Capitolo 43

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Mi sveglio sul letto di Harry e, con gli occhi ancora chiusi, tocco la parte di materasso accanto a me, ma il corpo di lui non c'era. Apro gli occhi e, guardando fuori dalla finestra, mi accorgo che ormai il sole ormai è tramontato e il cielo ha assunto varie sfumature sul blu. È uno spettacolo fantastico. Adoro i tramonti, soprattutto al mare.

Guardo le ore sull'orologio digitale sul comodino. Le sette e mezza di sera. Forse Harry sta cucinando. Adesso che ci penso, domani dovrò andare a togliermi il gesso e finalmente potrò camminare senza quelle dannate stampelle. Non vedo l'ora di andare in vacanza con papà, Anna e Bailey. Oh, e devo anche aggiungere Harry.

Mi alzo, prendendo le stampelle e prendo un paio di pantaloni da tuta grigie di Harry e una maglietta bianca mia. Lo devo ammettere, i pantaloni di Harry mi piacciono un casino. Butto il vestito nella cesta dei vestiti sporchi ed esco dalla stanza. Sento il profumo di pollo fritto nell'aria. Oddio, ora ho veramente una fame tremenda. Corro verso le scale, ma mi fermo subito perché non so come farò a scendere. Potrei usare il metodo che ho usato a casa di Cameron, ma ora non me la sento. Se poi Harry mi vede saltellare sui gradini, quello si metterà a ridere mettendomi in imbarazzo.

«Hazza!» Lo chiamo. “Hazza? E questa da dove l'ho tirata fuori?” Mi domando mentalmente.

Harry esce dalla cucina con un grembiulino bianco e mi metto a ridere sotto i baffi alla vista dei fiorellini su quest'ultimo. Lui alza gli occhi al cielo e corre verso di me, prendendomi per i fianchi.

«Perché ridi, signorina?» Avvicina il naso al lobo del mio orecchio, mandandomi un sacco di brividi in tutto il corpo.

«Sei ridicolo con quel grembiule» Dico in mezzo alle risate.

«Grazie, ti amo anche io» Dice ironico guardandomi negli occhi e allaccio le braccia intorno il suo collo. Mi squadra da capo a piedi. «Ma questi sono miei» Dice tirando l'orlo dell'elastico dei pantaloni.

«Sì, mi piacevano. Quindi li ho messi» Faccio spallucce.

«Anche a me piace la tua bianchieria intima, ma mica la metto» Ride rumorosamente. Al pensiero di lui che indossa la mia bianchieria intima è troppo divertente, quindi mi metto a ridere anche io.

«Ti prego, che non ti salti in testa l'idea di farlo» Rido. «Ora però voglio mangiare. Ho fame» Tiro fuori il labbro e lui coglie l'occasione di incastrarlo in mezzo i suoi denti, per poi rilasciarlo. Però, poi si fionda sulle mie labbra e succhia il mio labbro inferiore, mentre io a lui quello superiore. Ha un sapore unico.

Si stacca, prendendomi in braccio e facendomi allacciare le gambe intorno a lui. «Ora andiamo a mangiare, poi ci guardiamo un pò di TV e...se vuoi, rendiamo la serata un pò movimentata sul mio letto» Mi bacia sul collo e gli do una sberla sulla spalla scherzosamente e lui si mette a ridere. «Lo prendo come un sì» Mi fa sedere su una sedia e lui apparecchia la tavola, mettendo una marea di cosce di pollo fritte in mezzo.

«Harry, non c'era bisogno di cucinare così tanto. Ci siamo solo noi due in questa casa» Dico, indicando il piatto di pollo fritto in mezzo. Arriva con una pentola di pasta. Ma ha per caso invitato qualcun altro? Perché dubito che poi riusciamo a finire tutto.

«Se non riesci a finire, mangio io. Ho una fame tremenda. Non mangio da ieri sera» Fa spallucce.

«Va bene»

***

Harry sparecchia la tavola ed io mi pulisco gli angoli della bocca. Aveva ragione, ha finito tutto. Io dopo due piatti di pasta e qualche coscia di pollo, ho smesso mentre lui mangiava tastando lo schermo del suo cellulare. Possibile che questo ragazzo non possa essere un pò normale? Non dico del tutto, ma almeno un pò. Ma forse è proprio per questo che lo amo. Lui è il mio idiota.

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