Capitolo 38

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Sarah's P.O.V.

Apro gli occhi e sbatto ripetutamente le palpebre per la forte luce che emana il sole dalle finestre. Una volta abituata alla vista della luce naturale, faccio girare gli occhi per la stanza e posso sentire un costante "bip" provenire dalla mia parte sinistra.

"Sono in ospedale. Di nuovo" Penso, non avendo le forze neanche per parlare.

Mi fa male la schiena e l'addome. Quel tipo mi ha conciata male, ma mi sono salvata per miracolo. Sono stata molto fortunata.

Prima avevo sognato che c'era Harry accanto a me che mi diceva che mi amava e mi ha stretto la mano, così gliel'ho stretta anche io prima di dormire. Credo fosse stato solo un sogno. Ero molto stanca e confusa questa mattina, quindi, non posso confermare niente.

Sento qualcosa muoversi sulla mia pancia. Come se fosse una testa che si alza e una mano che stringe fortemente la mia. Vedo dei riccioli avanzare verso il mio viso e finalmente incontro il profondo verde degli occhi di Harry. Non stavo sognando, era veramente qui.

«Ti sei svegliata, finalmente piccola» Chiudo gli occhi quando mi bacia sulla fronte. «Il dottore ha detto di non toglierti niente addosso di uno questi macchinari, quindi, dovrai parlarmi con una maschera d'ossigeno in faccia» Ridacchia e lo faccio pure io, ma mi fermo subito per via dei punti sul mio addome. «La potrai togliere fra qualche minuto, quando arriverà l'infermiera con il pranzo»

«Che...che ore sono?» Chiedo con voce flebile e lui elabora qualche secondo per capire cosa ho detto.

«Quasi le due del pomeriggio, amore» Mi accarezza la testa. «Stai bene? Non ti fa male niente?»

«A parte i punti, no» Rispondo sempre con la stessa tonalità di voce. «Grazie per essere rimasto qui» Sorrido debolmente.

«Di niente, amore. Non avrei mai potuto lasciarti qui da sola» Mi lascia un lungo bacio sulla fronte. «Ricordi chi è stato a farti questo?» Intreccia le nostre dita.

«No, aveva la maschera in faccia» Scuoto la testa e lui sbuffa.

«Quando lo becco, sarà morto» Dice con voce dura e la sua mascella diventa tesa.

«Harry, ti prego non parlare di quello lì e non incazzarti proprio ora perché non sono nelle condizioni migliori per sopportare dei problemi come questi» Gli dico con voce supplicante.

«Hai ragione, scusa amore» Abbassa la testa.

All'improvviso sentiamo la porta aprirsi ed entra un'infermiera con il carrello del cibo. È abbastanza anziana, ma sembra simpatica.

«Ecco arrivato il tuo pranzo, tesoro. Aspetta che ti alzo un pò lo schienale del lettino e ti tolgo questa mascherina sul viso» Dice eseguendo ogni cosa e poco dopo mette un tavolino sopra le mie gambe e ci appoggia sopra della pasta alla bolognese, un tozzo di pane e una bottiglietta d'acqua.

«Grazie» Gli sorrido e lei mi congeda con un cenno della testa, uscendo dalla mia stanza. «Sembra buono, ma non credo che riuscirò finirlo. Mangia con me, avrai sicuramente fame» Gli dico.

«Va bene» Annuisce e si avvicina con la sedia. Prendo qualche spaghetto con la forchetta e lo imbocco. «Buono?» Chiedo e lui annuisce.

«Dai, ora ti imbocco io» Dice, prendendo la forchetta dalla mia mano.

«Va bene» Rido leggermente e lui mi imbocca. Quanto può essere tenero questo ragazzo tutto tatuato? Sono fortunata ad essere la sua ragazza.

Andiamo avanti ad imboccarci a vicenda finchè non finiamo tutto il vassoio e lui, finalmente, posa un delicato bacio sulle mie labbra. Sorrido nel bacio e lui pure.

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