Capitolo 21

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Ero un po' impaurito, lo dovevo ammettere.
Ma non era certo facile sopportare l'idea che uno sconosciuto, il quale ti messaggiava da giorni senza mai rivelare l'identità, sapeva dove ti trovavi e tu non potevi fare nulla.

Ero bloccato; non conoscevo il suo nome, né un indirizzo, nemmeno in quale luogo avrei potuto vederlo per scoprire almeno i tratti del suo volto.
Una cosa era certa: era della mia scuola.
Se non fosse stato così, allora gli avrei dovuto dare un premio per l'intelligenza e la furbizia che aveva. 

Mi torturavo il labbro e battevo il piede a terra, nervoso, mentre guardavo senza sosta lo schermo del cellulare, fermo sulla chat dello sconosciuto.
Poi, spostai lo sguardo in alto, dove c'era il pulsante della chiamata e della videochiamata.
Avrei dovuto chiamarlo?

Tu:

Ti prego, smettila di cercarmi e di scrivermi

Sconosciuto:

E perché mai dovrei?

Hai per caso paura, marmocchio?

Tu:

No, io non ho paura. Non ne avrò mai, di te

Sconosciuto:

Oh, sicuro? Eppure mi pare che quando mi vedi non riesci neanche a reggerti in piedi

Non si dicono le bugie, i bambini come te devono dire sempre la verità

Tu:

Porca troia, smettila!

Non sono un bambino e non mi faccio fare ordini da te, mi hai rotto le palle!!

Sconosciuto:

Ma falla finita, Kook

Tu:

Non ti bloccherò se mi dirai una cosa

Una sola

Sconosciuto:

Uff che coglioni

E quale sarebbe questa grande domanda?

Tu:

Dimmi chi sei, ed io ti permetterò di farmi tutto ciò che vuoi

Sconosciuto:

Tutto? Intendi tutto, tutto?

Tu:

Perché...che vorresti farmi?

Sconosciuto:

Tante cose che piaceranno anche a te, Jungkook.

Accetto la tua proposta, ti dirò chi sono

Aspettai con ansia il suo messaggio.
Rimasi con la tastiera azionata, con le dita già pronte a digitare la risposta.
Aspettai, aspettai un bel po' di minuti. Ma il messaggio non arrivava.

Guardai l'orologio in alto a destra.
Da quando ero entrato nel bagno erano passati 20 minuti, un bel po' in più oltre il consentito.
Imprecai sotto voce, spostandomi nervosamente i capelli dal viso.

-dai...che cazzo ci vuole a mandare un minuscolo messaggio?-

Iniziavo a dare di matto, avevo bisogno di sapere quale nome ci fosse dietro alla persona che mi perseguitava da qualche giorno a quella parte.
Feci sbattere una mano al muro dalla rabbia; stava aspettando apposta. Voleva che mi innervosissi di più, voleva farmi soffrire internamente e farmi aspettare molto più del dovuto.

Alzai gli occhi al cielo e, dopo vari secondi di riflessione, uscii dal bagno e tornai velocemente in classe.
Appena girai la maniglia, mi beccai la strillata dal professore.

"Jeon! Lei non uscirà per tutto il resto dell'anno!"

"Professore, ma non è mica colpa mia se mi sono sentito male e sono dovuto restare per altro tempo!"

"Per questa volta passo, ma il prossimo ritardo non glielo faccio abbonare. Intesi?"

"Faccia come vuole" annuii alzando le spalle.

Tornai al mio banco, al mio solito posto caldo e vicino al muro: quel muro che aveva tenuto per tantissime volte la mia testa durante le lezioni più inutili e noiose.
Picchiettai le unghie sul legno del banco, cercando di capire qualche equazione sul libro...ma, come al solito, con scarso risultato.

All'improvviso, la vibrazione del cellulare si attivò. Lo afferrai e, senza farmi vedere, lo posizionai dentro l'astuccio in modo tale da non farmi beccare; pregai anche il mio compagno di banco di non dire nulla, dicendo che era una cosa urgente.
Misi la password e andai sulla chat. Lessi i messaggi e, arrivato all'ultimo, il mio cuore perse dei battiti e credetti di star per morire.

Sconosciuto:

Scusami, Kook. Ho avuto dei problemi con l'insegnante.

Sei tornato in classe, ho notato

Beh, ora ti dirò chi sono...preparati.

Io sono Taehyung, Kim Taehyung

Tҽxƚ αɳԃ Sҽxƚ [VKook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora