Introduzione

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Come ogni mattina, mi alzai dal letto, ormai reso caldo dal mio corpo.
Sospirai e mi passai una mano sugli occhi, stropicciandoli in modo tale da farli abituare alla luce mattutina che il Sole donava alla città, senza la quale ci sarebbe stato un freddo perenne.
Mi recai in bagno, dove mi feci una doccia veloce per darmi energia da utilizzare durante la giornata.
Successivamente, tornai in camera per prendere la divisa scolastica, composta da una camicia bianca, una cravatta nera e dei jeans neri e comodi.
Non mi erano mai andate a genio le divise, ma la indossai ugualmente perché, dopotutto, era molto comoda.

Dopo aver preso la giacca, la cartella e le chiavi di casa col cellulare, uscii di casa, iniziando quella che era la camminata per raggiungere la scuola.
Mentre percorrevo la strada, mi guardai attorno: gli alberi iniziavano a seccarsi e ad assumere un colorito morto, l'erba non cresceva velocemente e il cielo era oscurato da alcune nuvole grigie.
Quelle erano tutte caratteristiche della stagione autunnale.
A settembre incominciavano le scuole, perciò ero lì, stretto nella giacca di pelle a causa del vento freddo e fastidioso.

Mi ero trasferito in quella città assieme al mio migliore amico Park Jimin. Volevamo andare a vivere insieme, come coinquilini, quindi cercammo e trovammo una casa a Seoul.
Eravamo nati a Busan, lui era più grande di me di due anni, anche se era molto più basso ed io lo prendevo sempre in giro per questo suo difetto.
Difetto, da una parte. Dall'altra parte, la sua statura minuta lo rendeva dolce e tenero, come un piccolo bambino da proteggere. Eravamo come due fratelli, dove andava uno andava l'altro. Se uno soffriva, anche l'altro soffriva; se uno era felice, anche l'altro sprizzava gioia da tutti i pori.

Dopo qualche minuto di riflessioni, arrivai davanti la scuola.
Era molto grande, quattro piani.
Avevo sentito dire che tutti i professori erano gentili e bravi, io lo speravo con tutto me stesso. Non che fossi uno studente modello, però mi piaceva sentirmi soddisfatto per un buon voto ricevuto.
Non appena suonò la campanella, entrai nella grandissima struttura e mi guardai intorno, osservando ogni minimo particolare.

Jimin-hyung era andato in classe prima di me, per firmare dei documenti che servivano ad entrambi riguardo la scuola.
Io non potevo firmare, perché ero minorenne. Avevo 18 anni appena compiuti, Jimin-hyung 20. Toccò, quindi, a lui occuparsi di quelle cose burocratiche.

Andai verso il mio armadietto, il 124, e lo aprii, prendendo i libri che mi sarebbero serviti per le lezioni di geografia e scienze. Successivamente, cercai la mia classe, la 3E. Dopo averla trovata, con non poca difficoltà, entrai e mi presentai alla classe.
Dalle loro facce, sembravano tutti comprensivi e dolci. Tirai un sorriso e mi sedetti all'unico posto libero, quello nella fila centrale.
Misi sul banco i libri e seguii la lezione, attento e prendendo appunti.

Avevano ragione, tutti quelli che parlavano bene dei prof: erano aperti e gentili. Sorrisi rincuorato dal pensiero.
Avrei potuto continuare gli studi in tranquillità, in una classe che pareva accettarmi.




Angolo autrice:

Ciao a tutti!! Spero che questa storia vi piaccia, in tal caso vi sarei grata se votaste e commentaste
❤❤❤
A presto!!

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