Mask

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È inutile programmare la propria vita in ogni minimo dettaglio. Il destino avrà sempre l'ultima parola.

Sin da piccola tra le domande più frequenti che mi hanno rivolto c'é sicuramente "Cosa vorresti fare da grande?"

Bhe, diciamo che non ci ho mai pensato. L'astronauta? La dottoressa? L'insegnante? Non ho mai saputo rispondere in maniera decisa e definitiva. Forse ero l'unica a rispondere in questo modo, tutti gli altri bambini erano fieri di dire cosa sarebbero diventati da grande mentre io mi disinteressavo di tutto. Tanto a quell'età cosa si conosce del mondo del lavoro?

Nulla. Perchè a quell'età tutto è un gioco.

In classe sono sempre stata quella "brava- che- se- ne - sta- sulle- sue- nel- suo- mondo"; mi ritrovavo spesso a guardare fuori dalla finestra della classe mentre c'era lezione: mi perdevo nel mio universo e chissà dove viaggiavo con la mente.
Gli uccelli svolazzavano tra gli alberi mentre il sole irradiava con i suoi raggi l'erba verde e tenuta del cortile della scuola.

Le elementari sono state un momento spensierato della mia vita, ma le scuole medie...quelle no, mi hanno torturata. Un vero supplizio.

Ero quasi sempre presa di mira per la mia timidezza e per il mio viso, segnato da inevitabili brufoli dovuti allo sviluppo.
Mi guardavo allo specchio e mi vedevo come un mostro deforme, orribile, disprezzante.

Mi sentivo male con me stessa.
Odiavo essere così.
Odiavo le persone che mi deridevano.
Le odio tutt'ora.

Un giorno mentre mi fissavo allo specchio con gli occhi lucidi, dovuti al pianto appena fatto, mi sono detta una cosa: "Non permetteró più a nessuno di deridermi. Bastardi la pagherete."
Fui presa da una tale forza che sbattei i pugni contro il lavandino facendomi male alle nocche. Ma non sentii dolore, solo determinazione.

Iniziai a fissare l'armadietto che conteneva i trucchi di mia madre e pensai " forse potrei provare qualcosa..."
Allungai il braccio e presi un correttore. Lo stesi un pó nei punti in cui ero arrossata. Poi adocchiai la cipria e con un pennello piuttosto paffuto me la stesi un pó sul volto. Subito dopo presi il mascara, le mie ciglia diventarono lunghe e folte. Infine un pó di lucidalabbra rosa e il trucco è fatto.

Mi guardai allo specchio e vidi un altra persona. Ero... Più carina...?
Fui pervasa da una sensazione strana.
Un make up naturale ma che in qualche modo riusciva ad esaltare due cose che amo perticolarmente del mio viso: gli occhi e la bocca.

Ero io quella allo specchio? "Wow" dissi "non mi dispiace per nulla"

Iniziai a sorridere dopo tanto tempo. Quella maschera che mi ero creata mi aveva cambiato l'umore dopo che, per tanto tempo, era riverso a terra.

Mi sentivo fiera di me stessa, non facevo altro che sorridermi da sola come un ebete.

L'indomani mi svegliai e decisi di riprodurre quello che avevo fatto il giorno prima per andare a scuola: un make up veloce, semplice e naturale. Ottimo per coprire le mie imperfezioni.

Appena varcai la soglia della classe avevo tutti gli occhi riversi su di me. Mi scrutavano, mi osservavano come una cavia da laboratorio poi ecco risuonare nella classe chiacchere e voci.
Alcune ragazze vennero da me e mi dissero che stavo particolarmente bene quel giorno. Strano, di solito mi criticavano come delle guro della bellezza dicendomi che sembravo una barbona.
Arrivarono poi dei ragazzi che mi dissero che ero stranamente carina. Rimasi di sasso.

"Succede tutto questo solo per un filo di trucco? La gente è strana" pensai.

In qualche modo mi sentii sollevata. Niente più offese, niente più prese in giro, niente di niente. Solo complimenti

Erano veri? Erano bugie? Bho chi lo sa... Fatto sta che continuai a truccarmi prima di andare a scuola.

Consideravo il trucco come una magia pronta ad eliminare imperfezioni e a risaltare il viso. Una cosa quasi divina. Per quasi tre anni di scuola media ero stata derisa, treanne l'ultimo periodo del terzo anno,momento in cui gli odiosi ragazzi che da sempre mi prendevano in giro ora mi chiedevano di uscire. Inutile dire che li mandai tutti a fanculo.

Frequentai le superiori e conobbi la mia migliore amica Cristina. Capelli lunghissimi rossi, invidiabili da chiunque. Occhi color zaffiro contornati da un viso fine macchiato da leggere lentiggini. Lei è tutt'ora la mia confidente, è la sorella che non ho mai avuto. Siamo nate nello stesso ospedale con solo un giorno di distanza: lei è nata il 3 dicembre mentre io la notte del 4.

Ho trascorso momenti meravigliosi con lei.

Terminate le scuole superiori e l'università in Italia decisi di cambiare tutto. Il mio desirerio era quello di andare a vivere a Seoul.

Il mio sogno si realizzó e partii da sola. Ricordo ancora le emozioni che scorrevano nelle mie vene: un vorticoso mix di stupore e determinazione.

Vivo a Seoul da circa tre anni e ho praticato diversi lavori per mantenermi: commessa, traduttrice, segretaria: conoscere 5 lingue mi ha aiutata molto. Ho imparato il francese, lo spagnolo e l'inglese al liceo, il coreano da sola grazie a delle lezioni online e l'italiano bhe... È la mia lingua madre.

Ho vissuto dapprima in una guest house dopodichè ho comprato un appartemento piuttosto contenuto al centro di Seoul dove vivo ancora oggi. Bello, confortevole e tutto il necesserio a portata di mano,un posticino perfetto per una come me.

Un giorno mentre stavo svolgendo delle commissioni vidi un poster che proponeva dei corsi per diventare truccatrice, ne fui subito attratta.
Il make up è sempre stata la mia passione, come il disegno.
Non esitai neanche un istante e mi diressi verso la scuola del corso. Mi iscrissi e ne fui sin da subito soddisfatta.

Diventai una delle più abili truccatrici, i miei voti eccellevano e molti professori avevano mandato il mio contatto a numerose agenzie.
Ero molto felice e soddisfatta di me stessa, mi sentivo realizzata.

Poi,ecco che una sera mi arriva una mail:

Signorina  Bignami, abbiamo ricevuto il suo contatto e vorremmo richiederle un colloquio presso la nostra agenzia il giorno 4 Febbraio. La preghiamo di farci sapere.

IBigHit.

"COSA HO APPENA LETTO?? "

Urlai.

Avevo già fatto dei colloqui ma... La BigHit...? Io? Oddio.
Un'agenzia così potente mi chiede un colloquio da loro. Ero incredula

Risposi immediatamente alla mail:

Buongiorno, le scrivo riguardo il colloquio. Mi recheró in agenzia il giorno 4 come richiesto. La ringrazio per la proposta. Distinti saluti.

Inviai il messaggio con la mano tremante;una sensazione di felicità e ansia pervase il mio corpo facendomi rimanere incredula.

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