Wendy aveva lasciato la città per fare visita ad una sua amica in cura da tumore al seno, era una causa che combatteva e ne soffriva, non avevo esitato un secondo a dirle di andare a darle supporto per tutto il tempo che riteneva necessario.
Quelle settimane erano diventate incredibilmente monotone, in cambio era spuntato il sole, anche se avrei preferito guardare un'altra fonte di luce.
Il campanellino posto al di sopra della porta per segnalare l'entrata di un cliente aveva smesso di trillare da un pò, era ora di pranzo, non sarebbe entrato nessun altro perciò misi il cartello 'chiuso' andando a sistemare le ultime cose.
Immerso nel mio lavoro mi congelai nel sentire le mani di qualcuno sugli occhi, mi voltai col cuore in gola per poi sorridere confortato e felice, cosa ci faceva Jimin là?"Hei" il suo sorriso mi colpì tanto quanto il suo aspetto, aveva cambiato colore di capelli, ora quasi simile ai suoi capelli biondi di quando era ancora piccolo e viziato.
Il biondo gli dava quell'aria da principe di cui era sempre stato caratterizzato.
Incredibilmente regale e attraente."Hei, come mai qua?"
il biondo fece un sorrisetto furbo
"ero venuto a dirti che Yoongi si è ristabilito completamente e che adesso è dai suoi genitori, si sono presi un gran spavento"
si dondolava sui talloni, parlando a bassa voce
"immagino, sono felice che stia bene"
Jimin fece un piccolo sorriso, incerto su cosa fare
"okay, ti lascio al tuo lavoro, ci vediamo Jungkook"
salutò con la mano il moro dirigendosi verso la porta.
Che strana conversazione era stata quella? Non sembravano nemmeno più loro.
Jungkook si affrettò a bloccare il biondo, aveva fatto tanta strada solo per quell'infermazione, al moro era mancato così tanto
"hei aspetta, stavo andando a casa per pranzare, ti va di venire?"La casa di Jungkook aveva proprio l'odore che si era immaginato, un mischio di una qualche profumazione floreale e di libri, molto accogliente.
Si dovette ricredere, il ramen preparato dal moro aveva un odore assai migliore, amava la sua cucina tanto quanto Jungkook in persona.Jungkook fu il primo a buttarsi di peso sul divano mentre Jimin, visibilmente a disagio, si limitò a grattarsi la testa calcolando se fosse saggio mettersi accanto al moro o nell'angolo.
Jungkook, vedendo quello scompiglio interiore si limitò a dare dei lievi colpi sul posto accanto a lui, in segno di invito.
Jimin non si era mai sentito così strano, sopratutto sapendo che in quel divano ci si erano seduti lui e sua moglie, a fare chissà che cosa.
Immerso nei suoi pensieri sussultò nel sentire la voce calda al suo fianco "cosa ti va di vedere?"
"quello che vuoi, non ho preferenze"
misero un documentario storico
"cosa hai fatto in queste settimane?"
Jimin si voltò verso Jungkook intento a non distogliere lo sguardo dallo schermo, si rivoltò anche lui verso la collezione di carri armati della seconda guerra mondiale
"aiutato Yoongi a stabilirsi, non volevo partisse appena uscito da un coma"
Jungkook emanò un suono di assenso
"e tu?"
"lavoro, Wendy, solite cose"
nella testa del biondo frullava già da un pò una domanda
"e dove si trova adesso?"
si torturò le mani
"da un'amica di Georgia, non so quando tornerà"
Jungkook si voltò finalmente verso di lui, come a voler assistere alla sua reazione.
Jimin guardò subito in basso per l'imbarazzo, stava fissando il moro da un pò.
Jungkook lo osservò, alzò il mento del biondo avvicinandosi stampando un bacio sopra quelle labbra gonfie, tolse la mano allontanandosi di poco aspettando una reazione, che non tardò ad arrivare.
Jimin posò entrambe le mani sulle sue spalle guizzando verso di lui, all'inizio furono brevi intensissimi baci a stampo, alternati da sguardi e carezze ricche di desiderio.
Jungkook, al quarto bacio mise una mano dietro alla schiena del biondo, spingendolo ad approfondire.
Quella posizione era diventata scomoda per entrambi cosicché Jungkook fu spinto dal bisogno di avere tutto per se quel corpo, costringendolo a salire a cavalcioni su di lui, la posizione non dispiaceva a nessuno dei due.
Jimin si sentì tirare il labbro per poi essere ribaciato con passione, su di lui le mani del moro bruciavano come carboni ardenti lungo tutta la schiena, fino a raggiungere i glutei, il biondo senti una scarica di brividi che lo lo costrinse a far scontrare involontariamente il bacino con quello del moro che emanò un suono alquanto eccitante.
Dal canto suo Jungkook non poteva desiderare di meglio, trovarsi sotto quel ragazzo era meglio del paradiso stesso, quel corpo, quelle labbra lo facevano impazzire, perfino le mani del biondo sul suo collo, poi sul suo viso e infine sul suo petto.
Era una lenta tortura alla quale nessuno dei due era intenzionato a porre fine.
Jungkook ribaltò ancora una volta la situazione facendo stendere Jimin e privandolo velocemente della sua maglietta, cominciò a lasciare una scia di baci umidi e focosi dalla bocca, alla mandibola, al collo dove rimase per un paio di minuti facendo ansimare il più piccolo, così preso da quel punto tanto sensibile, la tortura proseguì lungo il petto, sugli addominali, entrambi percepirono la frizione data da quello scontro continuo di bacini e Jungkook fu ben contento di vedere il tessuto dei jeans neri di Jimin stringersi a mano a mano sempre di più.
Fece scontare ancora una volta quel punto, deliziandosi dei gemiti provenienti da sotto di lui, vedere il biondo mordersi il labbro ad occhi chiusi, con tutta quella pelle così esposta lo fece impazzire.
"Dio quanto ti voglio"
Jimin aprì gli occhi fissandoli in quelli cioccolata del moro, in quel momento privo anche lui della sua maglia, sfilata chissà quando, un contrasto di pelle leggermente scura, labbra rosse e occhi scintillantioh, anche io, non sai quanto Jungkook.
Tornò a baciarlo, ora intento a slacciargli la cintura dei pantaloni, azione interrotta da un rumore sordo proveniente da qualche parte dietro di loro.
Entrambi si bloccarono come congelati per poi scattare ognuno alla ricerca della propria maglia.Wendy era lì, con una mano a coprirle il viso, le chiavi a terra, Jungkook ad inseguirla nel suo furioso baccano, era una donna tanto dolce quanto decisa.
A Jimin parve di aver già vissuto quel momento, si sentiva uno spettatore, un narratore esterno di quel circo di ricordi.
Sua madre con il suo impetuoso tacco, inorridita, il moro che le correva dietro, irrimediabilmente dispiaciuto.Non di nuovo.
Jungkook
Se osi ferirmi ancora, dimenticati il mio nome.
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Sir Park • jikook
FanfictionJeon Jungkook, maggiordomo presso la prestigiosa famiglia Park, avrà come compito quello di essere al servizio del signorino Jimin, viziato e lussurioso.