Capitolo 41

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Ero accaldato, stavo morendo col battito accelerato e dalla paura.
Mi avvicinai lentamente al divano, fino a sedermi al posto più vicino al muro, rannicchiato con le gambe al petto e il mento poggiato sulle ginocchia; fissai gli occhi nei suoi, sentendo le guance andare a fuoco.

"Se te lo spiego, tu inizierai a ridere..."

"Spiegami allora, ti ascolto. Ma che sia una scusa plausibile, sennò ti mando in camera a calci nel didietro"

La pelle nera del divano accanto a me si abbassò, il profumo delicato dello hyung mi arrivò sotto al naso.
Sospirai iniziando a torturarmi le dita, un po' imbarazzato nell'immaginare cosa era successo la sera prima nella sala del cinema.

"Ieri sera, come ti ho detto, eravamo andati a vedere un film...solo che mi sono addormentato e non mi volevo più svegliare, perciò...ci hanno chiusi dentro al cinema tutta la notte..."

Silenzio. Dopo che pronunciai l'ultima lettera, piombò un silenzio tombale.
Serrai le labbra colto da una vampata ancora più forte di vergogna, temevo che mi avrebbe preso in giro per la mia distrazione.
Quando tentai di guardarlo, vidi sulle sue labbra un ghigno malizioso. Sgranai gli occhi allontanandomi di scatto da lui.

"P-perché mi guardi così?"

"Non avete fatto nulla, vero?" Chiese alzando le sopracciglia.

"Anche se fosse, non te lo direi..."

"Dai" cantilenò il maggiore. "Perché no? Dai sono curioso!"

"Aish, hyung!" Gridai esasperato, portando la fronte al soffitto. "Sono solamente uscito con lui e basta, abbiamo dormito..."

"E prima?"

"Prima ci siamo raccontati una favola!"

A volte lo hyung sapeva essere davvero opprimente e assillante, finivamo per litigare spesso a causa di quel suo carattere troppo invadente.
Non mi andava di dirglielo, non avrei mai raccontato tutto ciò che era successo con un "ehi ciao hyung, ieri sera ho ricevuto una sega e ho fatto il mio pompino a colui che prima era il mio bullo. Sei fiero di me?"

"Uff..."

Si arrese finalmente, abbassando lo sguardo e corrugando il viso tristemente.
Sembrava seriamente deluso dalla mia riservatezza, e io mi sentii male nel vederlo così. Poche erano le volte in cui avevo i sensi di colpa...e in quel momento ne avevo avuto uno.

Non era possibile, però, prendersela tanto su una questione così riservata e delicata...si aspettava che io gli raccontassi ogni cosa? No, per niente.
Ognuno doveva mantenere nella mente le proprie esperienze affrontati in quel determinato campo.

Jimin-hyung si alzò, andando a capo chino verso la cucina.
Vidi che si mise ai fornelli, forse non aveva mangiato la colazione per aspettare me, ed io anche stavo avendo i crampi allo stomaco per colpa della fame.

Sospirai dal naso, alzandomi veloce dal divano e salendo le scale così da raggiungere la mia camera.
Ne aprii la porta e poi la chiusi dietro le mie spalle con un po' di forza in più; mi sedetti sul letto e misi a caricare il cellulare, poi andai in bagno a darmi una veloce lavata: avevo ancora i boxer appiccicosi...

Mi lasciai trasportare dal senso di rilassamento che dava l'acqua calda, che aveva riempito quasi all'orlo la vasca ed era colorata dai sali minerali di lavanda.
Adoravo la lavanda, così tanto che ogni volta che accompagnavo lo hyung al centro commerciale, lo obbligavo a comprare delle saponette con la stessa fragranza.

Non sapevo come, ma la lavanda mi ricordava l'infanzia...
Quando ero piccolo, ogni volta che ero accanto alla mamma sentivo nell'aria un inebriante odore di lavanda, oppure perché lei indossava molto spesso abiti sul lilla...e la lavanda era la sua pianta preferita.
Forse l'adoravo perché mi ricordava lei, le sue carezze e la sua tenera voce, perché mi portava a galla tutti i bei momenti passati assieme a lei e a papà...

Anche quando la sentii sui vestiti di Tae, poche ore prima, mi aveva fatto sorridere istintivamente; senza chiedergli il perché avesse quell'odore mi ero addormentato, nel suo calore.

Tae...mi stavi facendo dannare anche solo con la tua presenza.
Mi mancava il tuo tocco, anche se non erano passate neanche dieci ore...quanto cazzo ero innamorato di te.

Mi avvolsi in un accappatoio blu dopo essermi sciacquato, uscii dalla vasca e ne tolsi il tappo, lasciando quindi l'acqua a defluire dal grande recipiente di marmo color avorio.
Presi un piccolo asciugamano e lo avvolsi attorno al collo, iniziando subito dopo a strofinarlo lui capelli per farlo asciugare con più velocità aiutato dalla corrente d'aria presente nella mia stanza.

Presi dell'armadio una maglietta pulita, dei jeans e dei boxer grigi di Armani. Li indossai e lanciai nel cesto dei panni sporchi l'accappatoio e l'asciugamano bianco, ci avrei pensato dopo a metterli dentro la lavatrice.

Assopito, mi lanciai sul letto, a gambe incrociate a controllare le mail.
Vidi dei messaggi, sbloccai quindi lo schermo e aprii la chat con Tae, l'emittente.

TaeTae:

Ti ha squartato?

Non farmi preoccupare, potrei seriamente pensare al peggio

Tu:

Non preoccuparti non mi ha fatto nulla, anzi...

TaeTae:

Anzi cosa?

Tu:

Mi ha chiesto se avessimo fatto qualcosa...ma io gli ho detto di no

TaeTae:

Perché hai risposto di no?!

Dovevi andargli dietro, dirgli la verità...almeno avrebbe capito che sei solo mio

Ah cazzo, mi sono dimenticato di farti dei succhiotti

Tu:

Tae!

Secondo te io sono uno di quello che va a urlare al mondo che ha ricevuto una sega??

Te lo dico io: no. Non sono così troia

TaeTae:

Però ammettilo, Kook

Grazie al tuo sonno pesante abbiamo potuto passare una delle tantissime notti che faremo assieme

Tu:

E se ti dicessi che non sarà così?

TaeTae:

Ovviamente ci rimarrei male.

Ma non è così, vero Kook?

Kook

Jungkook!

Bene, perfetto

Tҽxƚ αɳԃ Sҽxƚ [VKook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora