Capitolo 45

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Sarah's P.O.V.

«Papà, perché quel bambino non vuole giocare con me?» Chiede la piccola bambina, correndo fra le braccia di un signore

«Quale bambino?» Chiede con un bel sorriso.

«Quello lì» La bambina indica il bambino con i capelli castani a scodella che sta discutendo con il padre. «Se ne è andato subito e mi stava simpatico» Piagnucola.

«Sicuramente il suo papà avrà avuto le sue motivazioni, non credi piccola?» La bacia sulla guancia e lei abbassa lo sguardo tristemente. «Tesoro, hai Louis con cui sta già giocando. Non ti basta il tuo migliore amico?» Chiede con amore e gentilezza. Si vede che mio padre mi amava moltissimo.

«Sì, ma voglio un nuovo amico» Replica lei e lui si fa scappare una piccola risata per la testardaggine della bambina.

«Tesoro, di solito devi amare ciò che hai ora perché in futuro non si sa mai se sarà lì ancora con te. Louis ti vuole un mondo di bene e se quel bambino se ne è andato subito, c'è sempre Lou a farti compagnia per non farti sentire sola, quindi, ascolta papà e corri da Lou che ti sta aspettando. Va bene orsacchiotta?» Mette giù la bambina.

Orsacchiotta? Oh, adesso ricordo. È il soprannome che mi dato lui perché andavo matta per Winnie The Pooh e avevo un sacco di peluche di lui in camera mia. Credo di averli ancora.

«Va bene, papà» Annuisce, stavolta contenta e si volta per correre verso il piccolo Louis. «Ehi Lou! Giochiamo?» Gli urla, correndo verso di lui.

Mi posiziono accanto a papà e, insieme a lui, guardo i due bambini giocare a calcio insieme. È incredibile pensare che io abbia veramente giocato a calcio da bambina, perché sono praticamente negata in questo sport. Rivolgo lo sguardo verso mio padre e noto che non è cambiato per niente negli ultimi 13 anni. È sempre rimasto il bellissimo uomo che ho sempre conosciuto. Vorrei tanto svegliarmi ancora una volta con lui che mi porta la colazione a letto il giorno del mio compleanno. Mi manca e non lo nego. Bailey è fortunata ad averlo ora come suo padre. Ammetto di essere gelosa, ma sono contenta che ora si senta a suo agio con la sua nuova famiglia. Vorrei tanto poterlo sentire ancora una volta che mi racconta le barzellette al mattino. Mi tirava su il morale perché il giorno prima passavo la giornata ad essere presa in giro.

«Ti voglio bene papà e sono felice di poterti dire queste parole perché non mi immaginerei mai una vita senza un padre» Dico quasi senza voce con le lacrime che stanno rigando il mio volto.

«Ti voglio bene piccola mia e sono felice di poterti dire queste parole perché non mi immaginerei mai una vita senza una bravissima e bellissima bambina come te» Dice, ma so per certo che non riesce a vedermi e che questo l'aveva detto realmente tanto tempo fa.

«Grazie di esistere, papà. Grazie» Dico con un sorriso stampato sulla faccia.

Quando mi risveglio, noto che sono in camera da letto di Harry e che ormai il sole è alto. Io e mio padre abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto e ciò mi rende la giornata molto meglio di quanto me lo aspettassi. Mi alzo con il busto e mi stiracchio un pò. Ho un gran mal di testa. Credo di aver bevuto un pò troppo ieri notte.

«Vedo che ti sei finalmente svegliata, ti ho portato da mangiare» Harry entra in camera con un vassoio fra le mani. «Beh, ovvio che c'è anche per me e c'è la medicina per il mal di testa» Mi sventola davanti una scatoletta di compresse per il mal di testa.

«Ma che ore sono?» Chiedo assonnata.

«Quasi mezzogiorno» Appoggia il vassoio sul letto e prende un pezzo di bacon con la mano, mangiandolo. «Dormito bene?» Si avvicina con il viso con l'intenzione di baciarmi.

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