jimin's pov
Le mie gambe avevano preso la tangenziale, completamente per conto loro correvano verso la stanza di Jungkook, avevo sempre voluto entrarci, chissà se descriveva il suo padrone o se invece fosse solo spoglia e priva di personalità.
Dovevo avergli fatto prendere un colpo, lì in mezzo alla stanza con un'espressione sbigottita e una foto tra le mani.
Lo volevo, lo bramavo come nessun'altra cosa al mondo.
Trovai conforto nelle sue labbra, dopo averlo preso saldamente dal cappotto e spinto addosso a me.
All'inizio non rispose, troppo sbigottito probabilmente, ma non mi sarei dato per vinto;
lo spinsi verso il letto e cademmo con tutto il nostro peso, chiesi disperatamente un accesso, che lui mi donò e il paradiso poteva essere solo un lontano miraggio.
Lo baciai con tutto me stesso, gli morsi il labbro inferiore, lo tirai e poi infilai di nuovo la lingua e la danza riprese, più impetuosa.
Sentì uno spostamento d'aria dovuto alla sua decisione repentina di cambiare posizione e fu addosso a me, la visione di lui nell'intento di disfarsi del cappotto mi procurò un intenso brivido di piacere.
Era sopra di me, mi stava dominando, mi stava facendo tutto quello che avevo sempre sognato.
Posai entrambe le mani sul suo petto caldo e lui tornò a baciarmi, impetuoso, anche lui del tutto privo della ragione che lo aveva sempre reso preciso e adulto ai miei occhi.
Fronte contro fronte gli rivelai ciò che per anni gli avevo trasmesso con gli occhi, ma mai a parole.
Avevo tremendamente paura di ricevere un rifiuto, non so come lo avrei affrontato, mi sembrava molto coinvolto ma non potevo dirlo, in realtà non lo conoscevo per nulla, non sapevo come avrebbe reagito.
Mise una gamba tra le mie,stavo morendo lentamente.
Piano, pianissimo introdusse una mano calda sotto la mia maglia leggera, venni percosso da mille brividi.
La mano si stabilì sul fianco e tornò a baciarmi, irrimediabilmente i nostri bacini si scontrarono e un sospiro collettivo uscì dalle nostre bocche.
Con gli occhi cercò il mio consenso.
Perché me lo chiedi? Dio, Jungkook fammi qualsiasi cosa, te ne prego.
Aveva recepito il messaggio, mi tolse quell'ostacolo di tessuto e si mise a baciarmi la mandibola, il collo, le clavicole, il petto.
Entrambe le mie mani tringevano i suoi capelli, ero un casino di brividi e sospiri, stavo morendo di caldo e di aspettative.
I suoi baci erano così caldi e umidi e quando ci soffiava sopra mi coprivo di brividi per poi essere di nuovo invaso da calore crescente.
Ero contento di aver allontanato Taehyung in quelle ultime settimane, volevo che il mio corpo fosse una tela bianca immacolata solo per lui, affinché potesse darmi il colore che preferisse, affinché potesse metterci la firma e dichiararmi come di sua proprietà.
Era arrivato all'ombellico quando un urlo fece sollevare entrambi di scatto.
Mia madre era alla porta, con entrambe le mani a coprire il viso e una busta per terra.
Probabilmente era venuta per consegnare la lettera di dimissione approvata e salutare Jungkook, come era solita fare quando qualcuno se ne andava.
Neanche il tempo di proferire una parola che Jungkook si staccò, i suoi occhi pesanti e preoccupati, nessuno di noi due sapeva cosa sarebbe successo da lì in avanti.
Cosa si fa quando ti beccano a rubare?
Si scappa?
In quel caso a scappare fu mia madre e Jungkook, per l'uomo giusto che è la seguì per darle spiegazioni, non voleva essere un dispiacere per nessuno.
Io me ne stavo ancora sul letto, senza maglia e improvvisamente freddo.
Cosa sarebbe successo da lì in avanti?
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Sir Park • jikook
FanfictionJeon Jungkook, maggiordomo presso la prestigiosa famiglia Park, avrà come compito quello di essere al servizio del signorino Jimin, viziato e lussurioso.