Capitolo 39

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«Oh...signor Styles, prenda pure una sedia» Dico, grattandomi la nuca per il disagio.

Harry segue ogni movimento che fa il padre con uno sguardo tutt'altro che amichevole. Il padre prende una sedia e la mette vicino a quella di Harry, sedendosi accanto a lui. Oh no, spero che tutto vada bene.

«Ciao Harry, non saluti tuo padre?» Chiede con sarcasmo, ma Harry non si degna neanche di rispondergli e si concentra più su di me togliendomi delle ciocche di capelli sulla fronte. «Okay, come vuoi...come stai Sarah?»  Chiede gentilmente.

«Oh, molto meglio, grazie» Gli sorrido dolcemente.

“Ma questo ce l'aveva con me, o sbaglio?” La mia mente inizia a parlare da sola, anche se ha pienamente ragione.

«Perché sei qui?» Sbotta Harry, senza togliere lo sguardo su di me.

«Ehi, non posso neanche venire a visitare in ospedale la ragazza di mio figlio?» Chiede amichevolmente lui.

«No, non puoi» Dice con voce dura ed io gli stringo la mano come per dirgli di calmarsi e di non perdere il controllo, e lui capta subito il mio nervosismo e la sua mascella, poco fa tesa, si ammorbidisce e mi da un bacio sulla fronte.

«Da quanto voi due state insieme?» Chiede con un piccolo sorriso suo padre e Harry sospira spazientito, così rispondo io per lui.

«Quasi un mese e mezzo» Rispondo e lui annuisce. «Non mi fraintenda, però non me l'aspettavo che lei venisse qui a farmi visita»

«Già, anche perché prima che inizino le vacanze estive, devo tornare in Inghilterra» Fa spallucce, mostrandomi un piccolo sorriso innocente.

Devo dirlo, nei panni del buon padre mi piace decisamente di più. Ma sono sicura che sta solo fingendo solo per fare buona figura davanti a me. Lo noto nei suoi occhi. I suoi occhi non sono come quelli di Harry, piene di dolcezza e amore. I suoi sono di scuri, quasi neri, che quasi mi terrorizzano solo al pensiero di averlo così vicino.

«Capisco» Annuisco.

«Ora vuoi andartene?» Sbotta nuovamente Harry arrabbiato e stavolta gli rivolge lo sguardo.

«Sì, perché ora devo incontrarmi con un amico» Si alza e mette la sedia al posto di prima. «È stato bello conoscerti Sarah» Mi porge la mano e, quando la stringo, l'unica cosa che penso è “Cazzo, è ruvida come non so cosa e ha un'enorme cicatrice!”. «Comunque, mi chiamo Chris» Aggiunge.

«Okay, Chris. Anche per me è stato un piacere conoscerla» Lo congedo e lui se ne va dalla stanza.

Solo ora noto che Harry sta trattenendo tutta la rabbia e la sua faccia rossa e bollente ne è la prova. Certo che lo odia veramente tanto. Beh, non lo biasimo. L'hanno lasciato qui da solo in America, a San Diego.

Metto una mano sul suo viso per calmarlo e lui mi guarda intensamente negli occhi e in quell'arco di tempo in cui mi guardava, i tratti del suo viso si ammorbidivano sempre di più e il rossore vieniva rimpiazzato dal colore naturale della sua pelle.

«Stai bene?» Chiedo.

«Ora che se ne è andato, sì» Sospira e riappoggia la testa sul cuscino e abbiamo di nuovo i visi ad una distanza di pochissimi millimetri.

«Harry, finchè tu sei insieme a me, tuo padre non mi torcerebbe neanche un capello. Anche se non lo conosco, so per certo che lui non vorrebbe scontrarsi con la tua vera ira» Lo rassicuro dandogli un bacio sulla fronte.

«E tu come lo sai?»

«Mi ricordo ancora di come hai ridotto mio fratello e quell'ubriacone alla tua festa» Ridacchio e anche lui. «Sono sicura che vorresti ridurre peggio di così tuo padre, vero?»

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