La mattina dopo, mi preparai per andare a scuola.
La sveglia iniziò imperterrita a risuonare per tutta la stanza, finché non la feci tacere con un colpo secco. Temetti di averla rotta, invece, guardando, notai che ancora segnava l'ora giusta.
Mi alzai dal letto arruffandomi i capelli e andai in bagno, per farmi una doccia veloce prima di vestirmi.Una volta lavato, uscii dalla camera e indossai la divisa scolastica, quello schifo di divisa obbligatoria. Ogni volta che la guardavo mi sentivo male, perché significava che avrei passato un'altra fottuta mattinata in quella struttura bianca e moderna.
Presi la cartella e scesi le scale, arrivando quindi in cucina a mettere distrattamente qualcosa sotto i denti per appuntare lo stomaco e così da non rimanere a digiuno fino alle due e mezza, orario in cui sarebbero finite le lezioni.
Poi, mi andai a lavare i denti, indossai la giacca e infilai dentro le tasche di questa il cellulare e le chiavi della villa, assieme a qualche soldo per andare a pranzare fuori.Non piaceva stare troppo tempo dentro casa, tanto non avevo nessuno che mi aspettava quindi avrei potuto fare ciò che volevo senza limitazioni inutili.
Perché, tanto, anche se ci fossero stati i miei genitori, io non sarei comunque rimasto lì dentro a marcire.Uscii di casa pochi secondi dopo, con lo zaino posato su una spalla e l'altra cinghia a penzoloni, che batteva contro la manica della giacca e creava un suono a ritmo regolare e lieve.
Infilai le mani nelle tasche, evitando che si congelassero per colpa della fredda temperatura mattutina.
A nulla servivano i raggi del Sole, tanto il clima era ugualmente autunnale e tendente all'inverno.Arrivai davanti al cancello della prigione bianca pochi minuti di camminata dopo, appena suonata la campana. Mi presi molto tempo e entrai con calma, arrivando lentamente davanti al mio armadietto e riempiendo lo zaino di qualche libro a caso, tanto per farlo pesare un po' di più.
Poi, mi sistemai la cartella con una mano e camminai verso le scale per raggiungere il piano superiore, dove era situata la mia classe, ma qualcosa batté contro la mia spalla e mi fece rallentare di poco il passo.Voltai la testa di lato per vedere, curioso, cosa mi avesse colpito, e rimasi un poco sorpreso nel vedere che era stato proprio il ragazzino. Probabilmente andava di fretta, quindi non mi aveva notato.
"Ehi, marmocchio" dissi ad alta voce richiamandolo, facendo echeggiare la mia voce per il corridoio deserto.
Lo vidi tremare leggermente al richiamo. "Sì...?" Sussurrò voltandosi verso di me.
Non risposi subito, camminai verso di lui. Trionfai internamente non vedendolo allontanarsi, quindi approfittai della cosa e mi avvicinai ancora, fino ad essergli a pochi centimetri dal viso.
Portai due dita sotto al suo mento e glielo alzai, costringendolo a incastrare gli occhi nei miei."Ci si vede a ricreazione, ragazzino" dissi innocentemente, mostrando un ghigno che, al contrario, non aveva nulla di innocente.
Al contatto, sembrò trasalire spaventato e sorpreso. Era così tenero, quando era impotente sotto al mio tono di voce, o semplicemente ai miei gesti.
Sorrisi soffiando lentamente sulle sue labbra rosate e sottili, abbandonandolo poi nel mezzo del corridoio, da solo con le mani ancora a mezz'aria.
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Tҽxƚ αɳԃ Sҽxƚ [VKook]
FanficDove Taehyung scrive a Jungkook, dopo aver preso il suo numero telefonico dal registro scolastico. Tratto dalla storia: "Kook...perché non capisci che io, quando ti vedo, divento un pazzo? Perché non capisci i miei sentimenti? Ho fatto tutto questo...