trentuno

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Ansia ansia ansia.

Mi specchiai forse per la milionesima volta, gesto dettato dal nervosismo più che dall'effettivo bisogno di sistemarmi.
Il vestito bianco su misura che portavo, con una rosa gialla all'occhiello -per richiamare il colore preferito di Jimin- rendeva ancora più concreto e tangibile la visione di me all'altare, ad attendere con ansia il mio futuro marito.
Bussarono alla porta, da essa entrarono i due sorrisi delle due donne più importanti della mia vita, che sorprendentemente avevano saputo darmi supporto e appoggio, mia madre e Wendy.
Si, proprio quella Wendy, ancora non ci credevo.
Su consiglio di Jimin l'avevo invitata al matrimonio, con mia sorpresa aveva accettato e sembrava addirittura felice e molto comprensiva.
Mi aveva confessato che l'amica malata di cancro che era andata a visitare per alcune settimane -quando ancora la mia relazione con Jimin era instabile- era guarita e che entrambe avevano capito di provare dei sentimenti per ciascuna.
A quanto pare il supporto reciproco aveva fatto nascere dell'amore e ne ero estremamente felice.
"Pronto?"
le sorrisi facendo un bel respiro
"mai stato più pronto."

.  .  .

"Jimin?"
Mi voltai confuso, che ci faceva là?
"Yoongi?"
si grattò i capelli neri imbarazzato guardandosi un pò intorno, il completo nero elegante da pianista gli donava un aspetto diverso, d'impatto. Posò il suo sguardo su di me
"bel vestito" indicò con l'indice il mio abito bianco, rosa rigorosamente rossa all'occhiello,  il colore preferito di Jungkook.
"Grazie"
lo fissai in attesa di qualcos'altro, capì il mio sguardo ed espirò profondamente
"senti io non voglio avere questo rapporto strano con te. Vorrei rimanessimo amici io e te, sei l'unico che mi conosce come le proprie tasche e l'unico con cui mi sento a mio agio. Vorrei assistere a concerti di musica classica insieme, come amici ovviamente e non sopporterei vederti per strada ed ignorarti, come se non mi avessi reso un uomo migliore."
ascoltai attentamente, dopodiché mi avvicinai a lui poggiando una mano sulla sua spalla
"anche io non voglio evitarti, sei stato fondamentale per la mia salute mentale e fisica e grazie a te ho conosciuto le mie più grandi passioni, ovvero la musica e il ballo. Vorrei mantenere questa amicizia ancora per tanti anni e vorrei che insegnassi ai miei futuri figli ad esprimersi attraverso un pianoforte."
Entrambi sorrisero abbracciandosi, Yoongi lasciò la stanza più leggero e Jimin fu molto felice di avere un peso in meno sul cuore.
Jungkook sarebbe stato fiero di lui, geloso ma fiero.
Controllò il suo aspetto ancora una volta, poi raggiunse Yoongi che gli rivolse un sorriso accennato
"ho pensato che non avessi nessuno che ti accompagnasse all'altare"
Jimin sorrise riconoscente
"grazie mille, davvero, significa tanto per me averti qua"
susseguirono pochi attimi di silenzio che furono abilmente interrotti dal tono deciso del pianista
"bene, pronto?"
sospirò chiudendo e riaprendo gli occhi, fissando lo sguardo sulle sue mani tremanti
"portami all'altare Yoongi."

. . .

Era stupendo, meraviglioso, toglieva il fiato.
L'abito bianco lo rendeva un angelo ai miei occhi e la rosa rossa mi fece sorridere, avevamo avuto la stessa idea.
Al suo fianco si trovava Yoongi, all'inizio rimasi confuso, ma poi divenni molto contento dal capire che non vi era malizia o cattiveria nello sguardo del musicista, solo riconoscenza e una profonda amicizia.
Si fermarono a metà strada, Jimin si voltò sorridente verso il suo accompagnatore, si scambiarono un abbraccio e poche parole sussurrate, dopodiché venne verso di me.
Il mio cuore era in subbuglio, un vulcano di emozioni, aspettavo quel momento da 10 anni.
"Ciao Jungkook"
sorridemmo come due coglioni, nessuno dei due riusciva a trattenere la felicità.
"Ciao Jimin"
il prete iniziò a parlare, onestamente non ascoltai molto, ero più concentrato a fissare il viso di mio marito, il padre dei miei futuri figli.

"Jeon Jungkook, vuoi tu prendere come tuo sposo Park Jimin e promettere di essergli fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà e di amarlo ed onorarlo per tutto il resto della tua vita fin che morte non vi separi?"

lo guardai intensamente, il sorriso ancora vivido sulle mie labbra

"lo voglio."

Fu il turno di Jimin

"lo voglio, con tutto il mio cuore."

. . .

"Jimin?"
"mamma?"
Entrambi, sia Jimin che Jungkook si voltarono in presenza della donna che aveva dato inizio a tutto
"è un piacere rivederti Karen"
Jungkook le prese la mano, baciandola
"Il piacere è mio. Vedo che non hai seguito il mio consiglio, hai fatto bene, è stato molto meglio così."
si voltò verso Jimin che rimase del tutto impassibile
"Ciao figlio mio"
Il sorriso era sparito dal suo volto, al suo posto solo un'espressione fredda
"Ciao madre."
"lo so che mi odi Jimin, lo so che ti ho portato via forse l'unica cosa importante della tua vita, ma sono venuta per scusarmi. Sono orgogliosa delle scelte che hai affrontato e dell'uomo che sei diventato. Approvo in pieno questo matrimonio e sono felice di riconoscere Jungkook come tuo marito, non avresti potuto scegliere uomo migliore." fece una breve pausa sorridendo al mio Jungkook
"Ti prego di scusarmi per la mia decisione passata, ero spaventata per te e per il tuo comportamento, ho agito unicamente per preservare il tuo e il suo futuro, non me ne fare una colpa per tutta la vita Jimin. So che se fossi stato al posto mio avresti fatto lo stesso. Vorrei essere un supporto per te da ora in avanti e una nonna per i vostri figli futuri, qualora decideste di averli. Permettimi di esserci per te figlio mio."
Jimin strinse forte la mano di Jungkook, sospirò pensando intensamente a cosa fare, perdonarla oppure no?
Aveva da sempre ostacolato il loro amore e aveva reso tutto più doloroso e difficile, ma lui non aveva mai avuto una nonna presente, nemmeno una madre e desiderava intensamente che alla sua famiglia futura non mancasse tutto l'amore di cui era sempre stato privato da bambino.

"Va bene, voglio che tu sia presente almeno per i miei figli."

Karen sorrise, non era molto, ma di sicuro molto di più di quello che si aspettava, ovvero un categorico 'vattene'.
Cercò di abbracciarlo, Jimin ricambiò titubante.
Si allontanò dopo averli salutati
"ti prego Jungkook portami via di qui, non voglio più riconcigliarmi con nessuno stasera"
Jungkook rise di gusto
"Ho giusto prenotato una settimana in Thailandia sul mare"
il biondo sorrise raggiante circondando il collo del moro
"Oh, quanto ti amo Jungkook. Non immagini nemmeno."
sorrisero per poi baciarsi intensamente, dondolando i loro corpi avvinghiati al ritmo lento del loro primo ballo.

sorpresa ~

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora