sedici

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jimin's pov

Eravamo andati avanti così per settimane, ogni notte dormiva da me, mi aveva rivelato che da quando ero arrivato nella sua vita il suo appetito era aumentato e così anche le sue ore di sonno, dormiva molto meglio e effettivamente aveva un aspetto più sano, inoltre era anche molto meno freddo, più sciolto.
Mi baciava con naturalezza e a volte la sera capitava che finivamo sul divano a divorarci, io seduto e lui a cavalcioni su di me o viceversa.
In quei casi la tensione andava via via aumentando e spesso ci ritrovavamo a non sapere se era opportuno approfondire o congedarci con un sorriso e una carezza.
Amavo stare in sua compagnia, i miei voti erano aumentati e la mia situazione mentale era migliorata, era genuino e tutto ciò che nella vita non avevo mai potuto avere.

Il giorno dopo ci sarebbe stata la famosa gita fuori porta organizzata dalla mia università, ero contento di andarci con yoongi, avremmo di sicuro visitato un sacco di musei e negozi di musica, entrambi molto appassionati del settore.
Il tragitto in treno fu piacevole, yoongi dormiva sulla mia spalla e ognuno aveva una cuffia all'orecchio, ascoltando Beethoven o Mozart o Bach.
Arrivati in città avevamo a disposizione alcune ore per visitarla da soli, io e yoongi decidemmo di visitare il museo d'arte locale, dopodiché pranzammo e decidemmo di andare in un negozio di musica lì vicino.
Entrammo e ci guardammo attorno, gli strumenti esposti erano visibilmente di buona qualità, dopotutto questa città era famosa appunto per la musica, qui i violini erano fatti di un legno proveniente dall'Italia, erano i famosi violini Stradivari e fremevo dall'acquistarne uno.
Decisi di girare un pò e mentre leggevo attentamente la descrizione di uno strumento una voce mi fece voltare
"ha bisogno di qualcosa in particolare?"
era in un certo senso familiare, l'avevo già sentita da qualche parte
"mh s.."
non riuscii a terminare la frase.

Jungkook.
Quel Jungkook.
Quel bastardo che mi aveva abbandonato senza pietà, senza mai preoccuparsi di come stavo e di cosa stavo facendo in quegli anni.
Anche lui mi sembrò molto provato, infatti fece cadere ciò che aveva tra le mani, a bocca leggermente aperta e un'espressione stordita
"cosa..chi.. che ci fai qui?"
la sorpresa fu sostituita immediatamente dalla rabbia
"ciao Jungkook. È un piacere rivederti anche per me"
ghignai, aveva ancora quell'espressione da pesce lesso.
Peccato fosse dotato ancora di quella splendida bellezza che lo aveva sempre caratterizzato, che me lo aveva fatto amare.
"Jimin"
pronunciò il mio nome con voce grave
"sei veramente tu?"
tentò di toccarmi
"non ci provare stronzo."
mi scostai schifato andando a recuperare yoongi cercando di uscire da quell'inferno di ricordi dolorosi.
Lo trovai a fissare un pianoforte
"andiamocene yoongi"
lo presi per il braccio
"no, cosa? jimin siamo appena entrati, non ho ancora visto per bene nulla"
mi voltai, probabilmente con la disperazione nello sguardo
"ti prego andiamo via"
mi fissò preoccupato annuendo

"JIMIN!"

no, col cazzo che mi giro stronzo.

"JIMIN ASPETTA LASCIAMI SPIEGARE"
la mia camminata era praticamente diventata una corsa per le strade di quella città, mi sentii afferrare per la manica, un Jungkook affannato e impanicato mi si presentò davanti
"no, vaffanculo lasciami"
mi scostai rudemente, non mi fregava un cazzo di star facendo una scenata da drama tailandese lì davanti, si fottessero tutti quanti.
Mi lasciò la manica
"l'ho fatto per te Jimin! Ascoltami, l'ho fatto solo per te!"
una rabbia incontrollata mi riempì ogni singolo vaso sanguigno
"eh no stronzo, l'hai fatto solo per te stesso! Solo fottutamente per te stesso! Torna a fare la tua vita del cazzo e dimenticati di me, io sono andato avanti, adesso tocca a te."
detto questo mi affrettai a dileguarmi con Yoongi a seguito che mi fissava sempre più stranito e preoccupato.

jungkook's pov

La campanella sulla porta del negozio suonò, segno che qualcuno era entrato.
Mi affrettai a mettere a posto le cose in magazzino per poter accogliere i probabili compratori;
c'era un ragazzo con un lungo cappotto beige e una sciarpa borgogna, i suoi capelli arancioni un pò sbiaditi visibili anche dall'altra parte del negozio
"ha bisogno di qualcosa in particolare?"
si voltò, e il mondo mi crollò addosso, ma non subito.
Prima dovetti fare una rinfrescata generale ai miei ricordi, a quel viso che era così diverso ma al contempo così familiare

Jimin?

Improvvisamente persi la facoltà di parlare, di respirare, di fare qualsiasi cosa.
Mi sembrava uno scherzo di pessimo gusto.
Pregai di svegliarmi da quell'incubo e di trovare Wendy accanto a me sul letto, che mi sussurrava parole di conforto.
Mi uscì una frase così scontata e stupida che volevo prendermi a pugni da solo
"che ci fai qui?"
si vedeva che era rimasto sotto shock pure lui, solo che lo mascherava con un ghigno che non prometteva nulla di buono
"piacere di rivederti anche per me Jungkook."
sottolineò il mio nome con disgusto
dopodiché se ne andò e io non riuscivo a connettermi con il mondo, che stava succedendo?
sapevo soltanto che le mie gambe erano partite da sole e che il mio cervello e il mio cuore avevano urgenza di risolvere quel casino.
Lo seguii fuori dal negozio, si tirava dietro un ragazzo dai capelli verde menta, i loro sguardi erano complici, mi fece terribilmente male.

Non è vero, non può avermi dimenticato così.

Non volle ascoltare alcuna spiegazione, al contrario mi urlò tutto ciò che non avrei mai voluto ascoltare.
Mi disse di farmi una vita e non potevo che dargli ragione.
Tra pochi mesi mi sarei sposato dannazione, non ci voleva.
Lo guardai andare via dalla mia vita, mentre stavo cadendo a poco a poco sempre più in basso.

Come ci si può dimenticare di un angelo?

Sir Park • jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora