Capitolo 37

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«Harry, aiutami ad alzarmi per favore» Dico gentilmente e lui mi prende la mano e mette una sua dietro la mia schiena mentre mi alzo dal divano.

Sono stanca di stare seduta e non fare nulla sul divano. Mi dicono sempre di non sforzarmi troppo per il bambino, ma mi annoio e voglio poter muovere un pò le gambe.

«Stai bene?» Chiede lui premuroso.

«Sì, voglio sgranchire un pò le gambe perché fra un pò non me li sentirò più se continuo a star seduta sul divano a fissare il vuoto» Rido leggermente e lui pure.

«A proposito, ho appena finito di arredare la camera da letto di Clarie» Dice indicando con la testa il piano di sopra e la mia bocca assume la forma di una piccola "o".

«Davvero? Oddio, devo assolutamente vederla!» Saltello leggermente sul posto e lui ridacchia. «Dai, andiamo!» Lo tiro per il polso e ci dirigiamo verso il piano di sopra. La camera della nostra piccola Clarie.

«Pronta?» Chiede.

«Sì!» Batto le mani e lui apre la stanza.

Il mio sorriso sparisce alla vista di sangue per terra e le pareti color rosso e nero. Ma che posto è questo? Non doveva essere la bellissima cameretta della mia Clarie?

«Harry, ma cos--» Mi giro, ma lui è sparito e la casa ha assunto la forma di una casa degli orrori. È tutto buio e c'è sangue ovunque.

«Mamma?» Una piccola voce attira la mia attenzione e giro la testa, mentre con le mani "proteggo" il mio pancione.

«Chi sei?» Chiedo, cercando di non assumere una voce spaventata.

«Mamma, perchè l'hai fatto?» Chiede e una piccola bambina con un vestito a maniche lunghe e di pizzo esce dall'oscurità della stanza. «Perchè non mi hai protetta? Me l'avevi promesso»

«Io...io non capisco» Dico con voce flebile e strofino i palmi delle mani sul pancione. «Chi sei tu?»

«Io?» Chiede con un ghigno divertito. «Io sono Clarie, tua figlia»

«Cosa?» Aggrotto le sopracciglia e lei ride. Ma non una di quelle risate divertenti, bensì maligna e gira intorno a me.

All'improvviso si ferma davanti a me e mi prende per le braccia bloccandomi sul posto. Il mio respiro si ferma e lei avvicina il suo viso al mio.

«Guarda» Sussurra e sento qualcosa che sgocciola in mezzo alle gambe. Abbasso la testa e vedo che esce sangue dal mio inguine e arriva fino a terra, creando una grossa pozza. Tutto ciò che potevo fare era urlare perché la sua stretta era forte e non riuscivo a scrollarmi le sue mani di dosso.

«Sarah! Sarah, svegliati!» Harry mi scuote le spalle e le mie urla cessano, mentre riapro gli occhi. Sono tutta sudata e Harry ha una faccia a dir poco spaventata. «Che è successo? Stai bene?» Passa una mano sulla mia fronte per togliere lo strato di sudore.

«I-io...» Balbetto.

«Hai avuto un incubo, vero?» Chiede mentre mi tira su con il busto e facendomi sedere sul letto. Annuisco, incapace di parlare per lo shock.

Si mette dietro di me e mi tira verso di lui, facendomi accocolare in mezzo alle sue gambe. Siamo entrambi ancora nudi, ma siamo coperti dalle lenzuola del letto. Mi abbraccia intorno la vita e mi bacia sulla testa come per calmarmi e il mio respiro ritorna normale come il suo.

«Raccontamelo, così te lo togli dalla testa» Ordina gentilmente e inizio a parlargli dell'incubo di poco fa.

Ma cosa significa? Perchè sgocciolavo sangue dall'inguine? È forse un segno che non avrò mai la mia bambina in futuro? Probabile.

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