diciassette

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jungkook's pov

Era sbagliato trovarmi davanti alla sua università?
Avevo sentito che in città sarebbero arrivati degli studenti di un'università di musica e spettacolo da qualche città lontana, ed era la sua.
Ci avevo pensato a lungo prima di compiere questo gesto di cui mi sarei sicuramente pentito? No, in realtà per nulla.
Appena dopo aver posato gli occhi su di lui la sensazione di aver sbagliato tutto nella vita si era impossessata di me.
Cosa avrei fatto? Non sapevo nemmeno quello.
Potevo andare da lui come se nulla fosse?
Improvvisamente la gravità delle cose che stavo per fare mi fece coprire di un alone di sudore e ansia, mi fischiavano le orecchie, mi sentivo il cervello freddissimo ma il corpo caldo, era quello che accadeva quando era in atto un attacco di panico.
Jungkook resisti, sei qui per lui, perché lui è tutto ciò che hai sempre voluto.
Riprenditi, so che puoi farlo.
Presi lenti e profondi respiri, mi appoggiai al muro e cercai di mettere a fuoco i visi di tutti gli studenti che entravano e uscivano, nessuna traccia della testa arancione, nemmeno di quella color menta.
Decisi di aspettare un altro pò e se i sensi di colpa sarebbero tornati me ne sarei andato.
"Jimin oggi cinese?"
"va bene yoongs, ho proprio voglia di noodles cinesi"
Mi pietrificai, erano a pochi passi da me, jimin stava frugando nella tracolla da cui estrasse un pacchetto di sigarette, ne offrì una alla mentina che lo ringraziò con un bacio.
Un bacio.
Perché faceva così male?
Ha sempre fatto in modo di ferirmi, con ogni sguardo, con ogni parola, con ogni gesto.
Avevo il cuore pieno zeppo di ferite, se solo lo avesse visto mi avrebbe di sicuro perdonato.
Dovevo parlargli, una volta per tutte.
Ma non lì, non con l'altro ragazzo nelle vicinanze.
Di sicuro si vergognava di me.
Il vero problema era avvicinarlo.
Era troppo arrabbiato, troppo ferito, qualsiasi cosa avventata poteva solo peggiorare la sua ira nei miei confronti.
Dovevo parlargli da vulnerabile, ma come?

Continuai a seguirli con lo sguardo, entrambi si erano avviati verso le strisce pedonali, Jimin si era fermato per allacciarsi le scarpe, la mentina invece continuò a camminare per poi fermarsi proprio in mezzo alla strada, una volta essersi accorto che al suo fianco non c'era nessuno.
Il mio istinto scattò prima di me;
un forte suono di clacson fece voltare tutti nella strada.
Mi ero buttato di slancio, in un tentativo di salvataggio disperato.
Odiavo quella mentina, ma aveva reso felice il mio Jimin, come minimo dovevo almeno risparmiargli la vita.
Lo spinsi con forza dal centro della strada, insieme rotolammo quasi sul marciapiede, in mezzo al casino un urlo mi fece voltare, Jimin era scattato  verso di noi, lasciando la sua roba per terra.
Non si accorse di me, tutta la sua anima era adesso a quella della mentina, un rivolo di sangue gli scorreva sulla tempia e da un orecchio, probabilmente aveva sbattuto sull'asfalto ed era svenuto.
Jimin lo prese tra le sue braccia e gli scostò i capelli piangendo, poi alzò lo sguardo e incontrò il mio, non sapevo cosa stava pensando in quel momento, ma non vi era rabbia nel suo sguardo
"Jungkook aiutami a portarlo in ospedale, ti prego"
un ambulanza arrivò proprio in quell'istante, probabilmente qualcuno  l'aveva chiamata, presi Jimin dalle braccia obbligandolo a lasciare spazio ai paramedici che prepararono la barella sollevando di peso la mentina portandolo verso l'ambulanza.
Uno dei paramedici si rivolse a noi, io fui l'unico a rispondere, Jimin era un insieme di brividi, parole balbettate e lacrime, senza pensare lo abbracciai posizionando la sua testa nell'incavo tra il collo e la spalla, accarezzandogli i capelli
"si trovava in mezzo alla strada, si era fermato per guardare dov'era finito questo ragazzo"
indicai jimin
"nel mentre stava per passare un autobus, io mi trovavo poco lontano, ho fatto il più in fretta possibile, sono sicuro che non sia stato colpito da niente, probabilmente l'impatto con l'asfalto lo ha fatto svenire o non lo so"
strinsi più forte a me jimin che singhiozzò a sentire il racconto
"okay ho capito, volete salire in ambulanza? stiamo partendo"
scostai di poco jimin chiedendo un muto consenso, lui annuì e piano lo feci salire.
Strinse forte la mano della mentina, io gli accarezzai la schiena in silenzio.
Faceva male vederlo così, non si meritava di provare questo dolore.
Aveva finalmente messo insieme la sua vita, aveva trovato qualcuno con cui trascorrere gli anni.
Cosa ci facevo lì? Non aveva nemmeno senso.
Arrivati in ospedale non gli permisero di seguirlo fino in sala operatoria, si accovacciò nel mezzo del corridoio in silenzio.
Sentivo il suo dolore squarciarmi, stare in silenzio era anche peggio.
Volevo sentirlo urlare, non fissare la porta respirando appena.
"Jimin?"
si voltò lentamente
"aiutami Jungkook"

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora