"Quando la mancanza si fa sentire, il cuore inizia a ricordare."
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Al quinto sex on the beach ero finita a ballare sul bancone del bar insieme ad una delle barriste. Non ricordavo neanche che ci fosse della musica, ma ero cosi sbronza che al sesto non avrei ricordato neanche il mio nome.
Gli uomini al bancone continuavano ad incitarci a muoverci ancora ed urlare di avere più whisky, quelli seduti ai tavolini battevano le mani a ritmo di musica quando non erano impegnati a bere.
You make me this,
Bring me up,
Bring me down,
Play it sweet,
Make me move like a freak
Mr.Saxobeat
Mr. Saxobeat risuonò nel locale ed un uomo sulla trentina mi prese dalla caviglia per farmi finire tra le sue braccia e quando mi mise a terra inizió a sbottonarmi la camicietta, ma lo fermai subito mettendogli le mani sul petto e spingendolo quel poco per allontanarmi.
"Dai, vieni qui" urlò da sopra la musica.
"Lasciami s-stare" dissi.
"Che ne diici di andaaare in queel bagno lì?" trascinó le parole da perfetto ubriaco.
Qualcuno mi prese sulla spalla così velocemente che non riuscì a vedere neanche chi fosse.
"Ehi amico era mia!" urlò l'uomo.
Nessuna risposta da parte del mio rapinatore.
Mi dimenavo, ma lui non si lamentava neanche. Gridavo, ma nessuno mi aiutava.
"Mettimi giù, sto per vomitare, t-ti prego.." dissi una volta fuori dal locale.
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Mi svegliai di soprassalto con un orribile mal di testa e il nulla che mi riportasse alla sera prima.
Mi guardai intorno e notai che non ero nella mia stanza. Un enorne porta finestra era coperta da delle tende quasi trasparenti che facevano filtrare alcuni raggi di sole, una mega tv era appesa alla parete difronte al letto matrimoniale in cui ero sdraita e su una scrivania c'era un enorme vassoio pieno di cibo, forse di ogni tipo.
Mi alzai e notai che indossavo una maglia da uomo. La odorai ma sembrava che nessuno l'avesse indossata, a parte me. Mi avvicinai alla svrivania e vicino a delle pasticche per il mal di testa trovai un post-it.
"Prendi le pasticche per favore, torno presto."
Nessuna firma e io non ricordavo neanche chi mi avesse portata in quella stanza d'hotel o perché. Dal mal di testa riuscì a capire che avevo bevuto oppure avevo preso una bella botta alla testa, ma la seconda opzione la scartai subito dopo aver visto che non avevo nessun livido sulla fronte. Niente. Nothing. Nada.
Presi le pasticche dopo aver mangiato pane tostato e burro e bevuto del succo alla pesca.
Ma non stava scoppiando solo la mia testa, anche il mio corpo. Era come se fossi stata in palestra per 5 ore di fila, quindi optai per una doccia calda, ma appena vidi la jacuzzi strabuzzai gli occhi non solo per il grande lusso del bagno, non che la stanza non lo fosse, perché solo la tv costava quanto la mia retta annuale per l'università, ma per chi potesse permettersi di pagare il pernottamento di quell' hotel sicuramente a cinque stelle.
Ovviamente il lusso mi fece mettere da parte tutte quelle domande per un bagno rilassante di più di mezz'ora, era come stare seduta su una sdraio alle hawaii con due ragazzi super fighi che ti sventolano con una grande foglia. Era il massimo e sicuramente avrei ringraziato chiunque mi avesse portata lì perché era quello che mi ci voleva dopo settimane di depressione totale per mio padre e Harry.
Harry.
Non lo vedevo da ben due settimane e mezzo e mi mancava forse come l'aria. Non avevamo passato tanti giorni insieme, ma quei pochi erano stati intensi da farmi capire che piano piano mi stavo innamorando. Sì, mi stavo innamorando.
Non avevo mai creduto nell'amore a prima vista, nei colpi di fulmine, ma in quei giorni mi ero ricreduta, tutto era vero, persino innamorarsi sempre più al sol pensare il suo nome.
Forse era la mia testa che in passato aveva bloccato il flusso dell'amore in me, forse era tutto un fatto psicologico, la perdita di mio padre e il tradimento di Jace forse avevano creato in me il muro che Harry mi aveva fatto crollare. Ci era riucito, aveva fatto cadere la barriera che mi ero creata per non soffrire più, per non dover più piangere per un uomo. Ci era riuscito lasciandomi sola con un fogliettino giallo. Ma a quel punto non avrei saputo se ringraziarlo o urlargli contro, non volevo soffrire dinuovo, non me lo meritavo, forse.
Il bussare alla porta della stanza mi fece svegliare dal flusso dei pensieri nella mia testa. Mi avvolsi in un grande asciugamano e ne usai un'altra come turbante per i capelli e velocemente mi diressi verso la porta ritrovandomi avanti un concierge.
"Il signorino mi ha chiesto di portarle questo e avvisarla che lui arriverà presto dalla sua corsa mattutina."
Mi porse un borsone e sparì ancor prima di averlo ringraziato.
Non dovevo ringraziare solo per la jacuzzi, ma mi toccava anche per i vestiti e la lingerie di victoria secret's che c'erano nella borsa. O mi aveva rapito un principe o uno che spacciava droga. Senz'altro avrei preferito il primo.
Le lingerie era perfetta nelle taglie ed era davvero molto, molto bella, per non parlare dei vestiti, di classe ma semplici e femminili come piacevano a me. Neanche se fosse stato mio fratello a rapirmi per quanto conosceva bene tutto ciò di cui avevo bisogno o adoravo.
Era da più di mezz'ora che girovagavo nella stanza o facevo zapping alla mega tv, ma nulla, ogni pensiero tornava alla persona che mi aveva portata lì. Era sparito lasciandomi nel lusso con un fogliettino. O mi aveva scambiato per qualcun'altra o si era infetuato di me o semplicemente era stato carino.
Finalmente dopo quaranta volte che avevo schiacciato il pulsante avanti del telecomando, la porta della camera si aprì rivelando un Harry in pantaloncini e canotta con una fascia che manteneva fermi i suo capelli.
Il telecomando mi cadde per terra e lo guardai come se avessi visto un fantasma. Mi alzai dalla mia posizione, sdraiata a pancia in giù sul letto, e mi misi dall'altra parte del letto come se quel grande materasso fosse un muro tra noi, come se riuscisse a proteggermi, come un vetro per non far sentire ad Harry quanto il mio cuore stava battendo forte.
"Ciao.." disse solo.
Era davanti a me, in tutto il suo splendore anche con del sudore addosso. Il mio rapinatore, il mio principe, il mio spacciatore era Harry Styles.
* * *
Buongiooooorno!
Sono tornata finalmente anche con Disaster, come promesso♥
Per prima cosa volevo ringraziare ognuno di voi per aver letto la mia storia e per averla fatta arrivare a +20k visualizzazioni, è un record!
Punto secondo. Non voglio essere esigente, lo ripeto, ma vi chiedo solo questo per continuare, magari una stellina, non costa niente♥
Grazie mille dinuovo perché senza voi non sono niente..
Un bacio A.♡
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Disaster || Harry Styles
Fiksi Penggemar[COMPLETA] Volevo restare lì fra le sue braccia perché lui ci sarebbe sempre stato. ⚠️ È stata la mia prima storia, vi prego di essere benevoli e scusate se a tratti risulta superficiale ⚠️ | #13 in fanfiction | © Tutti i diritti sono riservati