Capitolo 4

5.5K 262 22
                                    

Subito dopo il suono della campanella, tutti i miei compagni di classe uscirono dall'aula, mentre io rimasi da solo a sistemare i libri nella castella.
Loro mettevano via i libri e gli astucci qualcosa come tipo dieci minuti prima della fine dell'ora, cosicché potessero uscire per primi da quella prigione.

Dopo aver finito, misi lo zaino sulle spalle e uscii dall'aula, diretto verso l'entrata della scuola per aspettare Jimin.
Nell'attesa, appoggiai la schiena al muretto e mi guardai un po' attorno, guardando il cielo e respirando l'aria pulita della città.

"Ehi, Kookie!" Mi sentii chiamare da una voce che conoscevo troppo bene.

Infatti, il proprietario di quella voce era il mio hyung, che mi salutò e poggiò una mano sulla mia spalla.
Mi fece un cenno col capo e mi guardò, mantenendo quel sorriso che mi faceva sentir bene ogni volta che lo vedevo.

"Andiamo a casa dai, ho una fame!" Ridacchiò iniziando a camminare.

"Sembri tanto felice oggi" risi contagiato da lui.

"Abbiamo iniziato una nuova vita in una nuova città, posso essere più felice di così? Potremo avere un percorso tutto nostro e comandare le nostre scelte" sorrise mettendo le mani nelle tasche.

"Beh, immagino di no" negai. "Non vedo l'ora di conoscere nuova gente e fare amicizie"

"Perché, io non ti basto?" Domandò, con un labbruccio dolcissimo e triste.

"Aish, hyung! Smettila..." gli diedi una pacca sulla spalla, assumendo un colorito rosso sulle gote.

"Aww, che dolce" mi prese in giro ridendo di gusto, ricevendo da me un altro schiaffetto.

Arrivammo a casa cinque minuti dopo.
Il tempo di farci una doccia veloce, di mangiare e di sistemare la cucina e arrivarono le tre e mezza del pomeriggio.
Ognuno si ritirò nella propria camera per fare i compiti, nel silenzio totale e completamente inghiottiti dalla concentrazione.

Non avrei potuto chiedere aiuto a lui, perché le spiegazioni che davano i nuovi docenti erano diverse da quelle dei vecchi insegnanti di Busan.
Così come lui non avrebbe potuto chiederne a me, che ero più piccolo e non avrei capito niente di quegli argomenti troppo complicati per la mia età.

Finii i compiti in meno di due ore; fortunatamente non c'era niente da studiare a memoria, altrimenti avrei terminato a Pasqua.
Mi stiracchiai, soddisfatto del lavoro appena fatto, poi mi presi il cellulare e mi buttai sul letto, a cazzeggiare su Internet e sui social.

All'improvviso, sul mio schermo apparve una notifica. Veniva da un numero sconosciuto, che non avevo salvato.
Curioso, aprii la chat e lessi il messaggio.

Sconosciuto:

Ehi ragazzino, che fai?

Tҽxƚ αɳԃ Sҽxƚ [VKook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora