Capitolo 16

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"Io? Nah, non ho niente" alzai le spalle, camminando di fianco a lui come nulla fosse.

Avevamo deciso di andare un po' a passeggiare per la scuola. Idea, in realtà, proposta dal sottoscritto: magari così mi sarei potuto risparmiare la morte, non vedendomi con Taehyung.

"Farò finta di- oh cazzo, Kookie! Mi sono dimenticato di portare i fogli alla professoressa Jeong!" Urlò nel panico lo hyung, mettendosi le mani nei capelli color carota e sbraitando.

Risi a quella scena, per provare a calmarlo posai le mani sulle sue spalle e le massaggiai appena.

"Dai, corri!"

"Mi dispiace, dovrai passare la ricreazione da solo!" Gridò dandomi un veloce bacio sulla guancia.

"Tranquillo!" Gridai in risposta, con una finta pace.

-tranquillo il cazzo...tra poco sarò ucciso dal bullo della quinta...-

"Oh, piccolo Kookie"

Qualcuno, dietro di me, imitò sia la voce di Jimin-hyung che il nomignolo che mi dava.
Sobbalzai e mi voltai di scatto, notando che quella persona era Kim Taehyung. Deglutii guardandolo appena, abbassando gli occhi a terra.

Quando ero accanto a lui, non riuscivo più neanche a pensare, era come se la mia mente si bloccasse e i miei occhi potessero solo guardarlo. Mi sentivo impotente, perché cazzo mi faceva quell'effetto?

E a pensare che, il giorno prima, avevo dato di matto e avevo trattato male e minacciato una persona che neanche conoscevo, che mi scriveva col numero sconosciuto. Adesso, invece, neanche riuscivo a muovere un muscolo.

"C-che vuoi?"

Nonostante tutti i miei sforzi, non riuscii a controllare il tremolio della voce, quindi balbettai e lo feci ridere.
Mi osservò a lungo, sentivo sulla pelle il bruciore del suo sguardo tagliente e affilato.

"Nulla, Kookie"

"Non mi chiamare Kookie...solo Jimin-hyung può"

"Perché io non posso? Non sono un tuo amico?" Finale un tono triste e deluso.

Se non fossi stato in quella circostanza, avrei detto che il broncio appena formato sulle sue labbra aveva un non so che di tenerezza, ma...non potevo di certo parlare di tenerezza con Taehyung davanti.
Lui era tutt'altro che tenero.

"No...non lo sei" mormorai sincero.

Lo sentii grugnire contrariato, poi una stretta ferrea e potente al mio polso che mi costrinse a muovermi da quel posto.
Iniziò a camminare velocemente verso il bagno, dove mi trascinò senza cedere alle mie suppliche di libertà.

Le cabine dei bagni erano tutte libere, tranne un paio che erano rotte e dovevano riparare.
Mi leccai le labbra secche, tutta quella situazione mi stava mettendo tanta ansia, senso che andava a colorare le mie guance di un leggero rosso porpora.

Spalancò brutalmente una di queste porte e mi tirò nel bagno, poi bloccò ogni uscita chiudendo a chiave. Potevo ufficialmente dichiararmi morto.

"Mossa azzardata, ragazzino. Adesso vediamo come reagisci"

Tҽxƚ αɳԃ Sҽxƚ [VKook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora