Dovevo smetterla di negare l'evidenza.
Avevo passato tutta la mia vita sperando di trovare la felicità, sperando di innamorarmi, di provare quella sensazione di pace interiore e di soddisfazione che si raggiunge con una vita ricca di traguardi superati, di porte aperte.
Non è che ero infelice, dovevo essere sincero con me stesso, semplicemente ero incompleto.E incoerente.
Terribilmente incoerente.Avevo la mia felicità, proprio lì, sopra quel divano, la stavo divorando quella felicità, eppure ne stavo inseguendo un'altra.
Una felicità alternativa, un 'contentino' per così dire;
mi donava stabilità, serenità e tutto ciò di cui un uomo della mia età avrebbe avuto mai bisogno, ma non era semplicemente abbastanza.Tutti ciò che volevo non era una famiglia, non era una moglie premurosa, una vita calma, semplice, regolare.. no.
La mia felicità era altro, l'avevo trovata in altro, l'avrei sempre trovata in altro.
Quella non era la vita normale che volevo, quella che vogliono tutti.
Perché io semplicemente non ero normale, lo avevo sempre saputo.
Me n'ero accorto dopo aver capito di essere innamorato di un bambino biondo,per le persone normali era strano e sbagliato, per me era magnifico e speciale.Era stato sempre lui;
sempre lui a smuovere le mie certezze, la concretezza della vita che avrei dovuto avere, delle cose che volevo veramente, di chi ero veramente.
Lui con quei capelli color limone e quegli occhi d'ambra aveva smosso mari e montagne e non potevo essere così incoerente con me stesso ancora per un altro minuto.Non potevo esserlo per lui.
"Lo amo"
Wendy si fermò a mezza strada, voltandosi con le lacrime a rigarle il viso gonfio di emozioni
"da impazzire."
mi avvicinai a passo deciso, ormai ritrovata tutta la convinzione che avevo perso negli anni
"l'ho sempre amato, è lui che non ho mai dimenticato, è lui la causa dei miei incubi, dei miei problemi"
in un primo momento non mi accorsi nemmeno di averle messo le mani sulle spalle, guardandola dritta negli occhi
"è per lui che sono ancora in vita"
fermai il corso di una lacrima con il pollice
"è con lui che ho sempre sognato di passare la mia vita"
abbandonai le braccia lungo i fianchi
"mi dispiace, è a lui a cui appartiene il mio cuore."Mi sentii ancora più triste, ma terribilmente nel giusto, più di quanto avrei mai potuto sperare.
Wendy era una persona così buona, così comprensiva.
Mi aveva accolto quando ero ridotto a brandelli e ora mi stava lasciando tutto intero, o quasi.
Le dovevo tanto.
Inaspettatamente mi sorrise
"ho capito, va da lui".L'espressione di Jimin era indecifrabile, non era pronto ad accogliere Jungkook, si era già preparato a lasciarlo andare per la millesima volta, invece il calore di quel l'abbraccio, fortissimo e il successivo bacio lo fece piangere di gioia.
Non lo avrebbe lasciato,quella volta poteva avere la certezza che sarebbe rimasto.Per tutte quelle persone incastrate in una relazione "giusta" ma non felice.
Trovate la felicità in altro.
STAI LEGGENDO
Sir Park • jikook
FanfictionJeon Jungkook, maggiordomo presso la prestigiosa famiglia Park, avrà come compito quello di essere al servizio del signorino Jimin, viziato e lussurioso.