava andando tutto malissimo e ero davvero stressata in quel periodo, inoltre odiavo il mio corpo in una maniera assurda".

Il suo sguardo è fisso sul mio viso, mi studia, osserva ogni mio gesto o espressione "insomma, avevo sentito parlare così tanto dell'autolesionismo che iniziai a chiedermi se davvero farsi un taglio o semplicemente crearsi del dolore avrebbe alleggerito la mia testa da tutti quei pensieri, così mi graffiai con le unghia e inizialmente non provavo piacere, ma dopo poco sentì un piacere immenso, mi concentrai solo sul dolore che provavo e dimenticai per un attimo i miei problemi, lo stress che avevo addosso, ogni cosa. Mi senti così bene che mi venne voglia di rifarlo ancora. Dopo poche volte iniziai a tagliarmi davvero" arrossì per la vergogna che provavo nel raccontare una cosa così personale e così dolorosa a qualcuno "quando poi arrivai al liceo speravo che le cose sarebbero cambiate, ma il mio corpo lo odiavo ancora, mi sentivo sbagliata per il mondo e poi... c'eri tu... beh mi hai fatto stare male e questo è ovvio. I miei genitori in seconda liceo non stavano più finalmente insieme e questa cosa mi rese felice ma triste. Felice perchè finalmente non avrei dovuto sentirli più litigare, ma triste perchè dovevo sempre essere oggetto di sfogo per ognuno di loro e non volevano parlarsi perciò utilizzavano me. Mi sentivo un cazzo di oggetto e la mia unica valvola di sfogo era solo questo. Mi faceva stare bene e malissimo allo stesso tempo".

Faccio un respiro profondo e lo guardo finalmente in faccia, è rosso dalla rabbia, ma anche palesemente preoccupato "non potevi sfogarti in altri modi? Dovevi per forza rovinarti così? Eri pazza? Sinceramente io credo di sì e lo sei ancora se credi davvero che il fatto che tu stessi male era una giustificazione del cazzo" dice "perchè voi bambine dovete fare certe minchiate? Spiegamelo".

Rimango a bocca aperta.
Mi ha appena dato della pazza l'unica persona a cui ho mai raccontato una cosa così intima.

Forse allora non dovrei mai aprirmi con nessuno.

Nessuno.

"Hai ragione Jace sono solo una pazza" mi alzai dalla panchina seguita da Jace "grazie" gli sussurro per poi girarmi e incamminarmi verso casa "ARIA VIENI QUI CAZZO" dice dando un pugno fortissimo sul cartello vicino a lui "LASCIAMI STARE" gli urlo.

Mi incammino velocemente verso casa con le cuffie nelle orecchie lasciandomi Jace alle spalle.

Inizio a piangere, tantissimo. Il mio mascara ormai è tutto in ogni lacrima che verso e sto così male. Così male a sapere che l'unica persona di cui mi sono fidata così tanto, ha finito per insultarmi.

Sapevo che sarei finita solo per stare di nuovo male.

||Love My Bully|| {Completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora