sette

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jungkook's pov

Le mie orecchie erano così ubriache dei suoi continui mugolii e lamenti di piacere, mai avrei pensato di poter toccare Jimin in questo modo, lui che è sempre stato così schivo e riservato, acido come pochi e velenoso con chiunque.
E invece era proprio lì, sotto di me, e dava l'impressione di potersi sciogliere al minimo sospiro.
Sentii il bisogno di togliere quella maglia e di poter assaporare più pelle possibile.
Non solo le mie orecchie erano ubriache di lui, ma tutto il mio corpo, avevo il presentimento di non riuscire a trovare la forza per fermarmi, di darmi un contegno, avrei potuto mangiarlo, volevo mangiarlo, farlo mio in ogni modo possibile e pregavo affinché qualcuno mi fermasse perché quelle mani mi istigavano e quella pelle bianca mi urlava di marchiarla, di lasciare un segno.
Ero arrivato all'ombellico e il mio amico là sotto, e anche il suo, erano indubbiamente sull'attenti quando un secondo rumore nel giro di pochi minuti mi fece prendere un colpo.
La mia testa scattò verso la fonte di tale trambusto e quasi mi caddero le mani dalla vergogna, la donna che mi aveva accolto in casa con quel sorriso tanto rassicuratore ora mi guardava inorridita mentre le mie gambe erano già scattate verso di lei, che prese a correre senza sosta.
Tentai di fermarla mettendo una mano sulla sua spalla ma questo non fece altro che aumentare il suo disgusto tanto da urlarlo, al che decisi di abbassare la testa e scusarmi, scusarmi in silenzio
scusami se mi sono innamorato di tuo figlio,  scusami se la mia vita è nelle sue mani da anni, scusami se ho sempre sperato in un suo coinvolgimento emotivo
"scusami Linda, non volevo lo scoprissi in quel modo, ma ci tenevo a precisare che non l'ho forzato a fare niente e che il mio interesse è vivo nei suoi confronti.
Provo sentimenti per lui e per non interferire nella sua vita ho deciso di dare le dimissioni, ma non ce la faccio"
calde lacrime percorsero le mie guance
"lo amo Linda. Scusami, scusami infinitamente."
Sì girò e mi guardò sotto quelle ciglia impregnate di lacrime, la faccia contorta in una smorfia di dolore "va bene Jungkook, è okay" mise una mano sulla mia spalla "quelle poche volte che sono stata presente nella sua vita ho visto il rapporto che c'era tra di voi, e soprattutto negli ultimi anni ho potuto constatare con i miei occhi quanto tu tenga a lui"
un piccolo sorriso le sfuggì dalla bocca "quelle occhiaie non passano inosservate"  sorrisi anche io "solo che non sono certo che mio figlio sia buono per te; è molto complicato, potrebbe segnarti per sempre Jungkook e tu potresti non essere più in grado di crearti una famiglia ed essere felice con qualcuno di stabile nella tua vita, mio figlio non è esattamente la definizione di stabile"
era seria e io non sapevo cosa rispondere "dagli un pò di tempo, io e suo padre non lo costringeremo più a sposarsi ma vorrei che prima trovasse un pò di stabilità nella sua vita da solo".
Mi crollò il mondo addosso.
Aveva ragione, non potevo fargli questo, dopotutto era ancora giovane e doveva trovare la sua strada, io ero maturo e avevo bisogno di stabilità, un sedicenne probabilmente non sarebbe stato all'altezza e io sarei stato solo un egoista ad approfittarmi del suo amore e del suo corpo.
Annuii lentamente e lei mi diede qualche pacca rassicurante sulla spalla "ti chiedo solo qualche anno Jungkook, gli diremo che hai pensato di volere una persona più matura e con più ideali al tuo fianco, capirà, con difficoltà ma capirà."

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora