L'odiosa sveglia strilla svegliandomi per andare al lavoro. Nonostostante il suo suono mi innervosisca ogni volta che lo odo, oggi stranamente sono rallegrata nel sentirlo. Mi alzo velocemente dal letto, spinta da non so quale forza, e mi dirigo in cucina dove faccio colazione.
In bagno mi vesto indossando una blusetta nera infilata in un paio di pantaloni stretti bianchi. Raccolgo i capelli in una coda alta, lasciando cadere qualche ciocca liscia ai lati del viso. Per quanto riguarda il trucco, ne realizzo uno in stile ulzzang, come sono solita a fare, leggero ma in grado di far risaltare il viso.
Dopo aver spruzzato del profumo, mi metto il cappotto e prendo la borsetta, pronta ad uscire. Non ho mai avuto così tanta voglia di andare al lavoro in tutta la mia vita. Tutto questo perchè non vedo l'ora di rivederlo, non vedo l'ora di rivedere Jimin.
Quando entro nel salone mi guardo intorno, in attesa che, come sempre, compaia la sua figura snella.
Voglio sentire la sua voce che mi saluta. Potrebbe sembrare un comportamento piuttosto strambo, ma giuro che la sensazione che ho nel petto è talmente forte da farmi perdere quasi la ragione.
Sento aprirsi l'altra porta della sala e subito mi volto verso di essa: a varcarla è Eun Mi insieme ad un collega, entrambi mi salutano.
Pensavo che fosse Jimin e ora mi rendo conto veramente di quanto io stia impazzendo, voglio dire, non è proprio da me fare così.Lisa entra e il rumore dei suoi tacchi altissimi risuona in tutta il salone; lo sguardo superbo è rivolto di nuovo verso di me, come se mi volesse demolire con gli occhi.
Non mi saluta, non dice niente, mi guarda di tanto in tanto di sbieco e ammetto che ora, un pó di paura accresce nel mio cuore. Se si fosse resa conto che Jimin è stato per tutto ieri a casa mia? Lei è una sorta di stalker e non sarebbe strano se si fosse insospettita per la nostra assenza. Cerco di ignorarla come sono solita fare, ma dentro di me qualcosa è cambiato: ora, so che tipo di persona è veramente e Jimin mi ha messo all'erta; sono nel suo mirino pronta ad essere colpita in qualsiasi momento.
Se solo non fosse il mio capo, probabilmente avrei chiesto spiegazione per il suo comportamento maleducato nei miei confronti ma dato che lo è, voglio evitare qualsiasi controversia sul posto di lavoro.È ora di pranzo quando finalmente riesco a vederlo: Jimin procede verso di me, il volto illuminato da un sorriso che tenta di nascondere agli occhi degli altri; con un gesto rapido passa una mano tra i folti capelli dorati, bagnati dal sudore dovuto all'allenamento mattutino.
Mi saluta e mi prende delicatamente una mano facendomi avvicinare a lui"Jimin..."
Lo guardo timida e lui fa un espressione scocciata
"Giusto... non dobbiamo farci vedere..."Faccio un passo indietro contro ogni mia volotà, in quel momento avrei voluto perdermi in un abbraccio, non mi importa del sudore, voglio solo sentirlo vicino a me. All'improvviso sentiamo un rumore di passi venire verso di noi.
Ci guardiamo negli occhi. La figura è sempre più vicina a noi... ora riesco a riconoscerla... Lisa.La ragazza si avvicina a noi con un'espressione accigliata
"Bene bene... Ieri abbiamo fatto festa non è vero?"
Guarda prima me e poi Jimin
"... Ieri c'era davvero molto lavoro da fare, si puó sapere perchè non sei venuta al lavoro? Avresti almeno dovuto chiamare"Abbasso lo sguardo per non farle vedere il terrore che oscura la mia vista, devo cercare di essere calma altrimenti si insospettisce ancor di più...
"Vedi... Ieri non sono stata bene..."
"Ah! E così stavi male? Talmente male da non chiamare?"
"A dire la verità mi sono proprio dimenticata... Mi dispiace..."
Lisa incrocia le braccia e mi osserva: in questo momento vorrei solo avere una pala in mano per sotterrami all'istante."Sempre le solite scuse. "
Sento una mano appoggiarsi alla mia spalla
"Ora basta Lisa, lasciala stare, si è già scusata per l'errore" interviene Jimin, mi salva dalla situazione disagiante in cui mi trovo.Lisa non dice nulla per poi togliere la mano di Jimin dalla mia spalla. Io rimango di pietra mentre il ragazzo alza il volto e, con un espressione seccata, lancia una folgore di ira a Lisa
"Noi non abbiamo ancora finito, Park Jimin, vieni con me ora" la voce di Lisa è carica di nervoso.
Il ragazzo, rassegnato, acconsente e i due si allontanano ma, prima di andarsene, Jimin mi fa segno di non preoccuparmi.
Io rimango sola in corridoio, sola come un ebete, guardandoli allontanarsi. Che intenzioni avrà Lisa? L'ansia sale così come la confusione.
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Rouge à lèvres
Fanfiction"Dannazione alle tue bellissime labbra. " Essere la truccatrice di Park Jimin ha ben altro in serbo. Il suo viso, il suo sguardo, le sue labbra sono la mia tela. Il suo respiro si fa sentire sulla mia pelle e i suoi occhi mi uccidono come due proi...