cinque

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Jungkook's pov

Il tuo odore è diverso, non è il tuo.
Il tuo lo conosco bene, è da anni che riempie le mie narici.
Perché hai l'odore di un altro addosso?
Quello è un profumo mascolino e tu non ne indossi, tu non hai bisogno di profumi artificiali, sai già di buono per conto tuo.
Ho intravisto una macchia sul tuo collo l'altra sera, da chi è che ti fai marchiare?
Pensavo di essere più di un servitore ai tuoi ecco, ti ho cresciuto ed ecco come mi ripaghi.
Sono distrutto, questo lavoro mi ha portato solo tristezza e risentimento; scusa se da qui a poco non farò più parte della tua sbaragliata vita.
E quei lamenti? Non dormo mai io, lo sai.
Eppure ti ostini a farti sentire nella notte, come se il tuo intento fosse solo infastidirmi e farmi sprofondare nel baratro ancora di più.
Ho deciso, sei troppo da non poter raggiungere.

jimin's pov

Taehyung era buono per me, era il mio opposto, insieme formavano una bella coppia anche se non avevamo una relazione stabile.
Figurarsi, con il carattere che mi ritrovo nessuno si sognerebbe mai di stare con me.
Ci tenevo a Taehyung come provavo soddisfazione e pena nello stesso tempo a  vedere come stava reagendo Jungkook, molto più schivo, ormai non mi aspettava più nemmeno quando tornavo alle ore più improbabili con Taehyung appresso.
Volevo che mi sentisse, volevo che reagisse per vedere se a me ci teneva  veramente.
Non dovetti aspettare molto.
La cameriera una settimana dopo mi avvisò delle dimissioni di jungkook, al posto suo non sarebbe venuto nessun altro poiché la mia età ormai matura non aveva bisogno di un mentore, quale lui era.
Male, molto male.
Ora una bella striscia e una notte con Taehyung non avrebbero risolto la situazione.

Ho pensato che stando con Taehyung sarei cambiato, lui era il mio opposto, mi rendeva felice ma il suo ampio sorriso squadrato non era minimamente paragonabile a quello piccolo e luminoso di Jungkook.
Cosa ho fatto, oddio, ho perso l'unica cosa bella capitatami nella vita.
Sono una delusione per tutti.

jungkook's pov

Riposi anche l'ultima cosa nella mia piccola valigia, una foto rubata di jimin, di quando aveva dieci anni e stava intrecciando una corona di margherite pensando di non essere visto, la sua purezza catturata, nessuna traccia di quella corazza che avevo dovuto imporsi.
Un forte rumore mi fece perdere almeno dieci anni di vita, la porta sbattuta con prepotenza che probabilmente aveva fatto un buco sulla parete sottile, chi era a quell'ora della notte?
Chi altri se non Jimin, con le lacrime agli occhi, le labbra rosse socchiuse, la tristezza a marchiargli il viso.
Mi sentii prendere con forza dalla mia giacca e buttarmi addosso a lui, premuto alle sue calde labbra.
Cosa stava succedendo?
Mi spinse contro il bordo del letto, così impetuoso, al che caddi con lui a coprirmi interamente;
chiese un disperato accesso, le sue lacrime davano un sapore salato a quel bacio e io non potei fare altro che acconsentire, distrutto e rinato.
La sua lingua incontrò la mia, le sue mani si sposarono sul mio viso che teneva come se dovesse sciogliersi da lì a poco, accurato, mi sentivo veramente sciogliere.
Le mie di mani trovarono conforto dietro al suo collo, capovolsi la situazione, ora ero io sopra di lui e nella stanza non si udivano che schiocchi e piccoli lamenti da parte sua.
Paradisiaco?
Poco,  pochissimo per descrivere quelle labbra che bramavo come se fossi un viandante nel deserto in cerca d'acqua.
Cominciavo ad avere caldo, perciò mi tolsi il cappotto e lui fu ben contento di piazzare le sue mani sul mio petto, continuando la danza delle nostre lingue, poi ci fermammo.
Ci guardammo a lungo.
"Non te ne andare Jungkook".
Fronte contro fronte.
"Ho bisogno di te come l'aria".

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora