tredici

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jimin's pov

"allora? Ci andiamo a quella cosa dell'Università?"
tirai un morso al mio cornetto alla marmellata
"che?"
yoongi mi guardò storto
"dai.. quella cosa, la cosa dell'Università.. quell'uscita fuori porta"
addentai ancora il cornetto e nel mente sorseggiai il cappuccino, yoongi aveva preso un altro caffè, quel ragazzo mangiava poco e niente
"mh..si dai, tu?"
mi guardò con la tazzina in mano
"ma si, mi va di cambiare aria"
annuì con la testa e guardò fuori dalla finestra
"mi sono rotto le palle di prendere il treno dalla mia città, mi sa che mi trasferisco da qualche parte qua"
si voltò verso di me, sorpreso, ma perché? Non avevo detto niente di eclatante.
"beh.."
fece una strana espressione, con la tazzina del caffè storta tra le sue dita, come se stesse pensando a qualcosa ma non ne fosse sicuro
"che c'è yoongi?"
"vieni a vivere da me".

jungkook's pov

Wendy era a lavoro, le vacanze di Natale stavano arrivando e il pensiero di incontrare la sua famiglia andava via via sempre più scemando; lei mi aveva detto che aveva mostrato una nostra foto assieme e i suoi genitori erano rimasti molto contenti, mi trovavano un 'uomo di tutto pezzo'.
Mentre stavo andando in negozio un giovane con la testa bionda mi passò davanti, fui paralizzato all'istante.
Un velo di panico si appoggiò su di me, non potevo fare così ogni volta che  mi capitava di vedere un adolescente biondo. Non potevo e basta.
Quanti mesi erano passati?
O forse anni?
Quanti anni aveva? Non riuscivo a collegare il cervello.
19? 20?
Io ne avevo ormai quasi 32.
Nononono. Non posso buttare così il duro lavoro di Wendy, è stata lei a calmare la mia anima e il mio corpo quando mi svegliavo sudato e bisognoso nel mezzo della notte per colpa solo sua.
Meglio andare a lavoro, mi avrebbe distratto.

yoongi's pov

"cosa? tu ami la tua tranquillità yoongi"
mi guardò male, non se l'aspettava sicuramente
"lo so"
guardai altrove, quasi arrabbiato
"ehi, scusa yoongs, è che non me l'aspettavo"
posò la sua mano sulla mia e dopo essersene accorto la scostò subito
"però va bene"
mi sorrise riconoscente, gli avevo risparmiato tutto il casino di cercare casa
"mi aiuteresti con il trasloco? So che ti chiedo tanto"
negai con la testa, sorridendo
"certo chim"
rise leggermente, con la mano a coprirgli la bocca e gli occhi ridotti a due mezzalune
"e quello da dove viene?"
risi pure io guardandolo, accadeva raramente che sorridessi così tanto da esporre le mie gengive, ma con lui veniva così naturale a volte
"nulla, lascia stare"

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora