Capitolo 41

3.2K 131 11
                                    

«Ha-harry, calmati» Balbetto, mettendo titubante una mano sulla sua spalla.

«No! Non toccarmi!» Appoggia la testa sul volante e ritiro di scatto la mano per la paura. «Solo a me devono succedere tutte le cose e brutte e nessuno mi aiuta!» Lo sento singhiozzare e intravedo delle lacrime rigargli le guance.

«Harry, non capisco. Cosa vuoi dire? Io sono qui e sto cercando di aiutarti» Non risponde, ma singhiozza in mezzo alle lacrime. «Harry, ti prego, dimmi cos'è successo. Magari posso aiutarti come ti ho promesso» Metto una mano sul suo petto e una sulla sua schiena e lo appoggio gentilmente sullo schienale del sedile della macchina, mentre lui si asciuga il viso con le mani.

Appoggia un gomito sul finestrino aperto e chiude gli occhi prendendo dei profondi respiri per calmarsi, mentre appoggia la tempia sinistra sul pugno chiuso della mano sul finestrino.

«Non voglio affrettarti, solo voglio sap--»

«Rebecca è morta» Dice con lo sguardo fisso fuori dal finestrino. «È morta di overdose di eroina e non ho potuto dirle addio come si deve» Ritorna a sighiozzare, mentre caccia fuori dalla tasca dei suoi pantaloni un pezzo di carta. «E questo è tutto quello che mi ha lasciato» Me la lancia senza guardarmi e apro il foglio di carta.

È una sorta di lettera d'addio e intravedo il mio nome in mezzo al foglio. Rebecca sapeva di me e Harry. Morta di overdose? Non sono mai stata in una situazione come questa e non so cosa fare con Harry. Dirgli “mi dispiace” non lo tranquillizzerà molto. Leggo il pezzo di carta, mentre Harry continua a parlare.

«È per questo che me ne sono andato presto da scuola. Non mi sono sentito affatto bene psicologicamente e una giornata di scuola non avrebbe reso le cose migliori» Si fa scappare una risata nervosa. «Ci credi che mi sono scolato due bottiglie di vodka?»

A quelle parole il mio respiro si blocca e alzo lo sguardo dal foglio per guardare lui. Due bottiglie vodka?

«Che cosa?» Chiedo quasi senza voce.

«Già» Si allunga verso i sedili posteriori e prende una bottiglia, appunto, di vodka. «Ne vuoi dolcezza?» Mi sventola davanti la bottiglia.

«Harry, dammi la bottiglia» Dico cercando di afferrarla, ma lui la passa sull'altra mano impedendomi di prenderla. «Harry, bevendo bottiglie di vodka o altri liquori non servirà a niente»

«Da quando ne sei esperta?» Avvicina le labbra al collo della bottiglia e ne beve quasi metà.

«Harry, basta. Così peggiorerai solo la situazione» Mi allungo per prendere la bottiglia, ma lui mette una mano sul mio petto per fermarmi. «Harry, non devi lamentarti quando le persone non ti aiutano! Sei tu che le respingi!» Adesso sto urlando.

«Ah, si? E quando mai qualcuno si è degnato veramente di aiutarmi negli ultimi quattro anni? Dove erano queste persone quando ho perso la mia famiglia? Dove erano queste persone quando mi facevo una vita di merda, eh? Dimmelo» Mi urla in faccia, ma io non mi abbasso al suo livello.

«Sì, è vero. Non c'erano! Ma ora ci sono io qui che cerco in tutti i modi di prendere quella cazzo di bottiglia di vodka in mano e cercare di aiutarti senza litigare!» Urlo e le sue narici si allargano dalla rabbia.

«Io bevo quanto cazzo mi pare e tu non sei nessuno per impedirmi di farlo, hai capito?» Beve di nuovo dalla bottiglia.

«Okay, credo che per oggi basti bere Harry» Mi allungo dal sedile per prendere la bottiglia.

Lui mi spinge violentemente e vado a sbattere la nuca contro il vetro del finestrino. L'ho quasi rotto, ma fortunatamente non è successo. Mi faccio scappare un gemito di dolore, che fa scattare sull'attenti Harry. Butta la bottiglia fuori dal finestrino e si avvicina a me.

Follow √Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora