Capitolo 28

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Il vento è fitto. L'aria è fredda come il ghiaccio. Sento dei brividi percorrere il mio corpo, i miei occhi bruciano dal dolore. "Per favore" lo prego.

"Non pregare, Harry. È più facile se non lo fai" Niall mi avverte.

"Oh, lascialo" ribatte Noah. "è inutile che continui a parlare, non farà alcuna differenza"

"Per favore non farlo” piagnucolo a malincuore, più vicino al bordo della scogliera. "Per favore"

"Mi dispiace, angelo. Ora però potrai essere uno di loro" mi spiega Niall, avvicinandosi.

“E se dovesse andare all'inferno" Noah commenta.

Niall mi spinge.

Io grido. Le mie orecchie sentono caldo e la mia faccia sta sudando. Il mio cuore si è quasi fermato. Sta correndo un miglio al minuto.

Che sogno è stato?

La gola mi brucia per le urla. La mano mi fa male, e tra l'altro, è terribilmente gonfia. Il corpo è dolorante a causa del modo in cui ho dormito. Mi gira la testa per tutti i pensieri terrificanti che mi hanno tenuto sveglio questa notte. Sono così stanco e speravo che la notte scorsa fosse stato solo un incubo pazzesco.

Ma non lo è stato. È tutto reale.

Il letto è ancora capovolto. Il muro ha ancora l’ammaccatura. La cornice è ancora a pezzi. E il mio cuore è ancora in frantumi. È tutto reale.

Allungo la mano, in cerca del calore di Niall, e mentalmente mi schiaffeggio per aver solo tentato. Mi lamento interiormente, ricordando che se n'è andato. Ma se lui non si preoccupa per me, perché io dovrei preoccuparmi per lui?

La mano mi comincia a pulsare dal dolore. Mi fa paura, in realtà. Mi alzo e comincio a mettere il letto al suo posto, coprendo con le coperte la crepa. Sperando che le persone dell'hotel non se ne accorgano. Mi cambio mettendo i pantaloni della tuta grigi e una maglietta bianca a maniche corte con il maglione nero. Infilo le Converse ed esco dalla stanza, andando  verso l'infermiera. Mi può aiutare. Spero.

"Avanti! Avanti!" una donna anziana urla mentre mi fa cenno di andare avanti.

"Ciao, io sono Harry. Sono qui per la mia mano" dico.

"Ciao, Harry. Sono la dottoressa Clark. Cos’ha la mano?"

Gliela mostro, accennando un piccolo sorriso. "Ehh..."

"Oh mio! Hai bisogno di alcuni punti giovanotto. Prego, siediti così possiamo iniziare subito" dice, correndo nella stanza sul retro. Torna poco dopo con il suo kit di soccorso.

"Questo…” mi schiarisco la gola. "…Non farà male, vero?"

“No, se stai fermo" lei sorride.

Giro lo sguardo. Se guardo mentre lo fa, svengo di sicuro. Mi lamento per il dolore quando sento l'ago, ma mi calmo mentre mi accarezza la mano.

“Cosa hai fatto, Harry? È molto più di un graffio" chiede.

"Io…ho preso a pugni un muro" le mie spalle si accasciano in giù. Non è una cosa di cui vado molto fiero.

"Perché?"

"Ero sconvolto. Molto turbato. Così ho pensato che avrebbe alleviato il dolore. E lo ha fatto, ma solo per la notte. Quando mi sono svegliato, è stato terribile" ammetto.

"Problemi di famiglia?"

Scuoto la testa per un no.

"Problemi per un rapporto?"

Dark Narry //traduzione italiana//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora