Capitolo 11

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Faccio avanti e indietro per la mia stanza. Luke non é qui e sono da sola, completamente da sola. Oh cazzo, sono da sola...oh no! Sono da sola! No, non voglio!

Inizio ad urlare con voce soffocata per evitare sospettamenti dai vicini. Ho sempre avuto paura della solitudine, é la cosa piú orribile che puó capitare ad una persona, a mio parere. Non capisco di questa mia fobia della solitudine, ma so solo che mi spaventa e che forse non c'é modo per "curarla".

Il battere di una mano sulla mia finestra mi risveglia dai miei pensieri. Oh, é vero, Harry veniva qui oggi. Apro la finestra e lui entra dandomi un bacio sulla guancia. Tra tutti i baci che i fidanzati possono darsi, quello sulla guancia é il mio preferito. Ma io e Harry stiamo insieme? Oddio, sono cosí confusa!

«Ciao, non c'é nessuno in casa? É tutto cosí silenzioso qui» Appoggia la giacca sulla sedia vicino alla scrivania.

«No, mio fratello é andato chissá dove e come ti ho giá spiegato prima, mia madre non ci sará per una settimana» Mi siedo sul bordo del letto.

«Beh, almeno hai la casa libera» Si siede vicino a me e mi sfiora la guancia con un dito. Sorrido e lo guardo negli occhi.

«Giá, ma non sono quel tipo di ragazza che se ne approfitta di ogni cosa» Appoggio la testa sulla sua spalla e lui inizia a sfiorarmi i capelli con la mano.

«Fuori si congela e tu sei bella calda, posso abbracciarti?» Chiede sfregandosi le mani per creare calore. Seh, non me la bevo questa. Fuori si sta benissimo anche in mutande, ma stavolta gli faró un'eccezione. Annuisco ridacchiando e mi abbraccia mentre ci fa entrambi sdraiare sul letto. «Mi dispiace per come ti ho trattata a casa mia, non volevo dirti tutte quelle cattiverie, anche se erano tutte false» Mi attirá piú a sé.

«Fa niente, ti capisco, eravamo entrambi molto incazzati quindi abbiamo detto le prime cazzate che ci passavano per la testa» Inalo il suo profumo silenziosamente prima di ricominciare a parlare. «Ma la cosa che piú mi infastidisce é che quando sono venuta da te per chiederti scusa, tu ti stavi...ecco...beh...» Perché ora non ho piú il coraggio di parlare liberamente?

«Scopando?» Chiede con un sorriso ed annuisco. «Non ero me stesso in quel momento, sai che non mi farei un'altra solo per farti soffrire con gusto»

«Sí, ma...» Mi mordo il labbro inferiore.

«Ma?» Chiede per incoraggiarmi a parlare.

«Ma il punto é che non eri solo con Valerie, anche con le sue amiche, e poi Louis mi aveva tappato la bocca in tempo prima che io potessi alzare la voce e ce ne eravamo andati a casa mia, mentre lui mi consolava, dicendo che sarebbe andato tutto bene»

«E non é cosí? Sta andando tutto bene, giusto?»

«Sí, credo di sí, altrimenti perché saremo qui abbracciati sul mio letto?» Ridacchio pensando che non riusciamo a starci lontano.

«Giusto» Ridacchia anche lui. «Oh, mi sono ricordato delle domande!» Esulta mentre si siede sul letto.

«Dimmi» Gli sorrido.

«Perché avevi gli occhi gonfi e rossi stamattina? E perché non dormi ultimamente? Ti vedo con le occhiaie quasi tutti i giorni» Chiede serio e il mio sorriso scompare.

«Ecco...» Sono in imbarazzo. «In pratica, avevo una cosa impressa nella mente e non riuscivo a dormire»

«Non hai risposto alla prima domanda» Dice in tono autoritario. «Per favore» I suoi occhi si addolciscono.

«Beh...ho pianto, tutto qui» Faccio spallucce.

«Perché?» Si avvicina a me.

«Ecco...ho pianto perché...» Mi gratto la nuca per il nervosismo. «Perché mi ricordavo sempre di te e di tutte quelle parole che mi avevi detto» Ammetto torturandomi le punta delle dita.

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